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indireinforma

31 Gennaio 2019

Indire partner scientifico del nuovo progetto per la didattica differenziata DI.DI.

di Fabiana Bertazzi

Partirà a breve il progetto “DI.DI – Didattica differenziata: scuole che fanno la differenza“, nato su iniziativa dell’IC “Mariti” di Fauglia in provincia di Pisa, una delle scuole capofila del movimento per l’innovazione scolastica Avanguardie Educative e della rete nazionale “Senza Zaino per una scuola di comunità”.

Il progetto nasce grazie alla collaborazione scientifica dell’Indire, dell’Università di Firenze e dell’Università di Pesaro-Urbino, con l’obiettivo di diffondere la pratica didattica differenziata quale modalità innovativa di gestione dell’aula e delle attività scolastiche.

La metodologia della didattica differenziata prevede che gli studenti svolgano in classe attività diverse contemporeamente, lavorando in autonomia o suddivisi in piccoli gruppi. L’assunto di base di questo approccio è quello di riconoscere le differenze e i talenti, promuovere le potenzialità e dare la possibilità ai discenti di seguire il proprio ritmo di apprendimento.

Tutto questo è correlato a una nuova idea di aula e di spazio educativo: non esistono cattedre o file di banchi, ma aree diversificate che lasciano posto ad arredi più flessibili, come ad esempio i banchi modulari, ideali anche per attività ricreative o da fare in gruppo (tavoli tondi, mobili a giorno-contenitori, ecc.).

In questo contesto, il docente diventa un facilitatore che predispone i materiali e gli strumenti di lavoro e lascia che ogni alunno scelga in quale modalità svolgere i compiti. Il suo ruolo diventa quello di assistere e affiancare i discenti mentre studiano; questa vicinanza fisica gli consente, infatti, di intervenire in modo più capillare ed efficace sulle singole situazioni, correggendo tempestivamente eventuali errori prima che diventino prassi. L’insegnante concorda insieme ai suoi alunni le attività della giornata e la loro durata, e alla fine delle lezioni mette a disposizione di ognuno una scheda per l’autovalutazione, affinché gli studenti possano registrare progressi e debolezze incontrate durante il lavoro. L’attività didattica viene svolta in diverse modalità che vanno dal lavoro individuale a quello di coppia o per piccoli gruppi: in questo modo, gli alunni possono aiutare i propri compagni favorendone così l’inclusione.

Uno degli aspetti positivi dell’adozione di questa metodologia è la prospettiva con cui guarda al concetto di “differenza”, laddove questa non rappresenta più una difficoltà, ma si fa elemento da valorizzare, risorsa su cui costruire un progetto pedagogico. Gli studenti, nelle loro peculiarità, si sentono più liberi e imparano che nelle diversità si può collaborare, rafforzando i valori della tolleranza e del rispetto degli altri. La scuola diventa un ambiente non ad esclusiva della didattica, ma aperto ad attività extracurriculari mirate allo sviluppo delle cosiddette soft skill.

Il progetto si fa forza sull’esperienza dell’IC “Mariti”, che da tempo sperimenta questo approccio didattico, e dell’Indire che ha inserito la didattica differenziata tra le idee del movimento Avanguardie educative e che oggi supporta già una ventina di scuole italiane nell’adozione di questa idea.

Il progetto “DI.DI” si pone come obiettivo la diffusione di questa metodologia attraverso una serie di incontri, integrati da un corso di formazione in modalità blendend di 25 ore rivolto ai docenti.
Da febbraio a maggio, circa 480 scuole di Umbria, Marche, Lazio e Toscana prenderanno parte al percorso formativo organizzato con il supporto del gruppo di ricerca Indire, per poi dare il via alla messa in pratica di questo approccio nelle classi.

 

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