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16 Dicembre 2015

Edoc@work 3.0, i ricercatori Indire riflettono sui risultati del progetto

A Lecce il 16 dicembre il convegno finale sul percorso

di Giuseppina Rita Mangione

Edoc@work3.0 è un progetto che si colloca nell’ambito del Programma Operativo Nazionale Ricerca e Competitività 2007-2013 “Smart Education” ed è rivolto ai docenti del primo e secondo ciclo che operano negli istituti scolastici pugliesi che hanno aderito all’iniziativa “Docenti InFormAzione“.

Il progetto è stato gestito dal Nucleo territoriale Sud dell’Indire in collaborazione con l’Area formazione, attraverso azioni di formazione volte a diffondere tra gli insegnanti l’accrescimento delle competenze sui nuovi modelli pedagogici e didattici in relazione all’uso delle nuove tecnologie.

L’iniziativa punta a innovare la didattica intervenendo sulla professionalità docente e sul miglioramento dei processi di istruzione e apprendimento e lo fa attraverso una vera e propria “ricerca collaborativa” portata avanti insieme agli insegnanti (fig. 1).

 

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Figura 1. Livelli e ordini di scuola coinvolti in formazione/azione

 

L’Indire ha selezionato 4 metodi didattici dalla rosa di idee proposte dal movimento delle Avanguardie Educative. In particolare sono state selezionate quelle idee che, pur avendo raggiunto un buon livello di maturazione in tutto il territorio italiano, non avevano tuttavia ancora trovato terreno fertile nelle scuole (aderenti al movimento) delle regioni del Sud Italia. Le 4 idee scelte, che corrispondono ad altrettanti modelli didattici, sono “Aula Lab”, “Spaced learning”, “Coding” e “Contenuti Didattici Disciplinari”.

Il percorso formativo ha raggiunto e interessato ben 500 docenti pugliesi (di cui circa 400 hanno completato il percorso) e ha trovato una buona percentuale di sperimentazione in ambito umanistico (35%), scientifico (29%) e, in misura minore, artistico (4%). Una buona percentuale dei docenti partecipanti (32%) erano di sostegno (fig. 2).

 

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Figura 2. Ambiti disciplinari coinvolti

 

Nello specifico, è possibile fornire un quadro delle aree disciplinari che sono state oggetto di sperimentazione per ciascun metodo (fig. 3).

 

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Figura 3. Ambiti disciplinari per metodo didattico sperimentato

 

Da una prima analisi si nota che le discipline scientifiche hanno trovato nel “Coding” e nell’”Aula laboratorio disciplinare” dei validi modelli da seguire per innovare e rendere più coinvolgente la didattica nelle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado. Lo “Spaced Learning” ha funzionato più efficacemente nelle materie letterarie e artistiche e viene oggi ritenuto dai docenti di sostegno che lo hanno sperimentato una strategia funzionale per la gestione di bisogni speciali. I “Contenuti didattici digitali” sono ritenuti trasversali e di supporto a qualsiasi metodo che voglia personalizzare l’insegnamento e arricchire i processi di ricerca, selezione, costruzione e produzione di elaborati da parte degli studenti rendendoli attivi e “critici” rispetto al web.

L’ambito di ricerca entro il quale il progetto si muove comprende differenti approcci teorici qualitativi che sono propri della sociologia della cultura e della ricerca educativa. Prendendo come riferimento la classificazione proposta da Bogdan e Biklen, integrata da Semerano, l’analisi qualitativa si è collocata nell’ambito della Grounded Theory (Cohen, Manion & Morrison, 2007; Bryant & Charmaz, 2008) e dei princìpi interpretativi che considerano la multidimensionalità degli oggetti di indagine. Al fine di comprendere anche l’efficacia in merito agli apprendimenti degli studenti, all’analisi qualitativa si è accompagnata una ricerca di tipo quantitativo nell’ambito del “quasi-esperimento” volto a comprendere lo sviluppo di abilità rispetto a indicatori selezionati. Le due prospettive e la lettura critica dei dati permettono di fornire dei risultati seppure parziali sull’innovazione didattica, non solo sui processi ma anche sui prodotti.

La fase sperimentale del progetto ha richiesto ai ricercatori Indire di elaborare opportuni strumenti di rilevazione di natura qualitativa e quantitativa, testati prima su un piccolo campione di docenti e poi proposti a tutti gli iscritti alle formazioni. La collaborazione con la ricerca è stata spontanea a ha costruito un forte legame con il territorio pugliese.

Nell’ambito del convegno finale del progetto, in programma a Lecce il 16 dicembre, l’Indire condividerà e discuterà con i partner, i docenti e i dirigenti scolastici presenti i risultati della ricerca.

Due le domande che saranno discusse e alle quali si cercherà di rispondere alla luce dei dati ricavati dalla ricerca:

Domanda 1. Come si costruisce il processo di innovazione: quale livello di partecipazione e attribuzione di significato emerge da parte di docenti e dirigenti scolastici?

I risultati si basano su prodotti documentali che fanno riferimento a un campione rappresentativo dei 4 metodi costituito da 35 docenti/classi che hanno sperimentato in aula l’innovazione didattica e da 4 dirigenti scolastici dei “cantieri sperimentali”.

