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indireinforma

22 Ottobre 2010

La classe del futuro

Intervista al Prof. Sergio Bertolotti

di Maria Grazia Mura

Il Professor Sergio Bertolotti è referente scolastico di “La classe del futuro“, un progetto complesso caratterizzato dalla sinergia tra innovazione tecnologica e sviluppo di un’adeguata strategia pedagogica.  Mirato alla definizione di un nuovo concetto di classe, dove sia possibile attuare in modo nuovo l’attività curricolare, il progetto ha come obiettivo principale la definizione e lo sviluppo di una nuova metodologia didattica, basata sull’utilizzo intensivo delle moderne tecnologie ICT.

Può spiegarci quali sono i punti principali su cui è basato il progetto?
Innovazione, network locale e cooperazione internazionale. Sono queste le dimensioni essenziali che hanno caratterizzano il progetto “La Classe del Futuro“, attivato nel 2004 e nato dalla collaborazione dell’Unione dei Comuni delle “Terre Verdiane“della provincia di Parma con le Scuole del territorio (Istituti Comprensivi San Secondo P.se, Busseto, Trecasali, Fontanellato, Salsomaggiore Terme, Direzione Didattica di Fidenza e I.C. “Ferrari” di Parma). Si è avvalso, inoltre, della consulenza scientifica di un Centro universitario, dello scambio con altri paesi europei e, nel ruolo di ente finanziatore, del contributo di un’importante fondazione bancaria della provincia di Parma (Fondazione Cariparma). Il progetto si è posto come finalità essenziale la definizione e lo sviluppo di nuove metodologie didattiche fondate sull’utilizzo organico e consapevole delle moderne tecnologie.
In particolare si è inteso perseguire gli obiettivi di:
– Migliorare e integrare la didattica tradizionale con quella fondata sulle ICT;
– Rafforzare l’interesse e la motivazione degli alunni;
– Migliorare la qualità degli apprendimenti (anche degli alunni diversamente abili o con difficoltà di apprendimento);
– Sviluppare le competenze dei docenti;
– Favorire il confronto tra le scuole delle Terre Verdiane e di queste con le esperienze di altri paesi europei.

Il perseguimento di questi obiettivi si è concretizzato in un progetto complesso che si è sviluppato attorno a tre macroaree di attività: formazione dei docenti, sperimentazione in classe e scambi internazionali. Per quanto attiene all’attività di formazione, il progetto  ha visto, nel primo anno, l’attivazione di un percorso per i docenti della scuola primaria, complessivamente 120 insegnanti, finalizzato all’acquisizione delle competenze informatiche di base necessarie ad un utilizzo consapevole delle tecnologie in classe. Nel 2005-2006 sono state attrezzate le aule multimediali nelle scuole: non laboratori informatici, ma un nuovo concetto di classe in cui l’attività didattica curricolare si sviluppa attraverso l’utilizzo delle tecnologie (computer, videoproiettore, scanner, stampante, collegamento internet e altre risorse multimediali).
Tra il 2007 e il 2009, grazie alle ulteriori risorse messe a disposizione dalla Fondazione Cariparma e a quelle acquisite con la partecipazione al progetto nazionale  “Innovascuola-primaria”, promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri (Dipartimento per l’Innovazione), è stato possibile allestire classi dotate di Lavagna Interattiva Multimediale e “isole tecnologiche” costituite da alcuni computer portatili in rete tra loro e con la LIM.
Nel suo sviluppo il progetto ha avuto nello scambio e nella cooperazione internazionale un importante fattore di crescita. L’Unione Intercomunale delle Terre Verdiane si è fatta promotrice di una serie di scambi con alcune realtà europee (Svezia, Irlanda, Spagna), che operano nella direzione dell’innovazione didattica. Il fine è stato quello di arricchire la formazione dei nostri docenti attraverso il contatto diretto ed il confronto con esperienze formative ed educative che in altri paesi hanno intrapreso percorsi di utilizzo delle tecnologie nei processi di insegnamento-apprendimento.

Il progetto è stato attivato nel 2004 in 23 classi sperimentali dall’Unione Intercomunale “Terre Verdiane”.

