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indireinforma

12 Giugno 2013

Aula 3.0: la parola ai protagonisti

Le considerazioni dei docenti che hanno ideato e realizzato questo spazio innovativo e dei ragazzi che stanno vivendo la sperimentazione

di Rudi Bartolini

L’ITS Pacioli di Crema è una scuola di riferimento del progetto “Editoria Digitale” e rappresenta un esempio importante di innovazione didattica a livello nazionale. Un istituto all’avanguardia e aperto al confronto internazionale, come ben descrive l’articolo di Elena Mosa Le lezioni tra le nuvole dello scorso 30 ottobre.

Attraverso il contatto con esperienze europee e internazionali, l’Istituto lombardo ha maturato la consapevolezza che le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie, per esprimersi pienamente, devono contare su un ripensamento generale dell’attività didattica: sia a livello metodologico che degli spazi fisici dove essa si svolge.

Su quest’ultimo aspetto, ossia gli spazi e le architetture scolastiche, l’ITS Pacioli ha sviluppato un proprio modello denominato “Aula 3.0”, dove tecnologie digitali e arredi si “muovono” in stretta sinergia, gli spazi si riconfigurano a seconda delle diverse esigenze didattiche, per favorire la collaborazione fra studenti e migliorare la qualità degli apprendimenti.

Intorno al modello Aula 3.0, nell’ambito del progetto di ricerca Indire “Quando lo spazio insegna”, è stato organizzato il 27 e 28 maggio, nelle sedi dell’Istituto Pacioli, il seminario formativo “Aula 3.0, una possibile risposta alla scuola del futuro” volto a sviluppare la riflessione su questi temi con il contributo di esperti e studiosi.

L’evento è stato anche l’occasione per intervistare i protagonisti della sperimentazione, i docenti e gli studenti del Pacioli, e scoprire direttamente dalle loro parole impressioni, difficoltà e aspettative sul percorso intrapreso.

Col prof. Giuseppe Tiranti abbiamo affrontato gli aspetti infrastrutturali e tecnologici dell’“Aula 3.0”, in particolare:

  • l’importante dotazione hardware dell’istituto;
  • la connessione Wi-Fi che raggiunge tutti gli ambienti della scuola ed è accessibile a tutti gli studenti; ciò rende l’Aula 3.0 aperta ai contenuti e alle possibilità comunicative della Rete (e lo sarà ancora di più con l’arrivo della fibra ottica!);
  • il setting tecnologico particolarmente facile da usare e flessibile, che permette ad ogni insegnante di trovare la configurazione più efficace per i propri obiettivi didattici.

 

 

La prof.ssa Nayla Renzi si è invece soffermata sugli aspetti didattici e comunicativi: sul ruolo giocato dagli spazi e dagli arredi, su come quest’ultimi siano studiati per favorire la collaborazione fra i ragazzi, sul diverso modo di relazionarsi del docente nei confronti della classe.

 

 

Infine le impressioni dei ragazzi del Pacioli, i quali oltre agli aspetti positivi hanno sottolineato possibili criticità della soluzione Aula 3.0. A fronte della maggior parte che si sofferma sul “maggior coinvolgimento”, l’importanza di “navigare in Internet”, l’interattività del digitale contrapposta ai “libri noiosi”, la comodità della nuvola di Google per “comunicare con i professori e ricevere le comunicazioni di segreteria” e la possibilità di “fare lezione in lingua inglese”,  c’è anche chi dice “ci potrebbero essere più occasioni di distrazione” e “qualche ragazzo cercherà la scorciatoia”.

 

 

Il dibattito sulla scuola del futuro rimane aperto, ma esperienze sperimentali come quella dell’Istituto Pacioli di Crema rappresentano un passo importante per iniziare, concretamente, ad immaginarla.

 

Foto: Istituto Tecnico Pacioli di Crema