Da parte dei docenti emerge che:

  • la consapevolezza di appartenere a un ambiente di “innovatori” spinge ad affrontare volentieri i “costi” della sperimentazione di nuovi metodi e di rielaborazione della routine.
  • le tecnologie sono viste come migliorative, ma mai “rivoluzionarie” per quanto riguarda la routine didattica
  • la tradizionale dimensione del “tempo scuola” è un ostacolo all’introduzione dell’innovazione
  • le competenze e la motivazione degli alunni aumentano e il clima di classe migliora
  • aumentano anche la cooperazione fra gli alunni e l’autonomia e migliora l’atteggiamento verso l’apprendimento e verso il docente, visto come “partner della ricerca”
  • il beneficio principale della sperimentazione di innovazioni didattiche che fanno ricorso alle tecnologie consiste nel rafforzamento dei network in cui l’insegnante opera e in uno sviluppo dell’identità professionale in grado di mitigare il peso dei “costi” in termini di tempo, di abbandono delle routine consolidate, di solitudine alla base di qualsiasi azione innovativa.

 

Da parte dei dirigenti scolastici emerge che:

  • esistono due tipologie dinamiche: situazioni in cui il ruolo di intermediazione rispetto ai processi innovativi sembra essere incarnato principalmente dai docenti e situazioni in cui è il dirigente che guida il consolidamento dell’identità innovativa della scuola
  • il ruolo svolto dal dirigente è importante non solo nel coordinamento delle attività, ma anche nell’attribuzione di finalità a lungo termine e nella definizione del processo
  • ciò che caratterizza l’efficacia dell’azione di innovazione è la dimensione di condivisione e scambio di esperienze, sia per quanto riguarda l’attività dell’Istituto, sia per quanto concerne il coinvolgimento entro una rete più ampia
  • gli obiettivi dei dirigenti sono complessivamente identificabili nello sviluppo, nella replicabilità e trasferibilità dei percorsi innovativi
  • la modalità di rete è, di per sé, uno dei punti di forza del progetto
  • il confronto con l’esterno e la disponibilità di capitale sociale emergono come elementi fondamentali nella pratica scolastica, nella routine e nell’introduzione di nuovi percorsi metodologico-didattici.

 

Domanda 2. Quali ricadute in termini di apprendimento è possibile attribuire alle innovazioni didattiche?

L’indagine quasi-sperimentale si è basata sull’osservazione/valutazione dell’impatto dell’adozione in classe dei quattro modelli didattici sull’apprendimento degli studenti. La valutazione degli apprendimenti ha richiesto la somministrazione di prove di verifica dell’apprendimento, e ha coinvolto nella prima fase un campione rappresentativo di classi pugliesi (33 classi) i cui docenti hanno fruito della formazione sui metodi didattici. In particolare, per le 4 classi rappresentative dei “cantieri sperimentali” selezionati dal gruppo di ricerca è stato possibile predisporre un gruppo sperimentale e un gruppo di controllo.

I 4 cantieri selezionati nella prima fase di sperimentazione dei metodi in aula sono stati il Polo professionale “Luigi Scarambone” di Lecce, l’Istituto di Istruzione Scolastica Superiore “Ettore Majorana” di Brindisi, l’Istituto comprensivo “Giovanni Falcone” di Copertino e l’Istituto comprensivo “Minervino” di Lecce. La selezione dei cantieri sperimentali è stata condotta rispettando alcuni criteri di base come la rappresentazione di tutti e 4 i format sperimentati, la rappresentazione dei diversi gradi scolastici nei quali si è svolta la sperimentazione (primaria e secondaria), la partecipazione volontaria dei docenti.

Durante l’incontro del 16 verranno discussi i primi dati, i risultati per indicatore e sarà instaurato un confronto con i docenti per comprendere la significatività e le condizioni della ricerca.

 

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Figura 4. Risultati (per metodo) rispetto agli indicatori di apprendimento

 

Sarà poi attivato un focus specifico sulle innovazioni didattiche che poggiano sulle dimensioni organizzative del tempo e dello spazio. In particolare, verranno presentati alcuni risultati parziali rispetto alle seguenti domande di ricerca: “Come percepisco gli studenti l’innovazione?” e “Quale peso hanno le dimensioni di spazio e tempo nel favorire l’ingresso delle pratiche innovative dal punto di vista didattico?”.

Dalle rilevazioni emerge la necessità di programmare interventi continui e di prevederne la messa a sistema in tutta la scuola. I primi risultati evidenziano, sul fronte degli indicatori qualitativi, una buona aderenza dei descrittori utilizzati per la comprensione del processo. In particolare, i diversi strumenti utilizzati (osservazione in aula, griglie di rilevazione, interviste) hanno garantito l’approfondimento dei temi di indagine e, insieme alle rilevazioni di tipo quantitativo, ci restituiscono una valida descrizione e analisi del processo di sperimentazione. I feedback relativi ai metodi permettono di ragionare su come poter indirizzare al meglio tali innovazioni e renderle maggiormente flessibili e accoglienti rispetto alle nuove tecnologie.

Dal punto di vista dell’impatto sul territorio, visti i numeri caratterizzanti il percorso formativo e sperimentale, non possiamo che esprimere un giudizio positivo che riscontriamo anche sui canali social che l’Indire tiene costantemente monitorati. Infine, l’impatto dell’esperienza trova una sua forte rappresentanza laddove stanno nascendo iniziative volte a sostenere la replicabilità dei metodi e la costruzione di esperienze e progetti utilizzabili dalla scuola.

 

Per approfondire: