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ANALFABETISMO

I fatti storici

Approfondimenti e risorse sugli avvenimenti storici citati dal senatore Cossiga

di Gianluca Torrini
10 Novembre 2003

Inconorazione di Carlo Magno
 
Carlo Magno (n. 742/ m. 814 Aquisgrana), Re dei Franchi e Imperatore del Sacro Romano Impero.

" Con Carlo Magno " - incoronato imperatore a Roma nella notte del 24 Dicembre 799 da papa Leone III -  " l’Occidente acquisì una forma unitaria che si concretò con la realizzazione politica dell’impero. Con l’ VIII secolo si vide terminare la prima fase di assestamento di quei popoli europei che, nei secoli precedenti, si erano mossi soprattutto per necessità di sopravvivenza. Con Carlo le ragioni politiche e religiose cominciarono a contare in modo chiaro più di quelle etniche ".

Tratto da R. Barbieri, L’Europa del Medioevo e del Rinascimento, Jaca Book, Milano, 1992

" Quel che rimane della grande tradizione classica prima e tardo imperiale poi sembra dunque essere un' Europa inesistente o quasi, almeno in quanto entità politica. Parrebbe dunque da assegnarsi al Medioevo la responsabilità di avere caricato il termine essenzialmente geografico di sottointesi e contenuti più pregnanti. [...] E' noto da tempo il ruolo che l'Europa (non più neutrale espressione geografica) acquista nel lessico politico e storiografico carolingio. [...] Sotto il profilo politico, dunque, è l'esperienza carolingia che sembra tenere a battesimo l'Europa; ma si badi, da questi passaggi rimane estranea ogni dimensione imperiale, come invece si tende spesso a credere. Questa sorta d'invenzione di una nuova realtà dalle forti valenze politiche nulla ha a che vedere con la rinascita dell'Impero in Occidente, sotto la specie del Sacrum Romanum Imperium. Già un quarto di secolo prima di quella notte di Natale dell' 800 in cui Papa Adriano I avrebbe imposto la corona imperiale al sovrano franco, Catulfo aveva scritto a Carlo (recente trionfatore sui Longobardi) una lettera piena di ammonimenti per un buon governo, muovendo dall'assunto che Dio lo "aveva innalzato all'onore della gloria di sovrano d'Europa": in honorem glorie regni Europe ".   

Tratto da G. Ortalli, Storia d'Europa, Vol. 3, Einaudi, Torino, 1994

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Comunità del Carbone e dell'Acciaio

CECA, Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio, costituita a Parigi il 18 Aprile 1951, soprattutto per volontà del francese R. Schuman. Di essa hanno fatto parte - il trattato ha avuto durata cinquantennale - 12 paesi (Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito e Spagna), gli stessi della CEE.
Essa concretizza la volontà di superamento dei difficili anni che l'Europa ha vissuto con la fine della seconda guerra mondiale.
Rappresenta il tentativo, anche attraverso la costituzione di trattati commerciali, di instaurare un clima rasserenato fra i paesi europei, favorendone la cooperazione.
Nello specifico la CECA ha dato origine a un mercato comune del carbone, del minerale di ferro e dei rottami; negli anni 1953/4 l'accordo fu esteso anche all'acciaio prima e agli acciai speciali poi.
L'organizzazione ebbe poteri non trascurabili come la fissazione del prezzo delle materie di propria competenza e della loro quota di produzione.
Ad essa spettava pure la vigilanza sulle concentrazioni industriali e la facoltà di comminare ammende nei casi di trasgressione del trattato.

Per saperne di più http://europa.eu.int/ecsc/index_it.htm

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Accordi di Yalta

“ Conferenza di Jalta: incontro avvenuto nella fase finale della seconda guerra mondiale (4-11 febbraio 1945) fra il primo ministro britannico W. Churchill, il presidente degli Stati Uniti F.D. Roosevelt e il capo del governo sovietico I.V. Stalin; l’obiettivo della conferenza era la formulazione di un accordo sulla conclusione della guerra e soprattutto sull’assetto da dare all’Europa alla fine del conflitto. […] Il risultato più positivo della conferenza fu l’accettazione del piano Roosevelt per la creazione di una nuova organizzazione internazionale, la cui costituzione venne poi fissata dalla Conferenza di San Francisco del 25 aprile  del 1945 nella Carta delle Nazioni Unite (ONU). Churchill, Roosevelt e Stalin si lasciarono convinti di aver posto le basi per un accordo di lunga durata, che invece tre anni dopo, allo scoppio della “guerra fredda”, si sarebbe dimostrato estremamente fragile. Tuttavia l’assetto politico-territoriale dell’Europa fissato alla conferenza di Jalta è rimasto da allora sostanzialmente inalterato ".

Tratto da Enciclopedia Europea Garzanti, Garzanti, Milano, 1978, pag. 502; corsivo redazionale. 

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La caduta del Muro di Berlino

La caduta del muro di Berlino, iniziato a costruire dall'esercito della Germania dell'Est il 13 Agosto del 1961, è probabilmente l'evento più importante dell'ultimo quarto del secolo passato.
Il muro, una delle conseguenze della guerra fredda, vale a dire della definitiva istituzione di due blocchi militari, politici e ideologici profondamente antagonisti, gli Stati Uniti coi paesi NATO da una parte, l'Unione Sovietica e i Paesi Socialisti dall'altra, fu costruito in pratica per impedire la fuga dei cittadini di Berlino Est alla parte Ovest. Alto 3 metri e 60, lungo 106 km, sorvegliato 24 ore su 24, rese quasi impossibile per oltre 26 anni l'attraversamento della città e il passaggio da un blocco all'altro.

La sua distruzione nel novembre del 1989, che sancisce il crollo complessivo del blocco sovietico, inaugura una diversa epoca storica il cui tratto caratterizzante si è andato definendo col termine globalizzazione a significare il superamento di una visione, e uno stato di cose, rigidamente bipolare sopraffatta dalle ragioni, prima di tutto commerciali, di un'economia tesa a svilupparsi sempre più su scala mondiale.

Per approfondimenti, vedi http://www.wall-berlin.org/

Allargamento a Est dell'Europa

Da pochi giorni l'Europa è passata da 15 a 25 Stati membri, includendo nella Comunità altre 10 nazioni soprattutto dell'ex blocco sovietico: Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia e Ungheria. 

La popolazione complessiva e l'estensione territoriale crescono così di poco meno del 17% e del 19% rispettivamente - da 370 a 445 milioni di abitanti circa e da 3191 a 3929 km quadrati - dati da confrontare con quelli economici, molto diversi, poiché il PIL dei Paesi entranti è di appena 435.474 euro rispetto ai 9.129.133 dei Paesi membri, quindi quasi 21 volte minore.

Interessante è anche notare che i paesi candidati per un ulteriore allargamento sono ancora in nettissima prevalenza Paesi dell'Est: Albania, Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Macedonia, Romania, Serbia Montenegro e Turchia.

Sul piano politico e culturale ciò significa per un verso il forte riavvicinarsi, dopo la parentesi comunista, della parte dell'Europa orientale a quella centrale e per un'altro il conseguente spostamento dei confini complessivi a Est, ancor di più con l'eventuale futura inclusione della Turchia, e l'immediato contatto con i paesi di cultura islamica. Va comunque ricordato che l'allargamento ad Est risponde a ragioni innanzitutto geografiche poiché ad Occidente qualsiasi sviluppo è precluso dall'Oceano Atlantico.

 

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Francesco Vettori, Ufficio Comunicazione, Indire. 

 
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