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23 Aprile 2021

25 aprile, apre l’ambiente online “Paesaggi della Memoria”

Dialoghi sui luoghi simbolo dell’Antifascismo, della Resistenza e della Liberazione per sviluppare percorsi didattici con gli studenti

di Costanza Braccesi

Dodici interviste ad altrettanti “testimonial” di luoghi significativi della Resistenza italiana.

Sono quelle che si trovano raccolte nella pagina “Paesaggi della Memoria”, un ambiente online appena aperto sul sito Indire che in vista del 25 aprile, 76° anniversario della Liberazione, propone una serie di dialoghi sui luoghi italiani legati alla seconda guerra mondiale, alla deportazione, all’antifascismo.

L’iniziativa nasce dalla collaborazione fra Indire e Rai Scuola, che ha infatti dedicato a questa iniziativa una pagina web anche sul proprio sito. La ricercatrice Pamela Giorgi, responsabile dell’Archivio storico dell’Istituto, ha realizzato le interviste cercando di collegare fra loro luoghi particolarmente significativi, simbolo della Resistenza.

Tra le testimonianze abbiamo quella di Maria Cleofe Filippi, presidente della rete nazionale dei Luoghi della memoria, che bene spiega il senso del voler ‘dare un’identità’ al concetto di memoria attraverso la conoscenza di territori e località in cui sono avvenute rappresaglie, stragi, detenzioni e altri importanti episodi legati alla Resistenza.

E ancora Marco Revelli e Beatrice Verri ci parlano della Fondazione Revelli, nata nel 2006 a Cuneo per onorare la memoria dello scrittore Nuto Revelli, alpino in Russia durante la Seconda guerra mondiale, partigiano di Giustizia e Libertà. Insieme alla fondazione è nato anche il progetto di recupero e valorizzazione della borgata Paraloup, un villaggio di montagna a 1400 metri in Valle Stura, che fu sede della banda partigiana Italia Libera, formata da 200 ventenni provenienti da tutte le parti d’Italia.

La casa della Memoria di Nuto Revelli è al centro di un’articolata rete di altre case e di altri luoghi, tutti al centro del progetto “Memoranda”, un’interessante iniziativa che viene presentata dall’ideatrice Antonella Tarpino e dal coordinatore Gianluca Cinelli.

Gigi Garelli, direttore dell’Istituto Storico della Resistenza della provincia di Cuneo, spiega i possibili usi didattici della memoria storica contenuta a Borgo San Dalmazzo, sede di uno dei campi di concentramento istituiti in Italia dopo l’8 settembre del ‘43 per radunarvi gli ebrei in attesa di deportazione.

Cristina Clerico, assessore alla cultura di Cuneo, ci porta in un’altra tappa dei paesaggi della memoria, illustrando le potenzialità formative della casa museo dell’eroe della Resistenza italiana Duccio Galimberti. Nel video è possibile anche fare un breve percorso in altri luoghi emblematici di Cuneo, compreso il punto in cui vennero massacrati alcuni civili sospettati di appartenere alle forze di opposizione al nazifascismo o “colpevoli d’essere ebrei”.

Un’altra tessera del mosaico è quella che aggiunge Renato Grimaldi, del dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione dell’Università di Torino, utilizzando un patrimonio culturale inusuale: le tavolette votive dipinte, attraverso cui racconta la storia della Banda Balbo, la famosa seconda Divisione Langhe del comandante Nord.

Matteo Mazzoni, direttore dell’Istituto storico Toscano della Resistenza e dell’età contemporanea, ci spiega come poter utilizzare in classe il patrimonio archivistico e bibliografico – ormai anche digitale – posseduto dalla Rete degli Istituti storici della Resistenza italiani, mentre lo storico e saggista Orlando Baroncelli traccia le tappe di un ipotetico percorso educativo tra le carte d’archivio e i luoghi della memoria legati alla liberazione di Firenze.

Infine, l’intervista a Stefano Oliviero, professore di Storia della pedagogia all’Università di Firenze, che spiega le potenzialità di un uso didattico del patrimonio culturale legato ai luoghi della Resistenza.

Sarà pubblicato nei prossimi giorni il dialogo fra Pamela Giorgi e Alessandra Celi, membro della Società italiana delle storiche, che a partire da un episodio che il 7 luglio del ’44 vide coinvolte le donne di Carrara, ci mostrerà come si possa osservare la Resistenza in un’ottica di genere, attraverso una lettura che intreccia fonti ufficiali e memorie private.

Partito dall’esperienza del laboratorio didattico sui luoghi della Resistenza piemontese “Memoranda”, il progetto biennale Paesaggi della Memoria: laboratorio didattico tra passato della Resistenza e presente ha già realizzato nel corso dello scorso anno cicli di laboratori e alcune sperimentazioni didattiche.

 

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