Come è allestito lo spazio nelle nuove classi?
attività in class con la lime e notebook
Il progetto vede come protagoniste le classi della scuola primaria. In ognuna delle aule sperimentali (una ventina) è stato possibile allestire, in aggiunta allo spazio tradizionale con disposizione frontale di cattedra e lavagna, un’area “tecnologica” con una LIM, alcuni PC (nel rapporto di uno ogni 2/3 alunni) e le rispettive dotazioni multimediali: webcam, casse acustiche, microfoni, stampanti-scanner.
Il nuovo allestimento della classe come ha influenzato le relazioni tra i ragazzi? Quali modalità di apprendimento diventano possibili?
L’introduzione del nuovo setting all’interno dell’aula tradizionale ha inevitabilmente, poco alla volta, introdotto un nuovo modo di apprendere basato sulla collaborazione, l’aiuto reciproco, la discussione di gruppo. Il nuovo modello integrato di aula ha portato con sè nuovi modelli di apprendimento, favorendo il passaggio da una lezione prevalentemente di tipo trasmissivo a una modalità di apprendimento collaborativo e costruttivo. I bambini ora si trovano a lavorare e a gestire i PC in dotazione e ad autogestirsi suddividendosi in piccoli gruppi. Quotidianamente si trovano ad affrontare problematiche comuni e dinamiche relazionali che li portano ad un confronto continuo e ad una ricerca costante di nuove strategie per la soluzione dei problemi proposti. Questa nuova realtà favorisce il rapporto paritario con i compagni di gruppo ed ha offerto l’opportunitè di portare i ragazzi all’apprendimento cooperativo e al “learning by doing”: all’apprendere facendo esperienze, condividendo le strategie con i pari. Durante le attività strutturate gli alunni sanno come gestirsi e quale parte dell’aula possono sfruttare; quando vanno nell’isola tecnologica occupano gli spazi che desiderano e si notano inaspettate combinazioni di vicinanze. I ragazzi più “deboli” tengono il posto per il compagno più “competente” che può essere loro utile come sostegno nel lavoro. Quando hanno bisogno di aiuto non si vergognano a chiederlo e lo fanno sempre più spesso fra loro. Durante i momenti di libera attività gli alunni possono accedere ai PC e scambiarsi file di testo, musica e immagini. Anche chi solitamente fatica a relazionarsi con i compagni o  più isolato nel gruppo, riesce ad esprimere richieste e si inserisce senza problemi in queste relazioni.

Come avete sostenuto i docenti in questo percorso? In che modo avete favorito l’integrazione tra innovazione tecnologica e sviluppo delle strategie didattiche?
Il progetto implica una revisione delle strategie didattiche tradizionali: il cambiamento negli stili di insegnamento è stato reso possibile, innanzitutto, dalla naturale inclinazione delle docenti coinvolte nel progetto verso l’uso sistematico e consapevole delle ICT nella didattica. Viene ricercato, comunque, un equilibrato utilizzo degli strumenti tradizionali (libri, quaderni, materiali cartacei in generale, dizionari, blocchi logici, regoli, etc..) e dei nuovi strumenti tecnologici (LIM, videoproiettore, PC, software didattici, learning objects, presentazioni multimediali, strumentazioni per la registrazione audio-video, software per le lezioni a distanza, per l’instant messaging, per il social network, etc.).
Ciò che cambia fondamentalmente è il ruolo dell’insegnante: se, da una parte, risulta sempre fondamentale la presenza dell’insegnante-regista, in quanto organizzatore delle conoscenze e conoscitore che trasmette il sapere secondo strategie consolidate nel tempo e con l’esperienza, dall’altro diventa sempre più evidente la necessità di dar spazio ad una gestione più autonoma delle attività laboratoriali e di gruppo, supportate da una impostazione organizzativa e didattica “circolare” che promuove e favorisce il cooperative learning.
La dimensione sperimentale del progetto ha reso necessaria un’attenta attività di monitoraggio e valutazione.  Questa fase è stata gestita in collaborazione con il prof. Pier Cesare Rivoltella dell’Università Cattolica di Milano (sede di Piacenza) e si concluderà con un report finale di valutazione che si incentrerà sulla valenza pedagogica del progetto, ma anche sul suo funzionamento in generale.  La valutazione servirà, inoltre, a far emergere criticità, punti di forza e, in generale, idee utili allo sviluppo del progetto.

