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1 Ottobre 2013

Una rete semantica per i contenuti della formazione

Pon Educazione linguistica e letteraria in un'ottica plurilingue

di Loredana Camizzi, Laura Coscia

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Il 31 agosto scorso si è conclusa l’ultima edizione del corso di formazione Pon Educazione linguistica e letteraria in un’ottica plurilingue, la quarta dall’inizio del progetto, che ha visto coinvolti circa mille docenti di lingua italiana, lingue straniere e lingue classiche di scuola secondaria di primo e secondo grado. La principale novità di quest’anno è stata la proposta di una mappa di navigazione che permette nuove modalità di fruizione dell’ampio corpus di contenuti che costituiscono l’offerta formativa del progetto (più di cento tra materiali didattici e teorici).
Il docente in formazione da quest’anno ha potuto interrogare i contenuti in base a funzioni di ricerca di tipo semantico e concettuale, che gli hanno permesso di costruire unpercorso di studio e sperimentazione personalizzato in base ai propri bisogni formativi e a quelli della classe.

1. I motivi della scelta / I bisogni

Per comprendere le motivazioni che ci hanno portato a sviluppare quella che chiameremo da ora in poi “Mappa di navigazione”, è necessario ripartire da quelle che sono le due maggiori direzioni di studio, progettazione e sperimentazione che hanno caratterizzano il progetto: da un lato la realizzazione di un ampio corpus di materiali sui nodi principali dell’educazione linguistica, dall’altro la costruzione di un modello di formazione in cui si richiede al docente di progettare e sperimentare un’attività in classe seguendo una metodologia ispirata alla ricerca-azione, in cui sia centrale la riflessione sui bisogni degli studenti, sul contesto e il riferimento costante a fonti scientifiche.

I materiali, infatti, sono così caratterizzati:

– si sviluppano attorno a temi generali e trasversali (aree tematiche) dell’educazione linguistica e letteraria, intesa come educazione linguistica generale secondo la definizione del Quadro comune di riferimento europeo delle lingue (QCER);

– in base ad un approccio plurilingue propongono metodi e concetti riferibili a tutte le lingue insegnate nel segmento scolastico interessato dal corso (scuola secondaria di I grado e biennio della scuola secondaria di II grado): italiano, lingue straniere e lingue classiche;

– sono organizzati in materiali di studio, percorsi formativi e progetti da sperimentare in classe (Vedi Figura 1: Struttura di una singola area didattica) in una visione che considera imprescindibili gli aspetti teorici e quelli pratici della professione docente (“docente riflessivo”);

– sono connessi tra loro al di là dell’area tematica di cui fanno parte da fili trasversali e continui collegamenti concettuali.

Questo corpus è stato organizzato fin dalla nascita di questo progetto pluriennale, con successive integrazioni, in maniera gerarchica secondo una tassonomia che a partire dalle aree tematiche presenta in sequenza i materiali più teorici fino a quelli più pratici, con il fine di proporre, anche nella struttura, quel processo continuo di rimando dalla teoria alla pratica e viceversa richiesto dalla metodologia della ricerca-azione. Questa architettura, pur assolvendo la sua funzione orientativa, è risultata comunque troppo rigida rispetto alle caratteristiche e alla filosofia con cui sono stati creati i contenuti. Infatti, i collegamenti tra teoria e pratica sono presenti non solo al livello degli interi oggetti ma anche tra le singole parti di essi, in una trama molto più complessa, che non era sufficientemente espressa e valorizzata. Un’analoga problematica si riscontrava anche per i numerosi collegamenti concettuali e di approfondimento trasversali tra temi diversi presenti nel corpus, difficilmente rintracciabili da una rete parziale e poco sistematica di link ipertestuali.

