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ANALFABETISMO

Indagine Ials-Sials: le competenze dei giovani di anni 16-25

di Ials-Sials
26 Febbraio 2004

In base ad un sistema di valutazione che stabilisce una scala di valori da 1 a 500, la media di punteggio conseguita dai giovani di 16-25 anni è di 277 punti.
La forbice tra punteggi alti e bassi  è notevole: si va da 312 punti, che è la media finlandese a 240 che è quella del Cile, i punti di differenza sono 72.

In sei paesi i giovani raggiungono livelli di eccellenza: Danimarca, Australia, Olanda, Norvegia, Svezia e Finlandia; le medie si collocano tra 292 e 312 punti.

Dieci paesi si collocano in un livello intermedio, con differenze non molto significative rispetto a Usa e Canada che, insieme, raggiungono una media di 282 punti circa. Sono, oltre ai due paesi Nord Americani, Regno Unito, Italia, Nuova Zelanda, Irlanda, Rep. Ceca, Svizzera, Germania, Belgio. I punteggi medi vanno da 273 a 286, con un divario di 13 punti.

Cinque paesi, Cile, Polonia, Ungheria, Portogallo e Slovenia, si trovano nella posizione inferiore, i punteggi medi vanno da 240 a 260, i punti di differenza sono 20.

Sulla stessa fascia di popolazione è possibile studiare la differenza delle prestazioni all'interno dei singoli paesi.
Individuata la media nazionale si calcola l'ampiezza della forbice che sussiste, nello stesso paese, tra il punteggio e l'ampiezza del gruppo di popolazione che consegue i punteggi più bassi e il punteggio e l'ampiezza di popolazione che consegue i punteggi più alti; il confronto è tra i risultati che si raggiungono al 10° e al 90° percentile, in questo modo si calcola l'indice di "ineguale" distribuzione di competenza.
L' indice medio di ineguaglianza nella distribuzione di competenza alfabetica (popolazione 16-25 anni), così calcolato, per i 21 paesi è 1,6.
Si va da indici più bassi della media (da 1,3 a 1,4) in Danimarca, Finlandia, Norvegia, Svezia, Rep. Ceca, all' indice più alto della media (1,7) in Nuova Zelanda, Polonia, Portogallo e Regno Unito.
Al centro si collocano Usa, Cile, Italia e Slovenia, con un indice 1.6, e Canada, Irlanda, Australia, Ungheria, Germania, Belgio, Svizzera con indice

Il superamento delle differenze tra paesi dovrà avere come effetto un allargamento o un restringimento di questa distanza tra popolazioni che vivono dentro lo stesso paese?
Il dibattito sulla qualità del prodotto istruzione spesso dimentica che questo è il problema centrale delle politiche educative; lo studio di questi indici permette di cogliere un dato molto importante: l'indice di ineguaglianza è più basso nei quattro paesi del Nord Europa, e, cosa molto significativa, in questi paesi l'ineguale distribuzione di competenza non corrisponde al livello di istruzione dei genitori.
I giovani conseguono  gli stessi livelli di competenza quale che sia il titolo di studio dei genitori, evidentemente in questi paesi la scuola opera una positiva funzione di ridistribuzione e di consolidamento di risorse intellettuali e di opportunità.

Lo studio di indicatori specifici permette di rispondere a un’altra domanda: il comportamento delle popolazioni entro questa fascia di età è omogeneo o è possibile evidenziare condizioni che allargano o restringono la forbice tra livelli alti e livelli bassi di competenza e aggregano in modo diverso il gruppo dei paesi che si collocano al centro della scala?

Entro questa fascia di età si pone particolare attenzione ad un sottogruppo, quello dei 20–25 anni, per evidenziare due condizioni specifiche: le variabili "inserimento" e "non inserimento" in attività di istruzione post-secondaria disegnano le condizioni in cui si cominciano ad evidenziare le disuguaglianze, sulle quali si accumulano i deficit di competenze.
Se è vero che, sulla base del confronto tra generazioni, le competenze delle popolazioni fino a 25 anni appaiono sicuramente superiori a quelle delle popolazioni sopra i 25 anni, è anche vero che già in questa fascia di età è possibile evidenziare i settori di popolazione che richiedono interventi tempestivi, diversi nei vari paesi messi a confronto. Se si estrae la popolazione 20-25 anni e si scompone in due gruppi, chi ha lasciato la scuola dopo la fine della secondaria superiore e chi ha una qualche istruzione post secondaria, si può formulare una prima risposta.
I punteggi medi dei giovani della fascia di età 20-25 anni che dopo la secondaria hanno lasciato la scuola definiscono  un quadro comparativo diverso da quello dei giovani presi nel loro complesso.
La media di punteggio raggiunta da questi giovani è 244.

La distanza tra i primi e gli ultimi è di 80 punti, dai 282 punti della Svezia ai 202 del Cile: in sintesi 33 punti al di sotto della media della fascia della popolazione giovanile, presa nel suo insieme, 8 punti in più nella forbice tra i risultati migliori e quelli più bassi.

