di Lorenza Venturi
12 Marzo 2004
Sono disponibili sul sito di Indire gli Atti del convegno internazionale Autovalutazione d'istituto e leadership scolastica a più voci: un confronto europeo , tenutosi a Milano il 20 novembre 2003.
Premessa: La scuola nella globalizzazione economica
Tra le caratteristiche proprie delle società interessate dai processi di globalizzazione economica, il filosofo e sociologo Jürgen Habermas (2001) ci ricorda l'immagine di una "democrazia" in cui i cittadini sono ridotti a consumatori ed il ruolo dello Stato viene definito come quello di un'agenzia di servizi per tali consumatori. A sua volta, lo studioso Kurt Klaudi Klausen (2001) descrive, su un livello generale, il ruolo della "nuova gestione della cosa pubblica" o del "nuovo management nel settore pubblico" (NPM - new public management) come:
- decentramento, privatizzazione, tendenza al subappalto
- competizione tra istituzioni pubbliche
- spostamento dal controllo democratico al controllo del mercato
Secondo questa logica, per quanto riguarda l'istruzione, "i settori educativi e le loro istituzioni non sono molto diversi da altri settori ed istituzioni. Non esiste nulla di particolare o distintivo nell'istruzione; la possiamo concettualizzare e gestire come qualsiasi altro servizio ed istituzione" (Peters et al., 2000, 11).
Gli educatori hanno davanti a loro due opzioni: attendere che "pure questo passi" (Stoll et al., 2003), negando l'evidenza del cambiamento; oppure non attendere che il cambiamento venuto dall' "alto" o da "fuori" li travolga (ma la storia delle riforme scolastiche in tutto il mondo è piena di riforme mal riuscite o abortite perché minate dal basso…). Gli educatori possono infatti estendere i confini della propria auto-efficacia, tentando di influenzare il futuro della scuola e dell'istruzione, diventando loro stessi agenti di un cambiamento voluto. Secondo Headley Beare (2001) abbiamo vari tipi di futuro davanti a noi, senza entrare nelle sfere dell'imprevedibilità: un futuro possibile ma non probabile, uno probabile, e uno preferibile. Si tratta di operare affinché quello probabile e quello preferibile coincidano almeno in parte.
Come fare perché questa spinta verso un futuro preferibile investa la qualità della vita scolastica e dell'istruzione per tutti coloro ─ alunni, insegnanti, dirigenti scolastici, genitori, comunità sociale ─ che nella scuola spendono interesse, speranze di sviluppo e miglioramento, professionalità, risorse, tempo, sogni e sentimenti?
Le raccomandazione della UE sulla qualità dell'istruzione: Autovalutazione e coinvolgimento
Le prospettive di qualità della scuola toccano da vicino le prospettive della qualità della vita di ciascuno, considerando anche la ristrettezza delle risorse (finanziarie e non) a disposizione, le problematiche dell'occupazione e della coesione sociale e la questione della "società della conoscenza" che i processi di globalizzazione prima ricordati e i nuovi scenari tecnologici ci impongono.
Le raccomandazioni del Parlamento e del Consiglio Europeo (COM 2000, n. 523 del 3/8/00) sono esplicite:
- "incoraggiare l'Autovalutazione da parte degli istituti scolastici come metodo per creare scuole aperte all'apprendimento e al perfezionamento, mantenendo l'equilibrio tra autovalutazione e valutazione esterna; […]
- sollecitare lo sviluppo della "valutazione esterna, al fine di formare un sostegno metodologico all'autovalutazione della scuola e un'analisi esterna della scuola, badando a non limitarsi al solo controllo amministrativo e sostenendo un processo di continuo miglioramento"; […]
- "incoraggiare, ed eventualmente sostenere, la partecipazione degli interessati, in particolare docenti, alunni, dirigenti scolastici, genitori ed esperti, al processo di valutazione esterna e autovalutazione della scuola, allo scopo di favorire una responsabilità comune per il miglioramento della stessa".
Il "miglioramento della qualità e dell'efficacia dei sistemi di istruzione e di formazione" è, tra l'altro, il primo dei macro-obiettivi con cui la Commissione Europea intende perseguire il proprio obiettivo strategico per l'Europa del 2010.
La scuola "trasparente", "autoriflessiva" e "partecipata"
L'Autovalutazione d'istituto è al centro dei livelli di analisi della qualità (Castoldi, 2002). Nessun sistema di valutazione esterna (in Italia ora in fase di costruzione) può prescindere da un sistema funzionante di valutazione interna dei punti di forza e degli spazi per il miglioramento esistenti, che coinvolga i diretti interessati negli istituti scolastici (Schratz, 2003).
Serve "guardarsi dentro" per capire "come stiamo", perché vogliamo "stare comunque meglio". Abbiamo bisogno di apprendere modi per farlo: siamo ciechi alla nascita, e anche quando impariamo a vedere, vediamo sempre e soltanto attraverso i nostri occhi e attraverso le lenti delle nostre esperienze (vediamo spesso ciò che vogliamo vedere).
