Approfondimento

Insegnamento capovolto e metodo Teal: alcune proposte per una didattica innovativa

Svolgere i compiti in classe e seguire le lezioni a casa: questa è la scuola capovolta, un modello di insegnamento ispirato alla metodologia della Kahn Academy, promossa nel 2010, che conta oggi 200mila scuole aderenti negli Usa. Il flipped learning (insegnamento capovolto)  si basa sul ripensare la scuola come luogo di incontro per imparare a lavorare in gruppo, partecipare ad attività pratiche e laboratoriali, confrontarsi con i docenti su quanto appreso autonomamente a casa. Conoscendo il calendario della programmazione e quindi i termini di consegna, i ragazzi possono organizzare lo studio liberamente, consapevoli che arrivare a lezione impreparati rallenta il lavoro dell’intero gruppo.

In questo stravolgimento, un ruolo preponderante è affidato alle nuove tecnologie. Infatti le attività in classe si avvalgono dell’uso di tablet, pc e smartphone, strumenti dei nativi digitali che inseriti nel contesto scolastico possono contribuire all’aggiornamento costante del sistema d’istruzione. Maurizio Maglioni insegna chimica all’ITIS Enrico Fermi di Roma, dove ha scelto di adottare il flipped learning, dopo aver fondato l’associazione FlipNet che intende promuovere e formare i docenti per le aule 3.0. A incoraggiare l’adozione del flipped learning, è anche Tullio De Mauro che  dalle pagine di Internazionale richiama spesso l’attenzione sul tema. De Mauro insiste sulla necessità di abbandonare la lezione frontale per un confronto tra docenti e allievi, seguendo antiche indicazioni. Infatti,  prima di Maria Montessori, già nell’antica Grecia, Socrate aveva scelto di svestire i panni di maestro per favorire un dialogo incentrato su domande semplici capaci di innescare un processo di consapevolezza. Per queste ragioni, Tullio De Mauro è convinto che l’antico mestiere “dell’insegnare ad apprendere bene” trovi nuovi strumenti con i moocs (corsi online aperti per studenti a distanza) e con le classi capovolte che coinvolgono gli studenti in un processo di apprendimento in grado di favorire lo sviluppo del pensiero critico, innescando un vero e proprio cambiamento culturale. Tuttavia il flipped learning, come ogni forma di innovazione didattica, necessita di strumenti di valutazione adeguatamente predisposti per misurare l’efficacia degli insegnamenti e gli eventuali punti di debolezza del sistema messo a punto. Per ora questi strumenti non sono stati testati, comportando una lacuna anche nell’aspetto formativo: promossa dall’associazione FlipNet, la formazione dei docenti è a spese degli insegnanti perché non contemplata dalle istituzioni.

Indire, da sempre impegnato nell’innovazione e nella formazione, ha partecipato al dibattito sulle innovazioni metodologiche con un seminario tenuto dal prof. Peter Dourmashkin, mercoledì 18 febbraio a Mantova, presso l’Istituto d’Istruzione Superiore Enrico Fermi. Insieme a John Belcher e David Litster, il prof. Peter Dourmashkin è ideatore del metodo TEAL (Technology Enhanced Active Learning) che vede unite lezione frontale, simulazioni e attività laboratoriali su computer. Con l’obiettivo di diffondere un apprendimento attivo, il TEAL intende stimolare la curiosità permettendo così allo studente di imparare attraverso la scoperta, acquisendo capacità pratiche da applicare nella vita di tutti i giorni e nelle future realtà lavorative. Il docente anima le lezioni con tecniche di apprendimento collaborativo anche utilizzando le nuove tecnologie, di cui ogni aula deve essere dotata. L’incontro ha permesso un confronto tra il professore Peter Dourmashkin e i docenti delle quattro scuole capofila dell’Idea TEAL del Movimento delle Avanguardie educative; gli insegnanti, insieme ai ricercatori dell’Indire, potranno inoltre partecipare alla stesura delle Linee Guida dell’Idea TEAL.

È stata infine effettuata una simulazione di una lezione in Aula TEAL con i docenti nel ruolo di alunni e il prof. Dourmashkin nel ruolo di docente-tutor.

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