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8 Giugno 2007

Una nuova occasione didattica

L'uso degli spazi nella scuola secondaria superiore: formazione, responsabilità, accoglienza

di Maria Grazia Mura

Il ruolo dello spazio nella scuola secondaria è troppo spesso fortemente penalizzato e racchiude opportunità decisive e importanti, sia dal punto di vista strettamente didattico, sia ad esempio nel sostenere i processi di socializzazionel’educazione alla cittadinanza o il percorso che porta i ragazzi ad acquisire positivamente il proprio ruolo sociale.
Se è vero che alla scarsa considerazione verso gli spazi contribuisce l’impostazione didattica che privilegia l’approccio teorico e la visione per discipline, è però possibile identificare diverse esperienze che mostrano percorsi alternativi nonostante la cronica mancanza di risorse della scuola e le frequenti difficoltà ad intervenire sull’architettura.
Importa ricordare che esiste un livello intermedio tra l’architettura e chi la usa (arredi, colorazioni, luce, finiture, pannellistica ) dotato di un ruolo strategico per definire sia l’identità, sia la qualità e complessità dei modi di utilizzo di uno spazio. Soprattutto a questo livello – che potremmo chiamare di strutturazione d’ambiente  può esercitarsi il comportamento attivo degli abitanti: ad esempio per caratterizzare i luoghi, attuare sperimentazioni didattiche o realizzare nuove configurazioni spaziali della comunicazione. Dal momento che l’architettura presenta spesso anche una certa lentezza rispetto al mutare delle esigenze della scuola, questo livello è strategico perchè concede agli utenti ampi gradi di libertà in relazione al modo di concepire lo spazio e consente quindi di costruire importanti sinergie con la progettazione didattica.
scale di una scuolaIn questo senso è essenziale ricordare anche il concetto di estetica dell’uso: non è indispensabile avere arredi o materiali “belli”, ma dare loro un significato in relazione a come vengono usati o abitati. È allora possibile creare bellezza a partire da qualunque ambiente si abbia in dotazione: anche se semplici o scarni gli oggetti possono essere arricchiti, decorati, selezionati e sistemati in modo da acquistare un senso e dare all’ambiente un aspetto curato e dotato di valore estetico. Lo spazio “brutto” è in primo luogo quello che soffre di trascuratezza e non ha significato per nessuno. Resta comunque prioritaria l’attenzione ai bisogni dell’adolescente, come indicano con chiarezza i pedagogisti ricordando che solo a partire da questa premessa le molte proposte possono diventare soluzioni efficaci e innescare processi di cambiamento e innovazione.

Spazio e educazione alla responsabilità 

Dal punto di vista della metodologia didattica, la disposizione tradizionale dell’aula-uditorio corrisponde ad uno schema dove è dominante la funzione di controllo degli alunni, la comunicazione è centrata sul ruolo dell’insegnante e gli scambi tra allievi all’interno dell’aula sono generalmente evitati.
Altri modelli didattici richiamano invece differenti configurazioni spaziali della comunicazione, capaci di promuovere comportamenti attivi da parte degli studenti. Modalità di gestione improntate alla responsabilizzazione  possono portare, ad esempio, a sistemazioni dello spazio che permettano lo svolgimento di compiti diversi nello stesso tempo e l’utilizzo degli spazi adiacenti all’aula per lavori di piccolo gruppo.
Altre opportunità si trovano nel responsabilizzare gli studenti rispetto alla cura dell’aula, ad esempio proponendo l’adozione di uno spazio dentro la scuola o attivando iniziative mirate a promuovere la gestione consapevole di alcune funzioni legate all’edificio, come la raccolta dei materiali riciclabili, il monitoraggio dei consumi idrici, l’attenzione al risparmio energetico.
Queste attività offrono una risposta al bisogno di acquisire un ruolo sociale, essere utile e visibile: la scuola può diventare così il primo territorio dove imparare concretamente la condivisione delle regole o l’attenzione verso gli effetti delle attività umane sull’ambiente.
L’edificio scolastico consente di insegnare l’educazione ambientale in molti modi, anche relativamente semplici da attuare, ma comunque importanti ed efficaci: dal mostrare l’impiego di tecnologie ecosostenibili, all’avviare processi di partecipazione alla gestione generale dell’edificio. Prendersi cura degli spazi della scuola  educa al rispetto ed all’interazione positiva con l’ambiente e suggerisce ricadute educative di grande importanza perchè ispira sentimenti di rispetto, risponde al bisogno di trovare soddisfazione nel proprio spazio e invita a partecipare.

