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19 Dicembre 2019

Oltre la scuola. La nostra visita all’Istituto Artigianelli di Trento

La scuola ha un progetto educativo e culturale ben preciso, pensato per includere anche gli studenti con bisogni educativi speciali

di Stefania Chipa, Lorenza Orlandini

L’Istituto Pavoniano Artigianelli per le Arti Grafiche di Trento è una scuola secondaria superiore situata nel centro storico del capoluogo trentino.

Siamo stati accompagnati nella visita dell’istituto dal dirigente scolastico Erik Gadotti che, nel mostrarci gli ambienti di apprendimento, ci ha spiegato il progetto culturale ed educativo alla base della scuola. Il punto di partenza è rappresentato da tre esigenze principali: l’integrazione dei ragazzi con bisogni educativi speciali e con disabilità, l’integrazione delle eccellenze, l’avvio di una riflessione sulle modalità attraverso le quali la scuola può preparare gli studenti a professioni che ancora non esistono.

L’attività di ricerca che la scuola aveva in atto con il Dipartimento di Scienze Cognitive dell’Università di Trento aveva evidenziato la grande fatica che gli studenti con bisogni educativi speciali facevano all’interno dei percorsi disciplinari ordinari che si svolgevano prevalentemente in aule e spazi organizzati in modo tradizionale. Nel lungo periodo questa sofferenza si manifestava nella dipendenza sempre maggiore dello studente dall’insegnante di sostegno, nell’emergere di comportamenti problematici e nell’ulteriore abbassamento dell’autostima.

In sintesi, la proposta pedagogico-organizzativa che ne è scaturita si basa sulla destrutturazione della concezione di scuola, a partire dall’impianto disciplinare e dal concetto stesso di “classe”. La scelta è stata quella di formare gli studenti in difficoltà attraverso attività differenziate, in modo da far sperimentare loro il successo scolastico e immediatamente dopo integrarli in percorsi educativi strutturati nei quali potersi relazionare pienamente. In un’ottica di Universal Design (CAST, 2011; Savia, 2016), questa soluzione, efficace per i ragazzi più deboli, poteva però essere applicata a tutta la popolazione scolastica per favorirla nel percorso di apprendimento verso il successo formativo.

Da questo momento in poi, le discipline e l’ambiente-classe sono stati al centro di una profonda riflessione che ha portato a una loro destrutturazione. Ogni insegnamento è stato organizzato in moduli individuati in relazione alle competenze in uscita. Ogni modulo dura 3 mesi; i ragazzi, nel corso dei 3 trimestri, possono affrontarli tutti e tre oppure stare in ciascuno di essi il tempo necessario al raggiungimento delle competenze. Questo tipo di organizzazione offre a tutti gli studenti un percorso personalizzato che non “isola” i ragazzi con bisogni educativi speciali e con disabilità. Tutti possono frequentare più volte lo stesso modulo: gli studenti con bisogni educativi speciali e con disabilità possono così specializzarsi in un aspetto particolare di una disciplina, in modo da valorizzare le loro specificità e potendo anzi diventare un tutor per gli studenti che arrivano nel trimestre successivo. Naturalmente gli ambienti sono stati trasformati e ri-configurati per sostenere questa visione di scuola: l’organizzazione curricolare in moduli comporta una divisione della classe in gruppi. Il concetto di gruppo-classe, considerato come monade, viene completamente superato. I gruppi si spostano all’interno dello stesso ambiente, grazie a spazi flessibili e modulari. Sono presenti inoltre grandi open space che, grazie alla presenza di arredi flessibili, consentono a docenti e studenti di trasformare l’ambiente in relazione alle esigenze di insegnamento e apprendimento.

Ci sono inoltre  molti altri ambienti pensati per la didattica che esulano dal concetto di aula tradizionale: dai laboratori professionali (come gli ambienti per la grafica e per la stampa) al bar della scuola, dagli open space che possono ospitare fino a 60 studenti, ai locali della cooperativa scolastica. Ciascuno di essi è un vero e proprio ambiente di apprendimento allestito per accogliere differenti attività didattiche. Ad esempio, alcuni studenti imparano la matematica gestendo il bilancio del bar, altri facendo il resto ai clienti, altri ancora si occupano della gestione contabile della cooperativa. In questo modo ogni studente dell’Istituto Artigianelli ha la possibilità di costruire il proprio percorso di apprendimento e di apertura al mondo secondo le proprie capacità, attitudini e peculiarità, all’interno di un ambiente pensato e progettato sui bisogni educativi (speciali e non) di ciascuno.

Il video, diretto da Giuseppe Moscato (Indire), documenta questo particolare progetto pedagogico che, partendo dal tema dell’inclusione dei ragazzi con bisogni educativi speciali e con disabilità, nel 2009 ha iniziato a ripensare spazi e curricolo.

 

 

 

Per approfondire: