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Leggere ad alta voce ai bambini del nido ogni giorno, per un’ora, apporta numerosi benefici tra cui un importante incremento dello sviluppo del linguaggio, un aumento del 15% rispetto alla crescita regolare dei bambini 0-3 anni. Non solo: aumenta il livello di attenzione, migliora la memoria e sviluppa l’interesse verso i libri.
Lo rivelano i dati della ricerca condotta dall’Università di Perugia nell’ambito di “Leggere: forte! Ad alta voce fa crescere l’intelligenza”, un progetto pluriennale di Regione Toscana che ha l’obiettivo di inserire la lettura ad alta voce quotidiana nelle scuole di ogni ordine e grado come strumento per il successo scolastico.
Lo studio, condotto da un gruppo di 19 ricercatori dell’Università di Perugia coordinati dal docente di Pedagogia Sperimentale Federico Batini, ha coinvolto circa 1600 bambini di 80 sezioni di nido sperimentale diffuse in tutto il territorio toscano, monitorati per l’intero campione con rilevazioni e di tipo qualitativo e, per un segmento di campione, ridotto a causa del lockdown, per le rilevazioni e test di tipo quantitativo.
I dati dimostrano come la pratica della lettura ad alta voce influisca in maniera significativa sulla crescita della fascia 0-3 anni: i bambini, oltre a incrementare lo sviluppo del linguaggio, aumentano il livello di attenzione e i tempi di lettura, passati da 22 a 59 minuti in cinquanta giorni, migliorano la memoria e sviluppano un interesse verso i libri e la lettura.
Il gruppo di lavoro ha somministrato i test pre-sperimentazione a tutto il campione e successivamente le sezioni dei nidi sperimentali hanno applicato il training intensivo di lettura ad alta voce, leggendo per 40/50 giorni consecutivi, sino a un’ora al giorno testi diversificati in base all’età e per lunghezza delle storie.
A fianco del gruppo sperimentale è stato individuato un gruppo di bambini “di controllo” che ha proseguito le normali attività educative. A fine training tutto il campione è stato testato di nuovo.
Dai risultati dei test e dall’analisi dei diari di bordo, report compilati giornalmente dagli educatori con dati e annotazioni, emerge come la lettura ad alta voce abbia influito positivamente su diversi aspetti della crescita e dello sviluppo, normali nei primi tre anni di vita del bambino: linguaggio, aspetti cognitivi, motori e socio-emozionali.
Un incremento statisticamente significativo è quello dello sviluppo del linguaggio che ha velocizzato la crescita del 15%, sia per la comunicazione recettiva (comprensione del linguaggio) che per quella espressiva (produzione del linguaggio).
“I risultati parlano chiaramente di un’esplosione del linguaggio. L’incremento del 15%, individuato attraverso uno strumento raffinato come le scale Bayley e confermato attraverso il test TPL, nonché dai dati qualitativi, rende evidente come, in una fascia anagrafica come quella 0/3 in cui il linguaggio non può che progredire, l’esposizione sistematica e intensiva alla lettura faciliti l’acquisizione di elementi fondamentali per le fasi di sviluppo delle abilità di ‘emergent literacy’, ovvero tutte quelle abilità preliminari e fondamentali rispetto allo sviluppo di vere e proprie competenze alfabetiche”, commenta il direttore scientifico Federico Batini.
I dati sono stati presentati durante il convegno online del 30 giugno, che ha visto oltre 6mila contatti e 2mila partecipanti. Durante l’evento si sono ripercorse le tappe, mostrati i primi risultati e delineate le prospettive future del progetto “Leggere: forte! Ad alta voce fa crescere l’intelligenza”, iniziativa di Regione Toscana che vede la direzione scientifica di Università degli Studi di Perugia e la collaborazione di Cepell (Centro per il libro e la lettura del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo), Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana, Indire e LaAV (Letture ad Alta Voce).
Scheda sintetica con i dati >>
Il sito del progetto “Leggere: Forte!” >>