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La Commissione europea ha pubblicato oggi la relazione annuale di monitoraggio del settore dell’istruzione e della formazione, che analizza l’evoluzione dell’istruzione e della formazione nell’UE e nei suoi Stati membri e presenta le strategie che possono aiutarli a soddisfare le esigenze del mercato del lavoro e della società. Contiene un raffronto tra Paesi e 27 relazioni approfondite per paese.
La relazione “Education & Training Monitor 2020″, che sarà presentata nel corso della Digital Education Hackathon il 12 e 13 novembre, si concentra sull’insegnamento e sull’apprendimento nell’era digitale e sulla crisi del coronavirus che ha dimostrato l’importanza delle soluzioni digitali per la didattica e ha fatto emergere le carenze esistenti.
Nonostante negli ultimi anni gli Stati membri abbiano investito in infrastrutture digitali per l’istruzione e la formazione, persistono notevoli disparità sia tra Paesi sia a livello nazionale.
Contrariamente alla percezione diffusa che i giovani di oggi appartengano a una generazione di “nativi digitali”, i risultati dell’indagine indicano che molti non sviluppano competenze digitali sufficienti. In tutti i Paesi oggetto dell’indagine, le competenze digitali di oltre il 15% della popolazione studentesca sono risultate insufficienti. I dati OCSE indicano inoltre che gli insegnanti della scuola secondaria di primo grado nei paesi dell’UE sono raramente formati sull’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione e che segnalano la forte necessità di formazione nell’utilizzo delle competenze digitali per l’insegnamento.
Nella sua valutazione annuale di come i sistemi di istruzione nell’Unione europea affrontano le principali sfide del settore, la Commissione europea sottolinea i progressi compiuti nella riduzione dell’abbandono scolastico e nell’aumento della partecipazione in tutti i settori dell’istruzione, dalla prima infanzia fino all’istruzione terziaria. La relazione di monitoraggio mette in luce tuttavia la persistente difficoltà di dotare tutti i giovani delle competenze di base. Circa un quindicenne su cinque dimostra di possedere competenze in lettura, matematica e scienze insufficienti per poter partecipare pienamente alla società. Dato l’impatto del contesto socioeconomico sui risultati degli alunni in termini di competenze di base e digitali, è fondamentale ridurre sia gli svantaggi nell’istruzione e nella formazione che il divario digitale tra gli alunni.
Secondo i dati della relazione di monitoraggio, gli Stati membri dell’UE, consapevoli che investimenti adeguati nell’istruzione contribuiscono alla crescita economica e all’inclusione sociale, hanno mantenuto la spesa pubblica per l’istruzione intorno al 10% della spesa pubblica totale.
Il contesto – L’istruzione resta una priorità dell’agenda politica dell’UE. Il 30 settembre la Commissione ha adottato due iniziative che rafforzeranno il contributo dell’istruzione e della formazione alla ripresa dell’UE dalla crisi del coronavirus. Illustrando la sua visione per uno spazio europeo dell’istruzione da realizzare entro il 2025, la Commissione ha proposto nuove iniziative, più investimenti e una maggiore collaborazione tra gli Stati membri per consentire a tutti gli europei, indipendentemente dall’età, di beneficiare della ricca offerta didattica e formativa dell’UE. La Commissione ha anche adottato un nuovo piano d’azione per l’istruzione digitale, che tiene conto degli insegnamenti tratti dalla crisi del coronavirus ed elabora una strategia per un ecosistema dell’istruzione digitale ad alte prestazioni con un potenziamento delle competenze digitali per compiere la trasformazione digitale.
Relazione di monitoraggio “Education & Training Monitor 2020” >>