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indireinforma

12 Dicembre 2019

La proposta Indire per Fablab e Makerspace scolastici

di Fabiana Bertazzi

Poche settimane fa si è conclusa Fablearn Italy, la seconda edizione della conferenza internazionale dedicata alle connessioni tra making, robotica educativa e didattica, organizzata dall’Indire in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche.

L’evento si inserisce in una serie di attività collegate al mondo dei maker a cui l’Indire partecipa attivamente da tempo. L’Istituto, infatti, fin dal 2014 è impegnato nello studio del fenomeno del “bricolage tecnologico”: ha creato un osservatorio che monitora, anche al di là dei confini nazionali, le più interessanti esperienze legate ai Maker, soprattutto in ambito educativo. L’obiettivo di questa ricerca pluriennale è quello di indagare sulle possibili interazioni tra le modalità di lavoro degli artigiani 2.0 e gli schemi di apprendimento degli studenti.

La conferenza di Ancona è stata l’occasione per presentare in anteprima il Manifesto Indire per i Makerspace scolastici. Con questo termine, si fa riferimento ad un laboratorio nel quale è possibile svolgere attività di costruzione di manufatti in legno o metallo o progettare dispositivi tecnologici  ed elettrici, con il supporto di strumenti come, ad esempio, la stampante 3D.

Il Manifesto è frutto di un lavoro di ricerca pluriennale condotto a livello nazionale ed europeo (con la collaborazione di European Schoolnet) che ha portato all’individuazione di best practice in termini di sostenibilità e innovazione didattica, tra le scuole che hanno attualmente un Fablab o un maker space all’interno dei loro locali.

Nel documento si propone una vision sul makerspace scolastico come luogo di incontro tra la cultura del making e quella della scuola, incontro che ruota attorno a tre dimensioni:

  1. riconoscimento della complessità del mondo
  2. importanza della costruzione del sapere e della conoscenza
  3. lavoro pratico con gli oggetti reali in spazi reali.

Si crea, così, una collaborazione progettuale per creare una nuova modalità didattica, fortemente attiva e dove la costruzione della conoscenza passa per la costruzione fisica di oggetti.
Il Manifesto intende dare delle indicazioni affichè la comunità scolastica sia in grado di approciarsi in modo consapevole alla realtà degli “atelier creativi” e dare vita ad una collaborazione proficua ed efficace. Il makerspace scolastico può diventare un hub di sperimentazioni dove gli studenti possono imparare utilizzando le stampanti 3D, il coding o le serre idroponiche.

L’Indire si impegna a supportare gli istituti nell’implementazione di una cultura progettuale scolastica funzionale al makerspace, avvalendosi delle esperienze osservate ed indagate nelle scuole italiane in questi anni. Questa iniziativa ha una doppia valenza: oltre a contribuire all’innovazione delle metodologie educative, può rivelarsi un efficace incentivo per avvicinare gli studenti alle STEM, grazie ad un approccio didattico più attivo, che li rende protagonisti del loro processo di apprendimento.

Come ha affermato giorni fa lo stesso Ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti in un’intervista alla rivista online specializzata Orizzonte Scuola: «È il tempo di mettere un FabLab in ogni scuola italiana. Dobbiamo capire perché abbiamo così pochi studenti interessati alle STEM  nel paese di Leonardo che festeggia i cinquecento anni dalla sua morte».

Al Manifesto Indire per i Makerspace scolastici potranno aderire le scuole interessate a confrontarsi su questi temi costituendo gradualmente una vera e propria rete.

 

Per approfondire: