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QUADERNO MATITE
12/29/2015

L’Homeschooling o educazione parentale: ecco cos’è


L’homeschooling (“educazione parentale”) è la possibilità di far studiare a casa i propri figli seguiti in prima persona da genitori che ne diventano i maestri.

Negli Stati Uniti in soli dieci anni il fenomeno è praticamente raddoppiato, tanto da coinvolgere secondo il National Center for education statistics il 3,4 per cento dei ragazzi nell’età dell’obbligo (circa 2 milioni di studenti su 51 milioni e mezzo).

Ogni famiglia decide quale sistema utilizzare a seconda delle convinzioni personali, sviluppando un metodo educativo a cui gli altri genitori possono ispirarsi o personalizzare a loro volta. C’è chi preferisce mantenere una “struttura scolastica” seguendo il programma ed i testi ministeriali e chi affronta una materia alla volta affrontando un singolo argomento per diverso tempo.

In Italia il Decreto Legislativo 25 aprile 2005, n. 76, Art. 1, comma 4 dice che “I genitori, o chi ne fa le veci, che intendano provvedere privatamente o direttamente all’istruzione dei propri figli, ai fini dell’esercizio del diritto-dovere, devono dimostrare di averne la capacità tecnica o economica e darne comunicazione anno per anno alla competente autorità, che provvede agli opportuni controlli.”

La Costituzione sostiene che i bambini sono obbligati ad essere istruiti, non a frequentare le aule scolastiche, dando perciò alle famiglie il diritto di scegliere l’educazione parentale.

Chi si avvale di questo sistema d’istruzione ed educazione deve presentare una lettera d’intento alla scuola, nella quale dichiara di volersi occupare personalmente dell’istruzione del bambino. I dirigenti scolastici chiederanno una verifica delle capacità tecniche ed economiche della famiglia e forniranno tutte le informazioni sull’esame di valutazione preventiva o per quelli di Stato (obbligatori per legge, 3° media e 3° o 5° superiore).

In Italia l’educazione parentale interessa un migliaio di studenti, ma il dato più interessante è che di questi circa il 30 per cento ha 15 o 16 anni ed è stato già rimandato una o più volte, optando quindi per un’istruzione “in casa”.

Lasciare la scuola significa però rinunciare anche al cortile, alla palestra, agli amici, ai confronti in classe, alle informazioni continue e aggiornate, al saper affrontare le delusioni e al rialzarsi dopo un brutto voto, all’educazione civica, alla cultura della sicurezza e della prevenzione. La scuola rappresenta uno dei contesti fondamentali per lo sviluppo della personalità, ne rinforza l’autostima e l’autonomia in base al rapporto con i coetanei e con gli insegnanti. Allontanarsi gradualmente dai genitori, infatti, è importante per stabilire la propria identità e per apprendere ciò che è importante nella vita adulta, in modo da affrontare ogni situazione o emergenza da cittadini responsabili.