Otto paesi, Danimarca, Regno Unito, Australia, Norvegia, Olanda, Rep. Ceca, Germania, Finlandia e Svezia, si collocano al di sopra della media, almeno 13 punti in più, con punteggi che vanno da 257 a 282.

Otto paesi si collocano sotto la media, con punteggi che vanno fino a 28 punti al di sotto di questa, da 242 punti a 216: Ungheria, Polonia, Usa, Canada, Italia, Irlanda, Portogallo, Nuova Zelanda.

Due paesi, Slovenia e Cile, che stanno tra il 202 e il 206 punti, la distanza verso il basso dal punteggio medio è di 42 punti.

Questo indicatore permette di cogliere i diversi effetti della scolarizzazione obbligatoria, che non è uguale nei vari paesi. I "recenti drop out" della scuola secondaria superiore in paesi quali la Germania e l'Olanda hanno alle spalle una scolarità obbligatoria fino a 17-18 anni di età, altri hanno frequentato una scuola obbligatoria che si ferma tra i 15 e 16 anni (da notare che, al momento della raccolta dei dati dell'indagine Ials-Sials, l'Italia non aveva ancora portato l'obbligo scolastico a 15 anni, quindi i nostri  giovani 20-25 anni, senza diploma, hanno lasciato la scuola obbligatoria dopo il 14esimo anno di età). Sicuramente i paesi con periodi di scolarizzazione obbligatoria breve, ovvero con percorsi obbligatori molto differenziati, penalizzano i propri giovani, non si nota infatti una differenza sostanziale tra i giovani Nord Americani e gli Italiani o i Neo Zelandesi.
Il problema degli effetti della scolarizzazione secondaria e post-secondaria si vedono in modo ancora più netto se si analizzano i punteggi dei giovani 20-25 anni che, dopo il diploma, hanno fatto un qualche corso post-secondario.

La media dei punteggi per questi giovani sale a 311 punti.
La distanza tra i primi e gli ultimi si riduce a 65 punti, la Svezia con 341 punti ed il Cile con 276.

Due paesi risultano eccellenti: Norvegia e Svezia, con punti che vanno da 326 a 341.

Quindici paesi si collocano nel mezzo. Sono Italia, Svizzera, Slovenia, Danimarca, Regno Unito, Irlanda, Canada, Australia, Nuova Zelanda, Portogallo, Belgio, Olanda, Rep. Ceca. I punteggi  vanno da 293 a 325.

Tre paesi si collocano all'estremo inferiore. Si tratta di Cile, Ungheria e Polonia; i punteggi vanno da 276 a 290.

Il risultato positivo di chi frequenta la scuola per tempi più lunghi è un indicatore essenziale per la progettazione delle politiche formative in tutti i paesi, se queste vorranno riequilibrare distanze ed opportunità tra paesi diversi ed entro i singoli paesi.
Il problema tuttavia non si pone dovunque nello stesso modo, perché diversa è la quota di giovani che già oggi stanno nelle università o in corsi di studio post-secondario non universitario.
Qui è d'obbligo una domanda: qual è la percentuale di giovani che, nei vari paesi, dopo l'obbligo continuano a studiare e quella di coloro che, dopo il diploma, vanno all'università?
Education at a Glance (Oecd-Ocde, 2000) fornisce il quadro dei tassi di inserimento, per ogni anno di età da 0 a 30 anni, della popolazione nei vari livelli  di istruzione (l'anno di riferimento è il 1998).
Il quadro comparativo che emerge mette bene in luce le condizioni di svantaggio in cui alcune popolazioni giovanili si trovano, rispetto ad altre; lo stesso quadro indica i "compiti", che i vari paesi dovranno affrontare per garantire, al maggior numero di cittadini, condizioni di opportunità culturali comparabili con quelle dei giovani che appartengono ai paesi che, da molto tempo, fanno del sostegno ai processi di istruzione un obiettivo centrale dell'azione politica.
Sfruttare il vantaggio "culturale" di cui le popolazioni giovanili indubbiamente godono significa soprattutto sostenerne percorsi di studio lunghi e qualificati, attraverso corsi sequenziali ed anche corsi brevi, ricorrenti, mirati ad ampliare abilità e competenze specifiche e generali.
 

Paese

% Freq. scuola su popolazione di età

15-19 anni

% Freq. scuola su popolazione di età

20-29 anni

Australia

81,6

27,1

Belgio

86,1

19,5

Canada

78

19,8

Rep.Ceca

74,9

13,2

Danimarca

80

27,9

Finlandia

82,2

33,1

Germania

88,3

21,7

Ungheria

75,4

14,8

Irlanda

80,7

15,5

Italia

69,8

16,8

Olanda

86

22

Nuova Zelanda

71,7

20,3

Norvegia

86,4

26,5

Polonia

81,4

20,6

Portogallo

76,2

19,3

Svezia

86,1

30,4

Svizzera

84,1

17,6

Regno unito

69,5

18,1

Usa

74,2

21,4


 

 
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