Quali sono stati i primi risultati del progetto? Come hanno risposto i ragazzi alla sperimentazione?
attività in classe con la lavagna interattiva
L'”invasione tecnologica” nelle classi ha entusiasmato notevolmente i ragazzi, incentivandoli a creare, trasformare, realizzare e sperimentare sempre nuovi percorsi che stimolano e favoriscono lo sviluppo della creatività. La crescita di autostima è evidente ed aumenta di giorno in giorno man mano che vengono elaborate e costruite sempre nuove conoscenze, non solo di tipo informatico, ma anche estese, in maniera trasversale, a tutti gli ambiti del sapere.
Da parte loro sono state acquisite nuove abitudini legate alla condivisione di spazi comuni e nuove responsabilità nella gestione consapevole del materiale in dotazione. Impegno serio, quindi, ma anche tanto divertimento caratterizza lo svolgimento quotidiano delle attività didattiche. Grazie all’utilizzo delle tecnologie gli alunni hanno affinato la capacità di ragionare in modo più consapevole e di  riflettere in modo costruttivo per trovare soluzioni ai problemi posti. Questi sono due aspetti che con evidenza abbiamo potuto osservare nei bambini, i quali riescono a porsi domande e a trovare risposte in modo più autonomo, trovando nelle tecnologie una risorsa preziosa.

Quali sono i prossimi obiettivi del progetto?
L’attuale fase del progetto conferma alcuni obiettivi degli anni precedenti e ne sviluppa altri, tramutandoli in nuovi traguardi da perseguire. I più significativi si possono così sintetizzare:

– Rendere i bambini e i ragazzi protagonisti del loro apprendimento;
– Sviluppare e diversificare le soluzioni tecnologiche;
– Assicurare la continuità scolastica del metodo/modello;
– Ampliare e rafforzare l’uso della multimedialità nelle classi in coerenza con le Indicazioni Nazionali per il curricolo;
– Sostenere concretamente la sperimentazione;
– Individuare nuovi strumenti e strategie di coordinamento delle attività. Una parte del progetto viene dedicata alla sperimentazione dei linguaggi/strumenti che possono arricchire la didattica e accompagnare l’insegnante nella progettazione delle attività in classe, anche attraverso esempi concreti e buone pratiche. Un’altra importante parte del progetto intende fornire una serie di indicazioni teoriche e metodologiche di ampio respiro relativamente all’introduzione delle ICT nella didattica, anche attraverso l’uso della LIM come tecnologia:
– per comunicare
– per costruire
– per collaborare
– per condividere/documentare.

In questa ulteriore fase del progetto si punta, inoltre, all’ampliamento e alla diversificazione dell’offerta tecnologica. Se da una parte, infatti, si intende attrezzare alcune classi presso le scuole secondarie di I grado secondo il modello sperimentato in questi anni presso le scuole primarie, dall’altra l’idea è quella di diversificare le dotazioni tecnologiche presso le scuole primarie, fornendo a ciascuna scuola coinvolta la possibilità di sperimentare nuove soluzioni tecnologiche e quindi la possibilità di attivare nuovi percorsi e strumenti didattici. Infine, l’obiettivo delle diffusione e disseminazione dei risultati verrà perseguito attraverso due strumenti principali: a) produzione, come nel caso della prima fase del progetto, di una pubblicazione digitale che sia documentazione, valutazione e strumento di diffusione dell’innovazione;
b) sviluppo del sito web www.laclassedelfuturo.it – già realizzato nell’ambito della prima fase – che dovrà essere ampliato e arricchito dai contributi e dai prodotti realizzati in questa seconda fase del progetto.

Alle risposte hanno collaborato le insegnanti Annamaria Ronchetti, Elisabetta Diemmi e Viviana Chiovaro.