Il docente o il gruppo di docenti in formazione che doveva costruirsi un percorso di studio e sperimentazione personalizzato in base ai propri bisogni formativi e a quelli delle classi non era facilitato ad individuarlo nella complessità di contenuti tanto ricchi e numerosi. La costruzione di piste di lettura autonome è uno dei compiti richiesti nel corso e presuppone una conoscenza piuttosto approfondita dei contenuti. Una riflessione su queste problematiche ha portato il gruppo di progetto insieme al Comitato Tecnico Scientifico a studiare uno strumento che rendesse più agile questa operazione. In particolare hanno lavorato insieme a noi alla progettazione gli esperti Carmen Dell’Ascenza, Simona Di Bucci, Rosanna Ducati, Annarosa Guerriero e Gianni Sega.
A conferma di questa esigenza è emerso dai monitoraggi delle diverse edizioni del corso e dall’analisi della documentazione del processo realizzata da tutor e corsisti, che una parte di questi non riusciva ad intraprendere un reale percorso di ricerca-azione. Era necessario, oltre ad una migliore definizione degli strumenti metodologici e della formazione dei tutor, intervenire anche sui contenuti perché costituissero un effettivo aiuto in una progettazione in ambito di ricerca-azione.
Una soluzione a queste necessità è stata individuata nell’esplicitare, al di là della tassonomia di partenza, le connessioni di significato e concettuali che legano le risorse trasversalmente, in modo da permettere indagini mirate agli utenti. Tali collegamenti dovevano esplicitare soprattutto le relazioni funzionali alla costruzione del percorso formativo e didattico, come per esempio, la ricognizione teorico-metodologica che precede la predisposizione di un percorso didattico e le possibili applicazioni pratiche con i discenti. Accanto a questo sarebbe stato utile poter effettuare una ricognizione dei concetti fondamentali, degli “argomenti”, sottesi al corpus per intraprendere percorsi tematici.

Per realizzare un sistema simile si è pensato ad un’organizzazione reticolare, che metta in collegamento parti specifiche dei singoli materiali, in una sorta di mappa di lettura e navigazione concettuale e semantica.

L’opportunità di corredare i contenuti dell’offerta formativa con informazioni di tipo concettuale e tematico è, inoltre, divenuta più cogente in occasione dell’apertura da parte dell’Istituto di un sito di consultazione libera dei materiali provenienti dalle formazioni PON, il sitoRisorse per docenti dalle formazioni nazionali. Dal momento in cui i contenuti possono essere esplorati senza la guida di un tutor o di un esperto e al di fuori di un percorso di formazione strutturato, diviene ancora più necessario favorire la ricerca di informazioni e la costruzione di percorsi di formazione o sperimentazione [1].

2. Il contesto

Facendo una ricerca sulle possibili soluzioni adottate in contesti analoghi, abbiamo individuato nel concetto e nella tecnologia del web semanticoun modello mutuabile con i dovuti adattamenti al nostro progetto.

Nel campo della rappresentazione della conoscenza e dei sistemi di archiviazione e organizzazione delle risorse digitali, già da una decina d’anni si è affermato un metodo di classificazione dei contenuti basato su reti di concetti e significati, più che su connessioni semplicemente sintattiche (quelle che caratterizzano l’ipertesto). Ogni risorsa di un determinato dominio tematico è accompagnata da una serie di informazioni concettuali e semantiche che la mettono in connessione con altre risorse al fine di permetterne un’esplorazione per concetti. Le mappe tematiche (Topic maps) che vengono così costruite sono destinate, afferma nell’articolo Pepper The TAO of topic maps, ad implementare “new ways of navigating large and interconnected corpora”. Le componenti fondamentali di una mappa topica sono gli argomenti (topics) che vengono richiamati a corredo di risorse in un certo numero di luoghi (occorrenze) e che possono essere collegati tra loro da associazioni, proprio come in un thesaurus. Questa struttura tipica ormai del knowledge management ha trovato spazio anche nella progettazione di soluzioni didattiche e formative con:

– la creazione di repository di oggetti didattici digitali accompagnati da un bagaglio di informazioni di contenuto (LOM) che permettono la creazione di un percorso di formazione personalizzato ai diversi utenti;

– l’impiego di modelli descrittivi di oggetti didattici digitali che dialogano con la struttura formativa (LMS) che li contiene per tenere traccia del percorso di apprendimento intrapreso (per es. SCORM).

