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CITTADINANZA EUROPEA

L'educazione alla cittadinanza nella scuola italiana
Nelle Indicazioni Nazionali per i Piani di Studio Personalizzati, l’educazione alla convivenza civile non è una disciplina ma le attraversa tutte.
di Simona Baggiani
08 Giugno 2004

  

Definire la cittadinanza è senza dubbio un esercizio complesso in quanto il concetto si amplia progressivamente ed evolve in proporzione di quanto si diversificano gli stili di vita e i modi di relazionarsi agli altri. Lungi dal limitarsi al livello nazionale, la nozione di coesistenza armoniosa tra i cittadini si riferisce al concetto di comunità in contesti diversi – locale, regionale, nazionale e internazionale – che gli individui vanno a costituire. È quindi difficile definire il concetto in una dimensione sovranazionale dato che i significati di questo termine spesso differiscono da un paese all’altro. Immagine tratta dall'Archivio Dia di Indire

Si può comunque considerare che la nozione di cittadinanza a livello europeo, e in particolar modo di cittadinanza responsabile, copra le tematiche legate alle conoscenze dei propri diritti e dei propri doveri e che sia strettamente legata a valori civici come la democrazia e i diritti umani, l’uguaglianza e la partecipazione, la coesione sociale, la solidarietà, la tolleranza di fronte alla diversità e alla giustizia sociale.

Nell’ambito della nostra realtà nazionale non esistono definizioni univoche del termine “citizenship” e, conseguentemente, tale diversità di accezioni si ritrova nel concetto di educazione alla cittadinanza che i programmi di studio della scuola italiana veicolano: in particolare pensiamo al cambiamento rappresentato dai nuovi programmi introdotti dal prossimo anno scolastico per il I ciclo di istruzione. Le Indicazioni per i Piani di Studio Personalizzati nella scuola primaria (vedi indicazioni_primaria_dl59.pdf) e nella scuola secondaria di I grado (vedi indicazioni_Igrado_dl59.pdf) introducono nuovi obiettivi specifici di apprendimento per l’educazione alla convivenza civile, assumendo nel contempo il nuovo termine utilizzato per la prima volta nella Legge delega 53. Assunta nelle Indicazioni come sintesi delle “educazioni” alla cittadinanza ambientale, stradale, alla salute, alimentare e all’affettività, l’educazione alla convivenza civile si presenta, infatti, come un ambito concettuale di ordinamento tematico delle attività scolastiche appena richiamate, innovativo rispetto ad analoghe classificazioni adoperate finora.

Una interessante riflessione sul termine come possibile veicolo di diversi approcci culturali è stata proposta dalla Professoressa Milena Santerini, Professore straordinario di Pedagogia Interculturale dell’Università del Sacro Cuore di Milano, intervenuta alla tavola rotonda, La riforma della scuola verso l’Europa, all'Expo dell’Educazione e del Lavoro a Milano.

Il termine convivenza civile rispetto a quello di cittadinanza allude a virtù private che attengono al benessere individuale, oltreché a virtù pubbliche. Con essImmagine tratta dall'Archivio Dia di Indireo si passa quindi da un’idea di educazione alla cittadinanza intesa come formazione del cittadino individuo e soggetto attivo nell’ambito della vita collettiva (politica, sociale, economica) ad un’idea di educazione alla convivenza civile in cui si dà più importanza alla sfera individuale e alle relazioni interpersonali.

Ma cosa significa veramente essere cittadini? Si è cittadini quando si adempiono i propri doveri, si partecipa alla vita pubblica, si conosce la legislazione del proprio paese o invece quando si esprime il senso di appartenenza a una collettività? I comportamenti civici attengono più alla sfera privata o a quella pubblica? O piuttosto nell’educazione alla cittadinanza si intrecciano tutti questi obiettivi e contenuti oltreché diverse dimensioni dell’apprendimento?

Secondo la professoressa Santerini è impossibile separare in tutta l’educazione le componenti morali, cognitive ed emozionali ed è quindi necessaria un’educazione alla cittadinanza integrata e multidimensionale.

Nelle Indicazioni Nazionali per i Piani di Studio Personalizzati, l’educazione alla convivenza civile non è una disciplina ma le attraversa tutte e in queste si riconduce. Attraverso le “educazioni” si dovrebbero promuovere le diverse discipline e viceversa. Viene acquisita quindi in questo documento la condizione imprescindibile della trasversalità dell’educazione alla cittadinanza.

Tuttavia la reale sfida del progetto di educazione alla cittadinanza della nuova scuola consisterà soprattutto nel cercare di superare l’impianto cumulativo dei vecchi programmi di educazione civica, caratterizzati da un sovraccarico di obiettivi, articolando i vari approcci in modo coerente e conciliando il progetto di rafforzamento dell’identità e quello di apertura al pluralismo.

di Simona Baggiani, Unità italiana Eurydice

Immagini tratte dall'Archivio Dia Indire

 
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