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indireinforma

24 Ottobre 2013

Parola d’ordine: “Non c’è tempo da perdere!”

La riflessione didattica avviata nel Liceo Scientifico Savoia Benincasa e la sua traduzione in pratica

di Redazione

Nel nostro cammino, iniziato dall’anno scolastico 2010/11, il motto di riferimento è stato “Non c’è tempo da perdere!”.

La riflessione didattica, condotta con occhio attento alle evidenze della ricerca internazionale, agli imperativi di Lisbona, ai documenti ministeriali di riferimento e soprattutto a modelli di scuole italiane innovative e di eccellenza, ci ha portati ad interpretare la presenza e il ruolo della tecnologia nella scuola per l’importanza che può avere nella transizione da un modello didattico di tipo trasmissivo, oggi dominante, al modello costruttivista sociale. Integrare la tecnologia negli ambienti didattici, intesa sia come strumentazione che come ampio corredo di risorse digitali, è dunque significativo nella misura in cui favorisce l’approccio all’apprendimento attivo, attraverso il metodo della ricerca, del confronto, del lavoro in gruppi collaborativi, in un percorso di ristrutturazione profonda dell’agire didattico. Dalla “rivoluzione tecnologica” all’evoluzione degli spazi il passo è stato naturale e conseguente, in quanto l’apprendimento, così inteso, è agevolato da ambienti appositamente configurati, sia dal punto di vista della destinazione che degli arredi, e delle risorse che integrano al loro interno.

Un team motivato ed affiatato di docenti ha cominciato a studiare dal 2011 i modelli architettonici delle scuole più evolute e, pur nella consapevolezza dei limiti posti dai plessi che si avevano a disposizione, l’anno 2012 è stato dedicato ad uno studio di fattibilità per passare dalle aule-classe alle aule-laboratorio, anche attraverso visite e contatti con organizzazioni scolastiche europee ed italiane che adottano questo modello.

Dal 2013 una parte del nostro Istituto – l’indirizzo Liceo Scientifico (ma dal prossimo anno il modello sarà diffuso anche al resto degli indirizzi) ha adottato il modello delle Aule-laboratorio disciplina, ispirate al paradigma degli ambienti di apprendimento secondo il costruttivismo sociale. Siamo certi che il modello dell’ambiente di apprendimento, luogo reale con espansioni virtuali (la piattaforma didattica di Istituto), ricco di molteplici risorse e configurato nel modo più adeguato alla costruzione della conoscenza in un determinato campo disciplinare, sarà in grado di influenzare profondamente il processo di apprendimento, in direzione di una didattica basata sulla promozione di competenze, sulla soluzione di problemi e sullo sviluppo di progetti in cui gli allievi siano fortemente coinvolti.

Nel nostro studio sugli spazi di apprendimento abbiamo “incontrato” l’Istituto Indire e la sua ricerca, visitato con attenzione ed interesse il salone ABCD di Genova nel Novembre 2012 e valutato quindi l’opportunità di allestire un prototipo di aula basata sul modello TEAL (Technology Enabled Active Learning), come spazio particolare destinato a forzare e superare i limiti delle aule che abbiamo a disposizione. Abbiamo cercato uno spazio ampio e lo abbiamo immaginato ricco di risorse tecnologiche e non solo, ricomponibile in molte configurazioni in base ai bisogni del momento e dunque modulare, ricavandolo da un vecchio laboratorio di informatica dismesso, perché ormai questi laboratori nel nostro Istituto non servono più da quando gli studenti vengono a scuola ciascuno con il proprio device. Uno spazio policentrico, privo di cattedra, nel quale la lezione frontale sia solo una piccola parte dell’azione didattica, per lasciare largo spazio, anche nella configurazione, ai processi collaborativi, di brain storming, ricerca, peer teaching, rielaborazione, presentazione e anche relax, nella consapevolezza che il confort e l’accoglienza sono elementi fondamentali per vivere una sensazione positiva dell’esperienza di apprendimento. Insomma un’aula laboratorio, di proprietà del gruppo e a responsabilità di gruppo, in cui il ruolo del docente, privato della postazione-cattedra, possa assumere caratteristiche di regia e facilitazione dell’apprendimento.

 

IL PROGETTO E LA SUA REALIZZAZIONE

Chiarita l’idea di ciò che volevamo realizzare era necessario tradurla in pratica. Desideravamo che l’Aula del futuro fosse un prodotto delle eccellenze del territorio e anche che fosse realizzata con tecnologie ecosostenibili, in sintonia con un’importante obiettivo educativo della Mission del nostro Istituto: il rispetto dell’ambiente e la filosofia green. Per questo abbiamo contattato un’azienda di Osimo, la KUBEDESIGN, che, traducendo in realtà i principi del vivere in modo ecologicamente corretto, realizza arredi ed allestimenti di design in cartone ed ha al suo attivo importanti commesse anche in occasione di grandi eventi, come la realizzazione dell’Area Stampa del G8 Ambiente di Siracusa nel 2009, o la realizzazione, nella primavera 2010, dell’allestimento per la visita di Papa Benedetto XVI e della curia papale a Malta.

La sensibilità e la passione del titolare, il giovane Nazzareno Mengoni, hanno fatto sì che il nostro sogno divenisse realtà e in un modo che ha superato di gran lunga le nostre aspettative.
È stato Nazzareno infatti a comprendere la necessità di effettuare uno studio architettonico ad hoc e a presentarci l’Architetto Roberto Giacomucci, ex alunno del nostro Liceo Scientifico, nonché collaboratore della Kubedesign, che ha progettato l’aula con le sue configurazioni, alcune delle quali disegnate in esclusiva per il nostro progetto.

