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indireinforma

9 Giugno 2016

La ricerca Indire sulle architetture scolastiche al convegno di #Scuoleinnovative

Una giornata di formazione nella quale il dirigente di ricerca Samuele Borri ha illustrato i principali indirizzi della ricerca Indire sul tema

di Costanza Braccesi

Mercoledì 8 giugno, alla Casa dell’Architettura di Roma, si è svolto il convegno nazionale su “#Scuoleinnovative”, il concorso di idee bandito lo scorso 5 maggio dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Il bando, aperto fino al 30 agosto, prevede la progettazione di 52 nuove scuole, innovative non solo dal punto di vista architettonico, impiantistico, tecnologico, dell’efficienza energetica e della sicurezza strutturale e antisismica, ma anche dal punto di vista degli spazi, da ridisegnare completamente per favorire l’apprendimento, l’apertura al territorio e una nuova idea di benessere a scuola.

Traborri3 i molti interventi in programma nella giornata di formazione di ieri, rivolta agli architetti e dedicata in generale al tema della “scuola del futuro”, anche quello di Samuele Borri, dirigente di ricerca e responsabile per l’Indire dell’Area tecnologica dell’Istituto. Il settore è impegnato da tempo nella ricerca sulle architetture scolastiche innovative e sulla loro funzione nel favorire l’impiego di approcci educativi nuovi, maggiormente centrati sulle esigenze dello studente e in grado di facilitare i diversi modi di apprendere.

«In relazione al concorso #Scuoleinnovative, l’Indire ha messo a disposizione parte dei contenuti della propria pluriennale attività di ricerca su questo tema. La sezione “Quando la didattica cambia lo spazio” è un’area che può fungere da stimolo per tutti gli architetti interessati a partecipare al bando», afferma Borri. Le pagine raccolgono infatti documenti, studi, resoconti di eventi e immagini che forniscono un quadro di cosa sta accadendo oggi in Italia e in Europa sul fronte dell’edilizia scolastica innovativa.

Per l’Indire, il lavoro di ricerca teorica è accompagnato da sempre da una costante attività di accompagnamento alle scuole. «Come Istituto siamo spesso contattati sia da amministratori di enti locali e architetti interessati ad approfondire i temi legati ai nuovi ambienti di apprendimento, sia da dirigenti scolastici che ci chiedono una consulenza su come orientare la progettazione o la ristrutturazione degli spazi delle loro scuole», continua Borri.

Per coinvolgere e “sintonizzarsi” con gli studenti del nostro tempo, occorre oggi un ambiente di apprendimento in cui le architetture, gli arredi, gli orari, gli strumenti di lavoro, i metodi didattici, i libri di testo e i laboratori siano completamente ripensati e trasformati. La necessità è quella di rendere la scuola sempre più uno “spazio unico integrato” composto da tanti micro-ambienti che risultino flessibili, abitabili e in grado di accogliere le persone con un maggiore livello di funzionalità e comfort.

È in quest’ottica che il gruppo di ricerca Indire sulle architetture scolastiche propone un modello, chiamato “1+4 spazi educativi”, che prevede che tutti gli spazi scolastici abbiano la stessa dignità e siono complementari. Secondo questa visione, l'”1″ rappresenta lo “spazio di gruppo”, un ambiente che rappresenta l’evoluzione della tradizionale aula scolastica e in cui è possibile fare una serie di attività didattiche diversificate. Il numero “4” indica invece gli altri spazi del “modello Indire”: l’agorà, un grande spazio assembleare dove tutti possono ritrovarsi per seguire eventi di interesse plenario; lo spazio informale, in grado di accogliere i ragazzi nel loro tempo libero; lo spazio individuale, dove lo studente può concentrarsi estraniandosi dal contesto circostante; lo spazio di esplorazione, ovvero tutte quelle aree in cui gli alunni si recano per svolgere attività che richiedano strumenti specifici.

Si tratta di un modello attraverso cui l’Indire cerca di far passare l’idea che è possibile lasciarsi alle spalle la scuola “tradizionale”, quella centrata sulla trasmissione di nozioni e fatta di banchi allineati, cattedra, lezioni frontali e spazi indifferenziati, e aprirsi a una più contemporanea “scuola per l’apprendimento”, nella quale nuovi ambienti flessibili e polifunzionali possano veramente favorire la collaborazione e la condivisione fra pari, l’apprendimento delle competenze digitali e delle soft skills, la creatività e lo spirito di iniziativa. Un vero e propio civic center aperto agli studenti, alle famiglie e al territorio.

 

 

Per saperne di più sul concorso di idee #Scuoleinnovative:

 

Per approfondire la ricerca Indire sul tema delle architetture scolastiche: