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indireinforma

23 Novembre 2016

CLIL: esperienza nazionale di formazione docenti

La collaborazione tra Indire, Uffici Scolastici Regionali e Università

di Sara Martinelli

In questo articolo si intende offrire una panoramica dei corsi CLIL affidati all’Indire negli anni 2012/2013.
I corsi hanno costituito la prima sperimentazione a livello nazionale di formazione sulla metodologia CLIL attraverso l’individuazione e selezione da parte dell’Indire delle Università affidatarie dei percorsi di formazione, sia per lo sviluppo delle competenze metodologiche, sia per lo sviluppo delle competenze linguistiche. L’Istituto ha avuto il compito di seguire l’intero processo delle attività in sinergia e in collaborazione con le Strutture Universitarie. Per il coordinamento delle attività è stato nominato un Comitato Tecnico Scientifico che si è occupato della consulenza scientifica del progetto e del monitoraggio costante dei corsi.
Dalla collaborazione tra l’Indire, gli Uffici Scolastici Regionali e le Università, sulla base delle indicazioni ministeriali, è nato un modello formativo di qualità, che ad oggi costituisce una solida base e un punto di riferimento per le altre azioni messe in campo in ambito CLIL. Si assiste infatti oggi alla realizzazione di numerose attività CLIL realizzate dalle istituzioni scolastiche (destinatarie di nuovi finanziamenti MIUR), che si stanno sempre più diffondendo sia orizzontalmente, in progetti radicati sul territorio, sia verticalmente, in progetti che coinvolgono tutti gli ordini e gradi scolastici rilanciati significativamente dal nuovo Piano di formazione dei docenti 2016-2019.

 

1.  Breve introduzione del CLIL in Italia
Il CLIL è l’acronimo di Content and Language Integrated Learning (Apprendimento integrato di lingua e contenuto) un termine generale che sta a indicare diversi tipi di istruzione bilingue o in immersione. La metodologia CLIL è stata promossa dall’Unione Europea che, con la risoluzione del Consiglio del Marzo 1995, ha chiesto agli Stati membri di riformare i propri sistemi di istruzione, introducendo metodi innovativi per l’insegnamento di una disciplina non linguistica in una lingua straniera di una disciplina non linguistica, al fine di promuovere la diffusione delle lingue all’interno della Commissione. La necessità del miglioramento delle competenze di base in generale, e l’attenzione che l’Europa ha dimostrato per una “strategia del multilinguismo” in particolare, è stata sensibilmente recepita anche in Italia, dove le competenze in una lingua straniera costituiscono da sempre un tallone d’Achille. Come riporta uno studio Eurostat (2011) la tendenza italiana per la popolazione lavoratrice (24-65 anni) registra infatti la conoscenza di una sola lingua straniera a livello di competenza base (Eurostat Statistics Explained).

In linea con le indicazioni europee, negli ultimi due decenni abbiamo assistito a un progressivo diffondersi della metodologia CLIL, che ha assunto una sua propria fisionomia caratteristica a seconda del Paese in cui è stata introdotta. L’Italia ha adottato ufficialmente la metodologia CLIL attraverso la riforma degli ordinamenti della scuola secondaria di secondo grado DD.PP.RR. 88/2010 e 89/2010 (regolamento degli istituti tecnici e regolamento dei licei) nei quali il Ministero ha previsto l’introduzione di tale insegnamento:

  • nell’ultimo anno dei Licei: l’insegnamento in lingua straniera di una disciplina non linguistica è “compresa nell’area delle attività e degli insegnamenti obbligatori per tutti gli studenti o nell’area degli insegnamenti attivabili dalle istituzioni scolastiche…”;
  • negli ultimi tre anni dei Licei Linguistici: è impartito “dal primo anno del secondo biennio l’insegnamento in lingua straniera di una disciplina non linguistica; dal secondo anno del secondo biennio è previsto inoltre l’insegnamento, in una ulteriore lingua straniera, di una seconda disciplina non linguistica”;
  • nell’ultimo anno degli Istituti Tecnici: dove si prevede l’insegnamento in lingua Inglese “di una disciplina non linguistica, compresa nell’area di indirizzo del quinto anno, da attivare in ogni caso nei limiti degli organici determinati a legislazione vigente”.

Una prima rilevazione, volta a sondare l’interesse dei docenti a frequentare percorsi di formazione secondo la metodologia CLIL, condotta dal MIUR attraverso gli Uffici Scolastici Regionali nell’a.s. 2010/11 e rivolta a tutti gli insegnanti, ha mostrato il grandissimo interesse suscitato da tale metodologia. In poco tempo infatti hanno dichiarato la propria disponibilità 16.000 docenti, di cui 10.000 a tempo determinato e 6.000 a tempo indeterminato.

 

(…continua a leggere l’articolo…)