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02/10/2017

Ultimi dati sulle assenze dei ragazzi a scuola.


Saltare la giornata di scuola, o solo qualche ora, sta diventando una pratica sempre più consueta tra gli studenti degli istituti italiani. Nonostante la norma introdotta anni fa dall’allora ministra Gelmini sul numero massimo di assenze per essere promossi — non oltre una lezione su 4 — i numeri sono in aumento. Ad affermarlo sono i Rav (Rapporti di Autovalutazione delle scuole) che conteggiano il numero medio di ore saltate per indirizzo scolastico, per classe e per Regione. Dalle statistiche più recenti risalenti all’anno scolastico 2014/15, scopriamo che gli studenti saltano la scuola un giorno ogni dieci. Percentuali in crescita rispetto agli anni precedenti e che toccano tutti gli indirizzi di studio.

Una media dunque di circa 73 ore di lezione perse ogni anno dagli studenti del liceo classico (quasi 8 giorni su cento), con la Sicilia in testa a 96 ben oltre molte Regioni del nord. Allo scientifico troviamo ancora la Sicilia che con la Campania supera le 100 ore di assenza.  Qualche numero del settentrione con 43 ore di assenza in Veneto, 51 in Friuli e 52 in Lombardia. Negli istituti tecnici e professionali si oscilla tra un giorno su otto e uno ogni sei.

Tra chi prova a dare una spiegazione a tale fenomeno che spinge i ragazzi a saltare ore di lezione ed intere giornate di scuola ecco Benedetto Vertecchi, decano dei pedagogisti italiani, secondo cui le assenze strategiche sono un comportamento tradizionale di chi tiene ancora alla scuola e al giudizio degli insegnanti. Anche se, conclude, “le responsabilità maggiori non sono della scuola”.

Al Sud l’aumento delle ore perse è inversamente proporzionale ai risultati dei test Invalsi il cui direttore generale Paolo Mazzoli punta l’attenzione anche sugli ingressi alla seconda ora. “L’andamento delle assenze lungo lo Stivale mi conforta rispetto ai risultati dei nostri test – afferma Mazzoli – perché per risolverli bene non occorre un addestramento ad hoc: è la frequenza assidua a favorire la solidità delle competenze”.

Se però le differenze tra nord e sud non sono trascurabili, significa che esiste una strategia per combattere tale dispersione scolastica. “Agevolata, quest’anno, dall’organico di potenziamento previsto dalla Buona scuola”, spiega Bruno Belletti, preside dell’istituto superiore Argentia di Gorgonzola, Milano, che vede la tecnologia un alleato degli insegnanti e un deterrente per alcuni studenti. Attraverso il registro elettronico ad esempio, le famiglie vengono informate in tempo reale su ciò che accade dentro la scuola.