Giacomucci ha avvertito anche l’esigenza di una cura particolare dell’illuminazione ed ha coinvolto nel progetto Riccardo Marchetti, anche lui ex alunno del nostro Liceo Scientifico e contitolare dell’Azienda Fala di Ancona, che ha progettato e realizzato i blocchi luce con la tecnologia led a bassissimo consumo e con la possibilità di rendere ogni area dell’aula 3.0 autonoma in quanto a regolazione dell’intensità di luce necessaria all’attività in svolgimento. Completano l’aula delle sedute Node, un prodotto specifico della divisione Education della nota azienda americana Steelcase. Queste sedie, dotate di un piano di appoggio integrato in grado di sostenere anche un pc portatile, poggiano su rotelle e possono ruotare su loro stesse; inoltre, sotto la seduta è presente un piccolo vano nel quale sistemare borse e cartelle. Simili caratteristiche ne consentono un impiego in aule con i layout più disparati, permettendo a chi è seduto di lavorare autonomamente o interagire in gruppo per le attività che lo prevedono.

Nostro consulente tecnologico è stato Stefano Ghidini, di C2 Group, grazie all’interessamento del quale il produttore Acer ha realizzato per i nostri studenti dei notebook dedicati all’ambiente scolastico con delle caratteristiche specifiche, come la durata della batteria particolarmente lunga, la massima leggerezza, lo schermo antiriflesso, oltre al sistema operativo Windows Professional. Quanto a dotazione tecnologica fissa, la nostra aula è dotata di 3 videoproiettori interattivi e relativi schermi di proiezione che possono lavorare in contemporanea collegati all’unisono con il professore, o per gruppi di studenti, una workstation Apple per l’elaborazione grafica dei contenuti, stampanti multifunzione, notebook per il docente, videocamera.

Tutti questi strumenti, grazie all’utilizzo di una piattaforma software, ci consentono di connettere tra loro i dispositivi degli studenti, siano essi tablet o notebook, lasciando a ciascuno la possibilità di utilizzare il dispositivo preferito e parimenti di dare al docente, nei momenti richiesti, il controllo delle dotazioni individuali degli studenti e l’organizzazione della didattica. Il tutto possibile grazie alla connessione sia cablata che wi-fi.

Tutto ciò è stato possibile grazie alla finalizzazione dei contributi delle famiglie che hanno creduto in una scuola migliore.

 

L’AULA 3.0 NEI DETTAGLI

Lo spazio che abbiamo allestito misura 105 mq ed è stato ricavato da un laboratorio di informatica dismesso. L’ambiente è stato articolato in angoli dedicati contraddistinti da strisce perimetrali di diverso colore: angolo presentazione, ricerca, interazione, creazione, scambio, relax. Ciascun angolo ha a disposizione strumenti tecnologici e non, come videoproiettori interattivi, stazioni multimediali, lavagne a fogli mobili, libri. I tavoli, modulari e flessibili sono disegnati da Roberto Giacomucci per Kubedesign, così come le lavagne, le librerie, i carrelli porta computer, i desk, i separè e gli sgabelli a dondolo. Tutto realizzato in cartone, materiale leggero di facilissimo spostamento.

 

COME UTILIZZEREMO L’AULA 3.0

La nostra Aula 3.0 è un sogno tradotto in realtà grazie alla collaborazione preziosa delle famiglie e del territorio. Il nostro pensiero è che tutte le aule dovrebbero essere così, o comunque molto simili a questa, ma ciò naturalmente non si accorda con la realtà. Tuttavia l’Aula 3.0 deve essere un punto di riferimento per comprendere che cosa è possibile fare e per ispirare e stimolare una costante riflessione didattica. Pertanto, almeno in questo primo anno abbiamo pensato, nell’ambito della nostra organizzazione per aule disciplina, di renderla fruibile su prenotazione a tutti i docenti che desidereranno utilizzarla.


IL MESSAGGIO

Innovare la scuola italiana è questione vitale, che non può più attendere. Non sono sufficienti i piani speciali di finanziamento ministeriali, ma occorre l’applicazione di quel principio di sussidiarietà che è enunciato anche nella Costituzione e che vede la collaborazione tra pubblico e privato come elemento virtuoso.
Attendere che la scuola si digitalizzi o si rinnovi per forza di interventi dall’alto, per quanto questi rappresentino uno sforzo meritorio e importante da parte del Ministero, espone la scuola italiana al rischio di sviluppare un pericoloso divario tra scuole di serie A, ipertecnologiche e scuole di serie B, che restano indietro perdendo un tempo prezioso che nessuno ridarà più loro. Per questo ci auguriamo che tante scuole in Italia possano intraprendere con coraggio percorsi di innovazione mediante la collaborazione con tutti i portatori di interesse.

Alessandra Rucci dirige oggi l’Istituto di Istruzione Superiore “Savoia Benincasa” di Ancona, una realtà con oltre 1200 studenti, tre diversi indirizzi di studio tra Liceo Scientifico, Linguistico e Istituto Tecnico Economico del Turismo.
Articolo a cura di Alessandra Rucci
Foto Progetto Scuola Savoia Benincasa