Tali modelli sono costruiti in base a standard in grado di dialogare con altri repository a livello nazionale e internazionale.
Ma la riflessione in merito sembra ancora aperta e si immaginano scenari più significativi per l’integrazione delle tecnologie semantiche in ambito formativo, soprattutto in relazione ad ambienti di apprendimento di tipo sociale. L’aspetto di questo settore di studi che ci è sembrato più significativo per i nostri fini è stata la possibilità che questa tecnologia offre di passare da “una rete di risorse” [2] ad una rete di connessioni concettuali e semantiche trasversali al di là di una rigida tassonomia di partenza, e di effettuare una navigazione tra i contenuti di un determinato dominio (nel nostro caso l’educaizone linguistica)esplorandone la struttura concettuale.

E in particolare accanto all’individuazione dei concetti e delle loro occorrenze, abbiamo utilizzato questo modello per identificare le tipologie di relazioni che ci interessavano maggiormente e, di conseguenza, per renderle rintracciabili in maniera sistematica tra i contenuti.

Il nostro obiettivo è stato principalmente quello di costruire relazioni tra le risorse dal punto di vista formativo, che aiutassero il docente ad esplorare in maniera significativa i contenuti e contemporaneamente trasmettessero un metodo di lavoro da portare nella pratica quotidiana. Le domande che stanno dietro queste relazioni possono essere: quale teoria sta dietro un’attività didattica? Qual è la possibile applicazione di una metodologia? Quali percorsi di approfondimento si possono fare? E la normativa di riferimento?
Quello che serviva quindi era, oltre ad una rete di concetti, una sorta dimeccanismo intelligente, un “sistema esperto” [3]che fosse in grado di rispondere a problemi e domande dell’utente, seppur già determinate, sulla base di un motore inferenziale che mettesse anche in connessione quelle domande con i concetti presenti nel database.
In questo senso abbiamo trovato ispirazione, oltre che nel modello di alcune mappe topiche, anche in un sito, Engine for Education, che, in un ambito molto simile a quello del nostro progetto propone una navigazione dei contenuti che può essere condotta sia in base ad un indice dettagliato sia attraverso delle funzioni di ricerca che individuano relazioni analoghe a quelle che ci interessavano: dammi un esempio, cosa bisogna fare, cosa bisogna evitare ecc.

Engine for Education è una organizzazione no-profit dell’Institute for the Learning Sciences (ILS) fondata da Roger Schank, noto ricercatore nell’ambito dell’applicazione delle teorie cognitive all’apprendimento e nell’Intelligenza artificiale, presso la Northwestern University. Come per questo sito anche nel nostro caso si è trattato di costruire un sistema esperto che, sulla base di una base di conoscenza relativa ad un determinato dominio, potesse rispondere ad un certo numero e tipo di problemi e di domande dell’utente.

 

3. La realizzazione

A partire dall’analisi di queste esperienze e suggestioni e dal confronto con il nostro contesto si è avviata l’attività di progettazione della mappa di navigazione e lettura dei materiali del Progetto. Questa attività ha comportato più fasi di studio e progettazione da parte di figure diverse.

Con gli esperti è stata avviata una riflessione peridentificare, in base agli obiettivi del progetto e alla filosofia insita nei materiali, le funzioni di ricerca essenziali alle quali avrebbe dovuto rispondere la mappa. Come già accennato, si è voluto privilegiare quei movimenti, quelle relazioni bidirezionali di ricognizione teorica / applicazione didattica e di approfondimento trasversale che sono sembrati i più significativi in un contesto di ricerca-azione.

