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12 Maggio 2020

I sistemi scolastici europei al traguardo del 2020. L’analisi comparativa nel nuovo Quaderno di Eurydice Italia

di Costanza Braccesi

Con il Quadro per la cooperazione europea nell’istruzione e nella formazione ET 2020, l’UE si è data dieci anni fa quattro obiettivi strategici cui puntare entro la fine di quest’anno: la realizzazione concreta dell’apprendimento permanente e della mobilità; il miglioramento della qualità e dell’efficacia dell’istruzione; la promozione dell’equità, della coesione sociale e della cittadinanza attiva; l’incoraggiamento della creatività e dell’innovazione (imprenditorialità compresa).

Oltre ai macro-traguardi, anche cinque target, fra cui l’abbandono precoce dei sistemi di istruzione e formazione al di sotto del 10%; una percentuale di diplomati dell’istruzione terziaria di almeno il 40%, la partecipazione all’educazione e cura della prima infanzia di almeno il 95% dei bambini, una percentuale di quindicenni con scarse competenze di base al di sotto del 15%, la partecipazione all’apprendimento permanente di almeno il 15% degli adulti.

Nell’anno in cui è d’obbligo tirare le fila, il volume I sistemi scolastici europei al traguardo del 2020, curato dall’Unità italiana della rete Eurydice, offre un’interessante sintesi dei dati, utile a far capire a che punto siamo arrivati in Europa. La pubblicazione propone un’analisi comparativa, facilmente fruibile grazie a una serie di grafici, dei passi avanti compiuti nei singoli Paesi rispetto ai target UE e descrive i vari sistemi scolastici con schede nazionali che ne presentano gli aspetti strutturali dal livello pre-primario al secondario superiore.

 

Com’è messa l’Italia rispetto ai target UE?

All’Italia è dedicata un’intera parte del rapporto. Del nostro Paese si presentano i progressi fatti dal sistema di istruzione e formazione, in relazione ai target ET 2020, dal 2009 al 2018, mettendo i dati a confronto con la media europea.

Per dare un’idea di come ci siamo comportati, possiamo affermare in estrema sintesi, ad esempio, che rispetto all’abbandono precoce dei percorsi di istruzione e formazione, nei dieci anni considerati il tasso è andato via via a diminuire (ma nell’ultimo anno è lievemente risalito, attestandosi al 14,5% contro il 10,6% della media europea). Il tasso di abbandono maschile è molto più elevato rispetto a quello femminile, come lo è nelle regioni del Sud rispetto a quelle del Nord. Migliori risultati al Nord si rilevano anche nelle competenze di base dei quindicenni. Non positivo è il dato sui diplomati dell’istruzione superiore: con il suo 27,8%, l’Italia si posiziona al penultimo posto in Europa, dove la media nel 2018 è del 40,7%. Risulta bassa anche la partecipazione all’apprendimento permanente da parte degli adulti (8,1% nel 2018, con una media europea dell’11,1%).

Va tutto bene invece per quanto riguarda la partecipazione degli alunni di 4 anni all’educazione e cura della prima infanzia, target che l’Italia ha raggiunto e superato (95,1% nel 2018).

 

Leggi l’approfondimento a cura di Alessandra Mochi, Eurydice Italia >>

Vai al volume “I sistemi scolastici europei al traguardo del 2020” (pdf) >>