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7 Agosto 2020

Il lockdown visto dai bambini in un docufilm di Grinder Kids

di Costanza Braccesi

“Vorrei poter dire a mia mamma che questo virus è solo un sogno bruttissimo”, dice Silvia. “Mi manca la scuola, mi mancano la danza, il nuoto, tutto. Non c’è niente che non mi manchi”, le fa da contraltare Vera.

Alessia, Riccardo, Silvia, Manuel, Luca, Alessandro, Gaia, Massimo, VeraFederico, Keity, Matilde, Chiara, Antonio: quattordici alunni di terza e quarta elementare raccontano a parole loro il momento del lockdown in un docufilm da 13 minuti dedicato ai bambini e prodotto da Grinder Kids (parte di Grinder, società di produzione e agenzia creativa di Milano).

#SaremoAncoraBambini, questo il titolo del video, è un piccolo manifesto della loro visione del mondo, un momento condiviso di pensieri, belli e brutti, allegri e tristi, mai scontati. Coronavirus, confinamento, famiglia, scuola, amici e futuro sono i temi toccati in modo naturale e senza forzature, per raccontare la realtà attraverso i loro occhi.

“Abbiamo cominciato quando tutto era fermo, immobile, silenzioso e non si poteva fare nulla”- dice Cosimo Solazzo, autore del docufilm, che con Grinder Kids ha realizzato questo progetto in piena pandemia. “Da remoto e con il prezioso aiuto dei genitori, abbiamo guidato i giovani protagonisti che hanno raccontato il loro tempo e i loro pensieri. Siamo semplicemente partiti dalla convinzione che è impossibile far dire ai bambini qualcosa di diverso da quello che pensano e abbiamo provato a stimolarli su vari temi, in un periodo, purtroppo, molto caldo.”

Giorni tutti uguali fra loro, fatti di compiti, videolezioni, pranzo, riposo, gioco e di nuovo compiti e videolezioni. “Non avrei mai pensato di dire che mi manca la scuola, perché durante l’anno vorrei avere più tempo libero”, dice Manuel. “Se questa diventasse la nuova normalità, io mi raderei i capelli a zero!”, si sfoga Antonio. Le loro giornate, le loro riflessioni, le sensazioni del vivere forzatamente chiusi in casa: il risultato è un punto di vista autentico e sincero, capace di insegnare molto anche agli adulti.

E poi il ringraziamento agli eroi della pandemia, i medici e gli infermieri “che ogni giorno rischiano di infettarsi e che sono molto coraggiosi perché rischiano la loro vita per curarne un’altra”. E, ancora, una serie di pensieri sul futuro, con la consapevolezza che sarà certamente diverso da prima, ma che sarà possibile tornare presto a fare le cose insieme. Perché i sogni da realizzare per questi bambini sono tanti: fare la veterinaria, il cestista, la ballerina. E la certezza è una: “Questo virus maledetto non cambierà i miei piani”.