Sono stati, inoltre, individuati un elenco di topics tematici e concettualiattraverso i quali gli utenti possono esplorare il corpus per concetti e temi.
Accanto a queste funzioni principali sono state aggiunte altre più esterne e di contesto che mettono in collegamento il materiale del progetto con altri contenuti esterni.

Si illustrano le funzioni di collegamento scelte per la mappa di navigazione:

  1. Dammi qualche esempio: si attiva solosesi tratta di un materiale di studio e serve a richiamare contenuti di tipo operativo e/o attività didattiche prevalentemente presenti nei “percorsi” e in “progetti ed esperienze”, con un movimento che va dalla teoria alla pratica per supportare il docente nella progettazione didattica.
  2. Che cosa c’è dietro: si attiva solo se si tratta di un percorso o di un progetto e serve a richiamare parti espositive dei materiali di studio e/o esposizioni teoriche presenti in altri materiali, con un movimento in questo caso dalla pratica didattica al quadro metodologico- disciplinare che ad esso deve essere sotteso.Le voci 1 e 2 hanno la funzione di ricostruire in maniera più esplicita e capillare i rimandi tra teoria e pratica che caratterizzano il progetto.
  3. Per saperne di più: collega il contenuto che si sta leggendo ad altri contenuti di tipo teorico o operativo che affrontano in modo diverso lo stesso tema o temi affini. Si tratta della funzione che apre più ponti e connessioni tra materiali, temi e concetti, e rende più complessa e ricca la rete semantica della mappa.
  4. Altri riferimenti sito/bibliografici: è il luogo in cui inserire altre voci oltre a quelle già presenti nella bibliografia essenziale all’interno del materiale, per tenere il materiale aggiornato senza dover modificare ogni volta l’oggetto (operazione che diviene sempre più difficile e oneroso via via che la tecnologia con cui sono stati fatti diviene più obsoleta). Il sistema della mappa è progettato per essere un sistema dinamico che dovrebbe permettere con maggiore semplicità il suo aggiornamento da parte della redazione. Inoltre, potrebbero essere inseriti, se necessari e coerenti, rimandi alle sito-bibliografie già presente in altri materiali.
  5. Argomenti ricorrenti: è una funzione che permette di visualizzare e navigare i contenuti sulla base di concetti trasversali ad essi sottesi, che consente al docente in formazione o in autoformazione di esplorare il corpus per concetti e temi, richiamando tramite una funzione di ricerca tutti i materiali che rispondono a quel descrittore.Tali argomenti non ripetono, ma sono complementari alle aree tematiche con cui è strutturato il corpus del progetto (lessico, lettura, scrittura..). Costituiscono, infatti, un ulteriore filtro per la ricerca e la navigazione tra i materiali secondo concetti chiave selezionati dal Comitato Tecnico Scientifico del progetto come particolarmente importanti per il docente, quali “competenza”, curricolo”, “linguaggio”… Seguendo, quindi, il modello delle topic maps proprie del web sematico è possibile, attraverso questa ulteriore possibilità di accesso ai contenuti, avere la percezione della rete concettuale e semantica sottesa a tutto il corpus ed effettuare ricerche mirate anche in tal senso.
  6. Navigare oltre Poseidon: collegamento a materiali di altri progetti presenti nel sito “Risorse per docenti dalle formazioni nazionali”(o anche di altri progetti ancora) che trattano argomenti affini o propongono approfondimenti di aspetti specifici utili ad avere una visione più completa dell’argomento del materiale di cui si sta prendendo visione.
    Il nome Poseidon non è il titolo ufficiale del progetto PON, ma il nome che identifica il modello, la proposta (in quanto nome del primo progetto che ha adottato questa filosofia, Il piano Nazionale Poseidon).
  7. Cosa dicono i documenti ufficiali: riferimenti a parti specifiche dei documenti di indirizzo ministeriali (Indicazioni per il curricolo, linee guida per le superiori), documenti di rifermento italiani e/o europei (per es. Quadro di riferimento Invalsi, QCER, Raccomandazione del consiglio d’europa, Caarap, Framework OCSE, Documenti del Centro Europeo per lingue moderne, documenti sul plurilinguismo del Consiglio d’Europa…). L’idea è quella di aiutare il docente a collocare il suo percorso di formazione in una quadro più ampio, anche istituzionale.Le ultime due etichette (6 e 7) sono nate dall’opportunità offerte dal sito “Risorse per docenti dalle formazioni nazionali”. Infatti, a differenza delle precedenti che rimangono prevalentemente dentro il progetto, queste lo mettono in collegamento con altri progetti naturalmente in primis quelli delle altre formazioni PON (per es. il progetto di Pon Lingua, letteratura e cultura in una dimensione europea)in modo da suggerire piste ulteriori di lettura e nessi con i documenti ufficiali di riferimento: questa esigenza è diventata ancora più forte per l’Istituto e il MIUR nel momento in cui questi i materiali sono divenuti di libero accesso. Nello specifico tali etichette sono.

