• it
Ricerca per l'innovazione della scuola italiana

indireinforma

12 Novembre 2015

La Commissione europea pubblica il nuovo Rapporto di Monitoraggio Istruzione e Formazione 2015

di Elena Maddalena, Alessandra Mochi

“Education and Training Monitor 2015”, il rapporto di monitoraggio del settore dell’istruzione e della formazione europeo uscito il 12 novembre, mostra i progressi compiuti in Europa nell’ambito dell’istruzione, ma rivela la necessità di investimenti per rendere l’istruzione più inclusiva e promuovere la mobilità sociale.

L’edizione 2015 della relazione mostra che sempre più Stati membri hanno raggiunto 2 obiettivi importanti: aumentare il numero di studenti che completano il livello di istruzione superiore e ridurre al minimo quello di chi abbandona precocemente la scuola. Ciò significa che l’Europa è sulla buona strada per conseguire entro il 2020 gli obiettivi fissati nella strategia per la crescita e l’occupazione. I progressi però non sono omogenei: esistono differenze tra gli Stati membri e al loro interno.

Gli studenti provenienti da contesti svantaggiati e di immigrazione sono maggiormente esposti al rischio di non raggiungere gli standard educativi minimi. Il monitoraggio indica che i quindicenni con un basso profilo socioeconomico hanno il quintuplo delle probabilità di non raggiungere le competenze di base, cioè l’alfabetizzazione linguistica e matematica, rispetto ai coetanei più agiati, ed evidenzia che gli studenti nati all’estero hanno il doppio delle probabilità di abbandonare la scuola rispetto agli studenti autoctoni.

Per quanto riguarda l’Italia, dall’ET Monitor 2015  si evince che negli ultimi anni il nostro Paese ha fatto notevoli progressi nel miglioramento del proprio sistema di istruzione e formazione. È in fase di graduale attuazione un nuovo sistema nazionale di valutazione; i risultati degli studenti nelle competenze di base – ovvero le capacità di lettura, scrittura, matematica e scienze – sono migliorati, nonostante risultino ancora spiccate differenze fra le varie regioni del nostro Paese; il tasso di abbandono scolastico precoce è diminuito rispetto a qualche anno fa, anche se la percentuale resta al di sopra della media europea. Altro dato positivo è la partecipazione pressoché universale dei nostri piccoli di età compresa fra i quattro e i sei anni al sistema di educazione della prima infanzia. Inoltre, la recente riforma del sistema scolastico può contribuire a creare le condizioni favorevoli per migliorare ulteriormente i risultati scolastici.

Note dolenti invece sia per quanto riguarda gli studenti che terminano gli studi dell’istruzione superiore – in Italia il loro numero è il più basso d’Europa – sia per i molti giovani che, seppur altamente specializzati, continuano a incontrare grandi difficoltà per entrare nel mondo del lavoro.

Nel nostro Paese si evidenziano grandi differenze territoriali rispetto alle performance degli alunni di 15 anni sulle competenze di base, con le regioni del Nord Italia che raggiungono livelli sopra alla media europea e sud e centro molto al di sotto di essa (vedi infografica).

basic-skills_it 04

Questa situazione si iscrive in un contesto di continui tagli ai bilanci per l’istruzione, che in Europa hanno subìto una riduzione del 3,2% dal 2010. Lo studio giunge alla conclusione che per costruire in Europa sistemi di istruzione più inclusivi ed evitare un aumento della “povertà educativa”, che rimane la principale causa di disoccupazione ed esclusione sociale, è necessario rilanciare gli investimenti per l’istruzione. Il monitoraggio raccomanda agli Stati membri di concentrare gli sforzi sul miglioramento di accessibilità, qualità e pertinenza dei sistemi di istruzione e di formazione.

Contesto

L’edizione 2015 rappresenta la quarta relazione annuale del monitoraggio di istruzione e formazione che, raccogliendo un’ampia gamma di informazioni, riflette l’evoluzione dei sistemi di istruzione e formazione europei. Il monitoraggio misura i progressi europei in merito agli obiettivi di Europa 2020 in materia di istruzione in quanto parte della più ampia strategia UE per la crescita e l’occupazione. La relazione costituisce inoltre il punto di partenza per valutare i risultati dei paesi dell’Unione come base per le relazioni per Paese pubblicate annualmente nell’ambito del semestre europeo.

Lo studio rafforza la base di conoscenze per le politiche di istruzione e formazione ed è diventato uno strumento di riferimento per i responsabili politici di tutta Europa. Esso comprende un confronto tra paesi, ventotto relazioni approfondite per Paese e una pagina web dedicata con ulteriori dati e informazioni.

L’apprendimento reciproco e una più solida base di conoscenze sono essenziali per permettere agli Stati membri di affrontare sfide come le crescenti disuguaglianze e la persistente disoccupazione in Europa. I dati raccolti con il monitoraggio possono inoltre contribuire a migliorare la comprensione e la risposta ai crescenti rischi di radicalizzazione, e ad affrontare le sfide poste dall’attuale crisi dei rifugiati costruendo società più aperte e coese.

 

_P029557000102-884196

 

Per ulteriori informazioni:

 

Fonte: comunicato stampa Commissione europea