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PROFESSIONE DOCENTE

"Aboliamo il ruolo nazionale e facciamo un albo provinciale"

di Cesare Quarenghi
30 Agosto 2003

Non credo sia il caso di dilungarsi sul rapporto stretto che passa fra una buona scuola e dei buoni insegnanti, perché la prima non può essere senza i secondi. Salvo che quest’ultimi non dipendono dal caso, se non in parte. Vanno piuttosto selezionati e creato attorno a loro un ambiente favorevole.

 

   Al di là della querelle in corso se è meglio favorire i docenti SISS oppure i precari storici e della soluzione di compromesso che certo verrà raggiunta, le due questioni fondamentali sono le seguenti:

1-     che l’assunzione di un docente avvenga sulla base sia di competenze disciplinari affidabili, sia di altrettanto affidabili competenze professionali;

2-     che, una volta assunto, un docente si senta sottoposto a controllo e valutazioni continui.

 

Per quanto concerne il primo punto è del tutto evidente che il sistema di raggiungere l’agognato ruolo per il tramite di una leggina con annesso concorso compiacente dopo aver stazionato qualche anno (e talora tanti anni!) nel precariato scolastico rappresenta un insulto alla razionalità. Non fare tutto ciò che è possibile per stroncarlo, indulgendo a logiche inerziali o a non dichiarati interessi sindacali, sarebbe diabolico.

 

Anche il sistema SISS, pur introducendo elementi positivi, quale il rapporto con l’Università e la pratica del tirocinio, appare largamente inadeguato. Infatti, da un lato non può venir sottaciuta l’inesperienza dei centri SISS e la loro marginalità, pur dentro all’Università, rispetto all’Università stessa (inoltre il personale che li gestisce non è certo il migliore possibile!); dall’altro va stigmatizzato il mancato coinvolgimento sostanziale dell’Istituto dove l’aspirante docente effettua il tirocinio, oltre che l’assoluta assenza di finanziamenti, con la conseguenza che tutto è rimesso allo spontaneismo e al volontariato.

 

Quello che mi sento di proporre, se si vuole uscire dalle solite logiche formalistiche e autoreferenziali, è la pura e semplice abolizione del ruolo nazionale. Quest’ultimo deve essere trasformato in un albo di docenti su base provinciale, regionale e nazionale, cui si può essere iscritti dopo un’opportuna selezione tipo SISS, migliorata per quanto è possibile. Nel frattempo, per evitare la formazione di altro precariato, va data tutta la responsabilità di nomina dei docenti non di ruolo agli Istituti, sulla base di criteri autoformulati e con il ripristino della valutazione annuale del docente, in ottemperanza al principio che la scuola autonoma si sceglie i suoi docenti.

 

In questo quadro, molto sommariamente delineato, è decisivo il ruolo di un sistema organico di valutazione e di controllo.

 

Quest’ultimo non può non essere incardinato sul singolo Istituto scolastico, ridando al Preside (o Dirigente Scolastico che dir si voglia) il ruolo che gli spetta. E’ però del tutto ovvio che il sistema dei controlli deve diventare circolare, investendo a sua volta il Preside e gli Ispettori che devono controllare l’operato del Preside (senza parlare della valutazione del prodotto scolastico, che prima riuscirà a decollare come sistema meglio sarà). E già che parliamo degli Ispettori, bisognerà decidersi una buona volta a farli uscire dal cono d’ombra nel quale sono rintanati, in una sorta di limbo castale difficilmente comprensibile. Essi, come tutti gli umani normali, devono avere una loro chiara funzione, qualcuno a cui essere sottoordinati (e che li valuti) e qualcuno che sia a loro sottoordinato e che essi possano giudicare senza le obsolete e immorali liturgie lottizzatorie della sezione disciplina del CNPI o altri condizionamenti diffusi. Questa categoria, opportunamente riqualificata, dovrebbe diventare la garanzia della qualità dell’offerta scolastica, rendendo omogenee, per quanto possibile, le varie aree del Belpaese.

 

Tutto questo disegno è di facile realizzazione a una condizione: che si affidi alla scuola la semplice "mission" di produrre il meglio per i suoi studenti, valorizzando le differenze in negativo, inevitabilmente, ma soprattutto in positivo. E' di difficile o impossibile realizzazione se ci si terrà fermi alla scuola dell’assistenza, dell’uguaglianza a tutti i costi e dell’autoreferenzialità.

 

Cesare Quarenghi

(Dirigente Scolastico Liceo "Lussana" di Bergamo)             

Bergamo, 30 Agosto 2003                     

 

 

 
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