Accanto alle funzioni di ricerca ce ne sono altre di orientamento:

Dove sono: rimanda all’Indice dettagliato dei materiali mostrando dove si colloca la sezione/schermata che si sta leggendo, sia per dare conto del contesto di riferimento specifico di quanto si sta leggendo e del quadro complessivo insieme, sia per evitare che l’utente si perda nella navigazione trasversale.

Indice argomenti ricorrenti: attraverso cui è possibile accedere all’elenco completo dei topics organizzato ad albero: in argomenti “madre”, argomenti specifici e luoghi in cui sono trattati.

In ogni momento è, inoltre, possibile tornare alla schermata precedente (cliccando “Torna all’oggetto precedente”) oppure alla schermata dalla quale l’utente è partito nella sua navigazione attraverso la mappa (cliccando “Torna all’oggetto principale”). Queste due funzioni sono un importante ausilio alla navigazione consapevole dell’utente, che in ogni momento sa dove si trova, da dove è partito e il percorso da lui effettuato, evitando il rischio di un disorientamento nella ricchezza dei contenuti e delle possibilità di navigazione.

Sulla base delle funzioni individuate, gli esperti hanno intrapreso un lavoro di lettura e analisi di tutto il corpus alla ricerca delle relazionie le hanno catalogate in un lavoro meticoloso di descrizione e meta-datazione. (Vedi Figura 2).

Questo crescente bacino di dati ha richiesto il parallelo studio e laprogettazione di un database che potesse supportare l’inserimento di quelle informazioni e la loro associazione ai contenuti già esistenti del progetto e che permettesse di richiamarle di volta in volta a seconda di quali relazioni venissero ricercate dall’utente. Il database è stato realizzato grazie al linguaggio di programmazione MySql, mentre la funzione di richiamo a seconda del tipo di ricerca effettuata è stata programmata col linguaggio di programmazione Php dal Dipartimento dei Sistemi informativi dell’Indire.

Questo sistema di dati e relazioni è passibile di numerosi utilizzi ai fini della rappresentazione semantica di quei contenuti, della ricerca e di attività di analisi.

Dal punto di vista della modalità di visualizzazione era importante per i nostri obiettivi che le informazioni associate a ciascun contenuto fossero immediatamente visibili, come nell’esempio del sistema di Engine for Education, e non presenti in una sorta di LOM invisibile a prima vistaall’utente. Così, col Dipartimento dei sistemi informativi e dell’Ufficio comunicazione, è stata studiata un’interfaccia utente che prevede l’aggiunta, nelle singole schermate dei learning objects, di una sorta di cornice in cui sono accessibili le nuove informazioni, come una seconda dimensione della navigazione, una porta che metta in collegamento quella unità di contenuto con altre risorse del corpus ed esterne.

