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23 Aprile 2018

La mostra virtuale “Prima e dopo il ’68. Suggestioni fotografiche per parlarne cinquant’anni dopo”

di Redazione

In occasione delle celebrazioni per i cinquant’anni delle manifestazioni studentesche del ’68, proponiamo la mostra virtuale “Prima e dopo il ’68. Suggestioni fotografiche per parlarne cinquant’anni dopo”, con le immagini della mostra allestita lo scorso settembre a Firenze, curata dalla ricercatrice Indire Pamela Giorgi, con la collaborazione di Irene Zoppi e di Libri Liberi Editore.

La caduta del fascismo e l’avvento al potere delle forze democratiche comportarono un generale ripensamento del sistema educativo: in molti casi, però, come in tanti altri settori della pubblica amministrazione, alle intenzioni di riforma non seguirono immediatamente fatti concreti, tanto che, fino ai governi di centro-sinistra degli anni Sessanta, anche nella scuola prevalse di fatto una linea di continuità con il periodo fascista a livello di programmi e di struttura complessiva dello studio.

Tuttavia, furono molte dal dopoguerra le esperienze innovative ispirate all’idea di una “scuola attiva”, luogo in cui l’apprendimento avrebbe dovuto realizzarsi in modo dinamico procedendo di pari passo con il progresso sociale. Basti pensare alla Scuola-Città Pestalozzi voluta a Firenze da Ernesto Codignola, al Movimento di Cooperazione Educativa, alla scuola di Don Lorenzo Milani a Barbiana.

A livello normativo, invece, dobbiamo attendere gli anni Sessanta: fu nel 1962, infatti, che venne elaborata la prima sostanziale riforma della scuola, quando, con l’abolizione della distinzione tra scuola media e avviamento professionale, si istituiva la scuola media unica. Negli anni seguenti altri furono gli interventi normativi di rilievo, prima di tutto la legge dell’11 dicembre 1969 che liberalizzava l’accesso universitario a ogni diplomato. L’esigenza di una scuola in cui le diverse componenti avessero maggiore spazio e potessero contribuire al miglioramento della didattica diede poco dopo origine ai decreti delegati del 1974, che istituirono gli organismi collegiali per la gestione democratica della scuola e introdussero la possibilità di sperimentazione, sia curriculare sia didattica, all’interno delle scuole di ogni ordine e grado. Infine con la legge 517 del 1977, l’Italia abbandonava definitivamente il modello della separazione formativa dei bambini e dei ragazzi con disabilità, affermando il principio dell’integrazione nelle classi comuni e promuovendo una pedagogia inclusiva.

Prima e dopo il ’68
Suggestioni fotografiche per parlarne cinquant’anni dopo.

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—> Entra nella mostra virtuale “Prima e dopo il ’68”

 

 

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