La realtà della scuola è unica? La sperimentiamo tutti ─ docenti, alunni, genitori, dirigenti ─ allo stesso modo? Come sondare la molteplicità delle prospettive per aprire la porta ad una nuova relazionalità tra tutti questi soggetti? Di chi è la scuola? Come fare perché diventi un luogo "di socializzazione e di apprendimento" per tutti i coinvolti, adulti e giovani compresi (Schratz et al., 2003)? Esiste una varietà di metodi e strumenti per "rispecchiarci". Li conosciamo?
E i dati che ne dovessimo ricavare, in questo processo di auto-analisi e auto-riflessione, servono come "misure", "barometri" oppure "apri-scatole" (MacBeath, 2001)? Se sono solo gli elementi di una "misurazione", in quanto pensiamo che tutto nella scuola sia o debba essere riconducibile a dei numeri, così da facilitare un confronto gretto tra situazioni attuali e pregresse o tra istituti, la visione della valutazione (esterna) e dell'autovalutazione sembra essere riduzionistica. Il dato concepito, invece, come "barometro" ci permette di indagare ulteriormente tra le cause e conseguenze della nostra condizione esistente. Ma se, nell'ottica del miglioramento e non della colpevolizzazione, percepiamo il processo autovalutativo come uno che apre la "scatola nera" della scuola a se stessa, o come uno che apre una serie di "porte comunicanti" (Joyce, 1991) verso nuovi sentieri di consapevolezza e sviluppo, allora gettiamo le basi per un dialogo che viene "dal basso" e costruiamo ponti verso possibili relazioni di reciproca crescita e fiducia all'interno degli istituti. Sono questi i presupposti ed il vero motore di un cambiamento più dal "controllo democratico" che dal "controllo del mercato", con cui cominciare a delineare pezzi di un futuro preferibile per la scuola, teorie del caos e dei sistemi complessi tenute nella dovuta considerazione.
Autovalutazione e Leadership diffusa
Un'autovalutazione "significativa" per tutti non può essere scissa, quindi, da un esercizio della "leadership senza gerarchia" (Serpieri, 2002), diffusa tra i soggetti di una comunità di apprendimento "densa di leadership" (Sergiovanni, 2001). Il convegno internazionale del 20 novembre 2003 a Milano, Autovalutazione d'istituto e leadership scolastica a più voci: un confronto europeo, ha voluto dare "voce" ad idee e pratiche di leadership possibile degli alunni, dei docenti, dei genitori e dei capi d'istituto a partire dal comune lavoro sull'autovalutazione. Gli Atti, disponibili online, permettono di approfondire la tematica.
di Francesca Brotto, docente utilizzata presso il Miur per la piena attuazione dell'autonomia scolastica
Bibliografia
Beare H. (2001), Creating the Future School, London, RoutledgeFalmer.
Castoldi M. (2002), "Oltre il monitoraggio dell'autonomia: Direzioni di sviluppo", presentazione in PPT disponibile su: www.irre.basilicata.it/documentazione/monipof2001/oltremonitoraggiocastoldi.ppt
Habermas J. (2001), "Warum braucht Europa eine Verfassung?", Die Zeit, 27 giugno.
Joyce, B. R. (1991), "The doors to school improvement", Educational Leadership, vol. 48, n. 8, pp. 59-62.
Klausen, K.K. (2001), Skulle det være noget særligt? Copenhagen, Børsen. Citato in J MacBeath e L. Moos (a cura di), Democratic Learning , London, RoutledgeFalmer, 2004.
MacBeath, J. (2001), "In search of quality", disponibile su: www.eu2001.se/education/eng/docs/karlstad_macbeath.pdf
MacBeath, J. (2002), "The alphabet soup of leadership", disponibile su: www.educ.cam.ac.uk/lfl/docs/alphabet.doc
MacBeath , J. e Moos, L. (2004) (a cura di), Democratic Learning, London, RoutledgeFalmer.
Peters, M.., Marshall, J. e Fitzsimmons, P. (2000), "Managerialism and educational policy in a global context: Foucault, neoliberalism and the doctrine of self-management" in N.C. Burbules e C.A. Torres (a cura di) Globalization and Education: Critical Perspectives, New York, Routledge. Citato in J. MacBeath e L. Moos (a cura di), Democratic Learning, London, RoutledgeFalmer, 2004.
Schratz, M. (2003), "La leadership diffusa per potenziare il ruolo dell'insegnante", in F. Brotto (a cura di), Selezione degli atti: La leadership collaborativa, convegno di Carrara 17-18 febbraio, disponibili su: www.edscuola.com/archivio/comprensibi/materiali.html
Schratz, M., Jakobsen, L., MacBeath, J. e Meuret, D. (2003), Autovalutazione e cambiamento attivo nella scuola, Trento, Erickson.
Sergiovanni, T. (2001), Leadership: What's in it for schools? London, RoutledgeFalmer.
Serpieri, R. (2002), Leadership senza gerarchia, Napoli, Liguori Editore.
Stoll, L., Fink, D. e Earl, L. (2003), It's About Learning (and it's about time), London, RoutledgeFalmer.
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