4. Esempi

Per entrare nella logica del tipo di connessioni che si possono rintracciare tramite la mappa proponiamo un possibile percorso di esplorazione a partire da una specifica sezione del materiale di studio “Didattica della scrittura” [4]:

Se un utente sta visionando la pagina “Scrivere per studiare”del materiale “Didattica della scrittura” troverà una definizione e un approfondimento sulla scrittura per lo studio e sulle sue diverse forme. L’argomento è qui trattato a livello teorico, ma tramite la funzione “Dammi qualche esempio” della mappa può rintracciare degli esempi di attività ad esso collegati presenti in altre parti dell’offerta formativa:
– attività di esercitazione e riflessione per il docente, per esempio: “Riassumere, nel percorso di S. Rossi
– spunti per attività da sperimentare in classe per es.: “Applicazione del Metodo Cornell nella scuola secondaria di I grado: italiano, di R. Corradini

Invece se a partire sempre dalla pagina “Scrivere per studiare” del materiale “Didattica della scrittura”, vogliamo fare un approfondimento, per esempio, sull’uso degli ambienti digitali di scrittura nelle operazioni di riscrittura, possiamo selezionare nell’etichetta “Per saperne di più” il percorso: Gli ambienti digitali di scrittura e riscrittura di testi, di M. Ambel e M. Guastavigna.

Continuando poi ad esplorare le funzioni di navigazione relative alla pagina “Scrivere per studiare” del materiale “Didattica della scrittura”, dall’etichetta “Argomenti ricorrenti” vedremo che questa schermata è associata all’argomento “Abilità di studio”. Se lo selezioniamo, apriamo una scelta di pagine del corpus in cui possiamo indagare, appunto, il concetto “Abilità di studio”.
Con un procedimento inverso, se ci interessa un concetto specifico possiamo aprire l’indice degli “Argomenti ricorrenti” scegliendo quello che ci interessa approfondire, come l’argomento “Competenza di scrittura”. Selezionandolo dall’indice, accediamo ad una selezione di pagine delcorpus che trattano questo argomento, per esempio: “Smontare una competenza complessa”del materiale “Didattica della scrittura”.
Inoltre, se in qualsiasi momento ci sentiamo disorientati rispetto al percorso effettuato, possiamo selezionare la funzione “Dove sono” per capire dove ci troviamo rispetto all’architettura tematica del corpus.
La correttezza e la significatività delle connessioni è garantita dalla scelta effettuata dagli esperti disciplinari del CTS, ma allo stesso tempo il docente può costruirsi, in tutta sicurezza e passo per passo, un proprio percorso di studio e progettazione.

5. Commenti e suggerimenti dagli utenti

La pubblicazione della mappa nell’ambiente di formazione Pon Educazione linguistica e letteraria in un’ottica plurilingue è stata accompagnata dall’apertura di un Blog dove abbiamo raccolto da parte di corsisti e tutor le impressioni e i suggerimenti rispetto a questa nuova possibilità di fruizione dei materiali.
L’intento era quello di comprendere l’effettiva utilità e le diverse possibilità di utilizzo dello strumento al di là di quanto immaginato in sede di progettazione.
La partecipazione è stata maggiore delle aspettative e la risposta è stata molto positiva sia da parte dei tutor, figure fidelizzate ed esperte dell’offerta formativa, sia dai corsisti.
In particolare sono emersi i seguenti aspetti, per i quali riportiamo le dirette testimonianze dei protagonisti.

a. Si riconosce alla mappa un’indispensabile funzione di orientamentonel mare magnum dei materiali del progetto, a volte fonte di smarrimento per i corsisti alle prime armi per la quantità e la ricchezza concettuale e tematica dei contenuti.

Dai tutor

Non è da poco, ho notato che il trovare le fila tramite la mappa permette di non perdersi e ritrovare ciò che si stava “indagando”.

