Approfondimento

Storytelling: un’opportunità per la progettazione didattica

Pubblichiamo un percorso a puntate per ricostruire le evoluzioni della cultura della sicurezza, come esempio di progettazione didattica basata sulla narrazione. Al termine della lettura, un gioco per scoprire nuove prospettive attraverso l’associazione di idee. Troverete le soluzioni nel prossimo capitolo.

 

Capitolo 1: Quando la curiosità inverte le rotte

Parma 1659. Bernardino Ramazzini è un ragazzo di umili origini che ha conseguito da poco la laurea in medicina. Rientrato a Carpi, paese natio, Ramazzini si fa conoscere per lo zelo e l’accortezza con cui esercita la professione. Medico stimato, la fama arriva al duca Francesco D’este che gli offre una cattedra all’università di Modena. La carriera accademica è così brillante da far guadagnare a Ramazzini un posto nella prestigiosa università di Padova. Proprio qui darà vita all’opera monumentale che ha influenzato la medicina dei secoli successivi: il De Morbis Artificum.

“Va preparando il nostro Signor Ramazzini il suo libro delle Malattie degli Artefici, che sarà un’opera delle più utili e curiose che s’abbia la medicina”
(Ludovico Antonio Muratori in una Lettera a Magliabechi del 31 agosto 1700)

Le origini dell’opera

A casa Ramazzini arriva l’addetto al pozzo nero, un uomo che ha il compito di vuotare le fogne. Ramazzini ne osserva i movimenti e nota che la rapidità dei gesti cela una sorta di timore. Incuriosito dall’affanno,  Ramazzini domanda le ragioni di tanta fretta. Così l’addetto gli racconta che le esalazioni del pozzo provocano dolorose irritazioni agli occhi: è necessario esporsi il meno possibile per non contrarre una malattia che ha portato spesso alla cecità, riducendo sul lastrico chi pratica questo lavoro.
Ramazzini raccoglie mentalmente i dati: latrina, malattia agli occhi, mestiere in comune. Sono le origini del trattato che di fatto fonda la medicina del lavoro.

“Io non mi sono sentito sminuito quando, per osservare tutte le caratteristiche del lavoro manuale, entravo nelle botteghe artigiane più modeste. Quando il malato è uno del popolo, questa domanda – che lavoro fa? – risulta importante, anzi necessaria, se non altro per individuare la causa della sua malattia”

Il metodo

Lunghissimi anni di ricerca su oltre 40 tipi di mestieri per trovare un filo conduttore tra le malattie che affliggono i lavoratori: questo è l’approccio epidemiologico che ancora oggi caratterizza l’attuale metodo scientifico, ovvero lo studio delle relazioni tra rischi, malattia, frequenza e distribuzione nella popolazione, al fine di proporre un piano preventivo. Il metodo di Ramazzini è un decalogo standard che può essere così riassunto:

  • approfondimento sulle tecniche e sulle materie prime utilizzate;
  • esame condotto con approccio clinico sia sui lavoratori sia su quelli che hanno fatto quel mestiere in passato;
  • ricerca di materiale (medico e divulgativo) su ciò che è stato scritto in precedenza,
  • analisi degli atteggiamenti di autotutela adottati da singoli lavoratori;
  • suggerimento di misure di protezione individuali;
  • terapia con farmaci poco costosi e alla portata di ogni lavoratore;
  • studio delle possibili bonifiche ambientali;
  • proposta di norme di buone pratiche aggiornate con le esigenze attuali, al fine di migliorare l’organizzazione del lavoro e anche l’aspetto sociale a esso correlato.

I mestieri

I rischi delle esalazioni

Il trattato si apre facendo luce sui minatori di minerali e tutti coloro che utilizzano metalli nelle officine, come doratori, ceramisti, stagnai, vetrai, fabbricanti di specchi: per ciascuno di loro Ramazzini descrive i quadri di intossicazione da metalli, soprattutto da mercurio e da piombo.

Anche chi lavora il gesso e la calce, chi lavora nelle saline, i fabbricanti di sapone, i tintori, i vuotatori di fogne, i vinificatori, i distillatori di acquavite, chi è a contatto col tabacco, fornai e mugnai sono sovraesposti a polveri minerali e vegetali. Il consiglio del medico è di lavarsi spesso viso e bocca con acqua e aceto, lavorare in ambienti grandi e arieggiati, rivolgendo sempre la schiena al vento e di abbandonare il lavoro in caso di salute compromessa.

Le posture innaturali

Orefici, intagliatori, facchini, vasai e tessitori, calzolai e sarti sono spesso costretti in posture innaturali che causano problemi di articolazione.

I rischi degli intellettuali

Uno spazio importante è riservato a coloro che svolgono attività intellettuali, abituati a uno stile di vita sedentario. Ramazzini introduce il concetto di valutazione di rischio collegato al disagio psicologico.

“…si dedichino dunque allo studio con la moderazione dettata da una guida irreprensibile, e non siano così esclusivamente applicati a coltivare la propria anima da trascurare la cura del corpo, ma si mantengano in equilibrio come nel mezzo di una biga, in modo che anima e corpo, in una convivenza fedele di ospite ed albergatore, si scambino tra di loro i servigi e non si logorino vicendevolmente”.

La tutela della salute delle vergini religiose

Medico nei conventi, Ramazzini conclude la rassegna dei mestieri dedicando l’attenzione a un tema singolare.  E qui esprime un concetto universale che colpisce per l’uso che se ne fa ai tempi d’oggi: Più conveniente prevenire le malattie piuttosto che curarle”.

Lo stile

Chiarezza e leggerezza sono gli aspetti che caratterizzano lo stile di Ramazzini. Nonostante le citazioni colte e il lessico ricercato, l’opera si presenta con un taglio divulgativo, capace di affrontare la complessità dei temi e le sofferenze umane con un’ironia che calibra la delicatezza dello stile.  Il risultato è un’opera capace di istruire, guidare nelle diagnosi e nelle risoluzioni, coinvolgendo emotivamente il lettore.

“Io per primo ho fatto tutto quello che si trovava in mio potere perché è giusto che l’arte della medicina contribuisca al bene e al sollievo, prendendo precauzioni per la sicurezza di coloro che lavorano”.

 

Alla luce di quanto hai letto, trova il nesso che collega i personaggi al tema delle malattie professionali.

 

Gioco

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