Spazio e formazione

Dal punto di vista formativo l’attenzione allo spazio va incontro è tra l’altro – alla necessità di dare una base concreta all’esperienza didattica. In questo senso alcune esperienze hanno proposto il rinnovamento della secondaria a partire dalla rivalutazione dei laboratori, che assumerebbero il ruolo di vere aree specializzate, capaci di contenere testi e materiali organizzati per discipline. In questa organizzazione didattica sono gli allievi a spostarsi all’interno degli ambienti specializzati, non più gli insegnanti da una classe all’altra. Alcune scuole di metodo, come gli istituti steineriani, danno ai laboratori un ruolo fondamentale nel realizzare la continuità tra l’aspetto teorico e quello concreto della formazione.

Anche la costruzione di percorsi cognitivi individualizzati invita a rivalutare il ruolo dello spazio nell’esperienza formativa. Non si può più pensare, ad esempio, alla tradizionale conformazione ad uditorio dell’aula come unica modalità di organizzazione spaziale della comunicazione tra insegnanti e allievi e tra allievi stessi. Processi di comunicazione differenti e mirati a diversi obiettivi educativi invitano allo scioglimento del rigido schema distributivo della classe ed al suo riaggregarsi secondo modalità diversificate. Allo stesso modo, lavorare in sottogruppi o svolgere contemporaneamente attività diverse richiede altre configurazioni dello spazio comunicativo e invita, ad esempio, all’utilizzo degli spazi adiacenti alla classe, capaci di ospitare postazioni di lavoro.
L’aula diventa allora il luogo dove assumono particolare rilievo alcuni processi di comunicazione , sia cognitiva (perchè si comunicano contenuti di apprendimento), sia socio-affettiva (perchè luogo dove il gruppo classe si incontra e si riconosce), differenziandosi quindi dai laboratori, destinati all’operatività. Vista la maggiore autonomia all’interno della scuola, nell’aula che i ragazzi ritroverebbero il proprio gruppo o anche il proprio spazio personale.
La dotazione di arredi è l’elemento che mette in relazione gli utenti con i modi di utilizzo dello spazio e può facilitare queste proposte, ad esempio proponendo tavoli spostabili, carrelli mobili, un’adeguata dotazione pannellistica, un contenitore individuale dentro l’aula, luogo della propria identità all’interno della scuola.
Lo spazio arriva quindi a contribuire alla mission educativa della scuola, fino a diventare una dimensione fondante dell’esperienza formativa. L’edificio assumerebbe il ruolo di oggetto che insegna, testo tridimensionale in parte già scritto, in parte da finire di scrivere, un three-dimensional-text-book, capace di offrire luoghi connotati e articolati, continua occasione di apprendimento.
istituto d'arte P.Francesca ArezzoPoichè tra i bisogni dell’adolescente è particolarmente importante l’esigenza di svolgere attività significative, riconosciute e visibili rispetto alla società, la scuola potrebbe comprendere al suo interno spazi mostra, (link AESSE, Scuola De Berkel pagina: Interni) eventualmente aperti anche in orari extrascolastici e in grado di comunicare i contenuti dei lavori in corso ai visitatori esterni.
Lo spazio di raccordo (corridoi, atrio, scale), oltre ad ospitare le diverse aree dove incontrarsi e studiare, può diventare importante anche dal punto di vista simbolico, aiutando a sviluppare il pensiero che coglie le connessioni e la globalità. Dalla funzione che gli è propria – contenere e legare tutti i diversi ambienti tra loro- deriva infatti un valore specifico: mostrare e ricordare sempre la dimensione globale e universale come sfondo di appartenenza e di senso non solo della collettività umana, ma più in generale della realtà a cui si appartiene.