La variabile tempo, infatti, a fronte della quantità dei materiali, non è un fattore affatto trascurabile, perché il tempo relativamente ridotto porta a due potenziali atteggiamenti: 1. leggere SOLO una piccola parte dei materiali, indirizzando aprioristicamente la propria scelta fin dall’inizio (e sembra essere l’atteggiamento presupposto da chi fin dal primo incontro vorrebbe individuare il percorso da sviluppare); 2. tentare di leggere più materiale possibile ma senza alcuna linea logica, il che può condurre a confusione e anche ad un senso di inadeguatezza tale da indurre perfino all’abbandono del corso.
La mappa mette ordine, suggerisce, senza vincolare, alcuni dei”fili” possibili, aiuta a non smarrirsi.

Dai corsisti

L’uso della mappa è fondamentale. Ritengo che ti aiuti subito a centrare i punti salienti dell’argomento, evitando di perdere tempo, vista la mole di lavoro che comporta.

La mappa è veramente una parte che completa e arricchisce l’ambiente online. È una guida che mi sta aiutando mentre navigo alla ricerca di materiali che mi interessano e stimolano la mia curiosità.

b. Allo stesso tempo la mappa si è configurata come un’utile guida per l’esplorazione mirata dei contenuti in base ai bisogni formativi e didattici.

Dai tutor

La mappacrea quei “collegamenti naturali” attraverso “dammi qualche esempio” o “per saperne di più” che realizzano una comprensione dei contenuti logica ed approfondita che permette nell’immediatezza il passaggio all’acquisizione dei materiali. Cosa che prima accadeva solo dopo più riletture, scelte motivate del corsista ad approfondire, che, solo a quel punto, sapeva mettere in relazione tematiche, percorsi, progetti. Questa mappa invece guida ad uno studio strutturato, ma sempre personalizzato che sin da subito consente al corsista di identificarsi in un profilo professionale più consono a ciò che la nostra scuola richiede per seguire e guidare le nuove generazioni di studenti.

Permetterà al docente, una volta trovata l’area o il tema di interesse di effettuare una ricerca mirata in funzione di una parola chiave e di collegare i sapere e le attività in maniera originale e personale.

Dai corsisti

Ho molto apprezzato gli strumenti posti per evitare di “smarrirsi” fra i contenuti […] che hanno velocizzato di molto la lettura e il percorso di progettazione.

c. Inoltre sono emersi alcuni utili suggerimenti d’uso.

– Alcuni tutor ne hanno sperimentato l’impiego nei primi momenti della formazione per comunicare meglio la filosofia del progetto ai corsisti, al di là delle divisioni formali tra le diverse aree tematiche.

Dai tutor

La mappa di navigazione ed in particolare il “Dove sono” sono stati particolarmente apprezzati durante il primo incontro in presenza dai corsisti. Una sorta di bussola che supporta i docenti nella navigazione spesso ostacolata … dall’enorme e varia quantità di materiali a disposizione.

– Altri hanno ritenuto più proficuo utilizzare la mappa nel momento delle progettazione dell’attività da sperimentare in classe (uno delle fasi del percorso), quando è stato necessario fare delle ricerche miraterispetto alla propria attività progettuale.

Dai corsisti

La mappa è strutturata molto bene; essa fornisce un quadro completo dell’argomento ed è di notevole aiuto nella progettazione della tematica scelta.

Ho trovato molto importante l’utilizzo di questa nuova struttura di navigazione chiamata mappa […] Ho tratto degli spunti utili soprattutto durante la sperimentazione in classe.

Personalmente sto elaborando un progetto su interlingua (sto studiando l’errore), ma ho notato connessioni stimolanti col parlato e la mediazione linguistica, per dire le aree più vicine, ma imput notevoli mi arrivano anche da altro.

– Infine, qualcuno ha testimoniato di aver trovato utile rivedere alla luce delle nuove connessioni suggerite dalla mappa quanto già approfondito di una singola area tematica, nell’ottica di una riflessione più ampia.

Dai tutor

Credo che la mappa torni utile soprattutto a fine corso, quando si può rivedere tutto con più tempo per la riflessione personale.

Dai corsisti

Devo dire che la mappa di navigazione mi è tornata molto più utile a metà percorso che all’inizio […] verso la fine del percorso ritornare sulla mappa ha avuto un senso […] ci ha messo nelle condizioni di riflettere su tutti i nodi di navigazione fatti di continui intrecci e ritorni.

I suggerimenti e le riflessioni raccolte in quest’occasione crediamo che possano fornirci utili spunti per immaginare altri possibili sviluppi della mappa dal punto di vista delle possibilità di ricerca e di personalizzazione del percorso formativo anche nell’ottica di un utilizzo di questi contenuti in una situazione di autoformazione attraverso il repository libero Risorse Docenti PON. Allo stesso tempo molte sono le suggestioni relative alle possibilità di studio dei dati e dei comportamenti degli utenti per chi ne ha realizzato la progettazione della mappa.

Ricordiamo che dei temi trattati nell’articolo, si parlerà in occasione della manifestazione “Tre giorni per la Scuola 2013“, in programma a Napoli dal 9 all’11 Ottobre, cui l’Istituto Indire parteciperà con un proprio stand (Stand MIUR, Autorità di gestione PON/Indire). In particolare nel pomeriggio del giorno 9 Ottobre, sono previsti interventi di docenti, riguardanti l’Educazione linguistica e letteraria in un’ottica plurilingue e la Lingua, letteratura e cultura in una dimensione europea – area lingue straniere e area italiano.

Note

[1] Obiettivi di questa operazione, definita “Porta il PON a scuola” sono:

1. valorizzare ciò che è stato realizzato con gli investimenti PON nelle regioni “Obiettivo Convergenza” nel 2007-2013;

2. dare la possibilità di fruizione degli oggetti didattici anche alle scuole non facenti parte delle regioni “Obiettivo Convergenza”;

3. disseminare materiali didattici che insistono su alcune tematiche che interessano l’intero sistema scolastico.

[2] Vivanet, G., Fondamenti per una teoria dell’apprendimento semantico, p. 940.

[3] Norvig, P. Russell Stuart, J., Intelligenza artificiale. Un approccio moderno, Vol 1, Pearson, 2005.

[4] Alcuni suggerimenti dati dalla prof.ssa Guerriero del CTS in occasione del seminario di formazione tutor, un possibile percorso di esplorazione.

Bibliografia essenziale

  • Adorni, G. Coccoli, M. Vivanet, G. Educational Concept Maps: a Knowledge Based Aid for Instructional Design, DMS 2011. in “The 17th International Conference on Distributed Multimedia Systems. Workshop on Distance Educational Technology”, 18-20 August 2011, Florence, Italy. Knowledge Systems Institute Graduate School. ISBN 1-891706-30-6.
  • Camizzi, L. (2005) Soluzioni digitali per l’educazione linguistica, Indire
  • Camizzi, L. (2011) Insegnare a leggere si può, Indire
  • Meschini F., Topic maps. How I learned to stop worrying and love metadata, Bollettino AIB, ISSN 1121-1490, vol. 45 n. 1 (march 2005), pagg. 59-73.
  • Pepper S., The TAO of Topic Maps – Finding the Way in the Age of Infoglut, in”XML Europe”, Paris, 12-16 June 2000.
  • Norvig, P. Russell Stuart, J. Intelligenza artificiale. Un approccio moderno Vol 1, Pearson, 2005
  • Panzavolta, S. (2003) Web semantico e gestione dell’informazione in rete, Indire
  • Vivanet G., Fondamenti per una Teoria dell’Apprendimento Semantico, in Minerva T., Colazzo L. (a cura di) Atti VIII° Congresso Sie-L (Società Italiana di E-Learning) 2011, “Connessi! Scenari di Innovazione nella Formazione e nella Comunicazione”. Reggio Emilia, 14-16 settembre 2011. Edizioni Ledizioni.
  • Vivanet G., Modelli descrittivi di oggetti per l’apprendimento: stato dell’arte e implicazioni per la progettazione didattica, in “Didamatica” 2011, ISBN 9788890540622.