Spazio e ospitalità 

lavori dei ragazzi negli spazi di raccordo. Scuola media di AlzavoleRivalutare questo aspetto potrebbe significare operare per caratterizzare gli spazi con l’obiettivo di rafforzare l’identità del gruppo ed il senso di appartenenza al gruppo, due esigenze correlate che assumono particolare rilievo in relazione all’età. In questo senso è decisivo il ruolo dello spazio aula, che diventerebbe il luogo in cui la classe presenta se stessa, spazio di riferimento periodicamente trasformato a seconda degli interessi e della personalità dei ragazzi. Ciò che sembra indispensabile, nella scuola secondaria, è mettere in gioco le energie dei ragazzi stessi: la partecipazione alla progettazione degli spazi può essere molto efficace e contribuire in modo sostanziale a far sì che l’ambiente rifletta la loro sensibilità e venga amato e rispettato.
Lo spazio preparato dall’adulto diventa quindi una trama da completare, dove intervenire in modo significativo ma sempre aperto alle nuove elaborazioni dei gruppi che si succederanno all’interno della scuola.
Per lasciare che i giovani si riconoscano in un ambiente , è importante salvaguardare la loro autonomia, che significa a volte l’adozione di modelli estetici e comportamentali di aperta rottura sia verso la sensibilità degli adulti che verso quella dei bambini. L’ospitalità, se generalmente può essere interpretata come offerta di uno spazio armonioso, a questa età deve tener conto del differente registro emotivo degli adolescenti.
Ad esempio, la colorazione dell’aula, relativamente poco costosa e fatta dai ragazzi, già rappresenta un forte segnale di appropriazione di un luogo da parte di un gruppo.
Se si riconosce che il contatto emotivo di segno positivo favorisce l’apprendimento, allora la capacità dei luoghi di essere accoglienti e ospitali può contribuire agli obiettivi della scuola. L’architetto Lucien Kroll, che ha realizzato scuole esemplari, afferma che per fare amare questi luoghi ai ragazzi è necessario poetizzare gli spazi, renderli cioè emotivamente attivi e propositivi, dare cittadinanza al vivere soggettivo e riconoscere che abitare un luogo è un’emozione che non può essere risolta con un insieme di funzioni.
È l’apertura a questa componente vitale a far sì che un luogo diventi accogliente. Per gli adolescenti ciò significa anche offrire un certo grado di libertà interpretativa, accogliere la loro emotività, il loro bisogno di esprimere i vissuti personali. Per rendere vivibile lo spazio scolastico è necessario essere capaci di pensare le persone nella
loro interezza, dare valore alla presenza del corpo, alla sensorialità, agli aspetti psicologici, perchè è a scuola non vanno solo le teste, ma i ragazzi tutti interi .
Lo spazio offre anche un importante sostegno all’educazione alla socialità, a patto che sia in grado di accogliere e favorire diversi modi di stare insieme e comunicare. In questo senso è particolarmente importante proteggere la dimensione individuale e consentire momenti di relax per il singolo e per piccoli gruppi, oltre ai momenti destinati agli incontri di grande gruppo.
spazio connettivo per i ragazzi.È quindi fondamentale la sistemazione degli spazi di raccordo (corridoi, atrio, scale) che offrono un contributo determinante per evitare la consueta massificazione dei momenti di sosta tra le lezioni. Curare e diversificare questi ambienti li mette in grado di diventare il segno della libertà di cui godono i ragazzi all’interno della scuola, luogo della socialità da esplorare e vivere in modi diversi.
A questo scopo è possibile trovare anche soluzioni significative con risorse contenute, come l’atrio della scuola Don Borghi (Reggio Emilia) arredato con panche realizzate in autocostruzione dai ragazzi stessi.

Per concludere questa analisi, che vuole suggerire alcune linee di ricerca, è indispensabile non dimenticare che lo spazio deve dare voce alle diverse soggettività presenti nella comunità scolastica, perchè soprattutto nella secondaria inferiore la popolazione è molto eterogenea per sviluppo psico-fisico, abilità e conoscenze. Anche le differenze di provenienza culturale già presenti tra i ragazzi si accentuano a questa età, e l’ambiente quanto più è capace di riflettere le diversità tanto più è in grado di contrastare la massificazione, aiutare a personalizzare la didattica e sostenere l’educazione alla socialità.
Un esempio di armonia delle differenze ci viene dallo spazio urbano perchè è nella sua migliore accezione – è luogo di relazioni, rete che tiene insieme capace allo stesso tempo di interpretare la complessità e di dargli identità e significato. Il modello della città ha ispirato diverse scuole dove gli spazi hanno un ruolo particolarmente significativo.

Breve Bibliografia:

Zini, Michele, “Soft qualities per bambini” in  “Abitare”, marzo 2007
Marchioni, Laura, “L’ambiente preparato e l’adolescente”, in “Vita dell’Infanzia”, marzo/aprile 2006
Orsi, Marco, A scuola senza zaino, Gardolo (Tn), Erickson, 2006
Mura, Maria Grazia, Esigenze pedagogiche e sistemi di arredo, Bollettino IRRSAE Toscana, maggio 1995
Ridolfi, Giuseppe, “Partecipatory design e learning environment”, in “Costruire in Laterizio”, marzo/aprile 2002
Kroll, Lucien, Tutto paesaggio, Universale di Architettura, Torino, Edizioni Testo e Immagine, 1999