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9 Marzo 2022

Appuntamento con Avanguardie educative: il modello SAS (Servizi Aggancio Scolastico)

Un servizio virtuoso di constrasto alla dispersione scolastica

di Redazione

Avanguardie educative è il movimento che intende trasformare il modello organizzativo e didattico della scuola italiana. Il progetto è stato avviato nel 2014 su iniziativa dell’Indire e di 22 scuole fondatrici e da allora oltre 460 istituti scolastici hanno deciso di prendervi parte, adottando una o più delle sue “idee”. A loro che, sotto la guida delle scuole capofila e del gruppo di ricerca dell’Indire, hanno deciso di mettersi al lavoro, sperimentando l’innovazione, è dedicato uno spazio sul nostro sito, pubblicandone le testimonianze raccontate attraverso le parole dei suoi protagonisti. “Appuntamento con l’innovazione” diventa lo spazio online che periodicamente dà voce ai racconti degli studenti e degli insegnanti che stanno sperimentando nuovi modi di fare scuola.

 

I SAS (Servizi Aggancio Scolastico) per il contrasto della dispersione scolastica e formativa.
Un modello di servizio.

Articolo a cura di: Maria Grazia D’Alessandro, Fabiana Forni, Valentina Frattura, Giovanna Guerzoni, Simona Lipparini, Elena Luppi, Elisa Tardini, Alessandro Tolomelli

 

La dispersione scolastica, nelle sue varie dimensioni ed espressioni, rappresenta l’esito di smarrimenti di direzione pedagogica che riguardano, in primo luogo, il sistema educativo e non, come spesso si tende a sostenere, lo studente vittima di dispersione. Che si parli di drop-out o di “povertà educative”, di analfabetismo o di incompetenze nell’uso della lingua italiana, la questione dell’insuccesso e del disagio scolastico fino ai suoi esiti nella dispersione – ancora a livelli inaccettabili in un mondo definito della “società della conoscenza” – non può non essere al centro delle preoccupazioni di coloro che, a diverso titolo – non solo quindi insegnanti e dirigenti scolastici – si occupano di istruzione, formazione e educazione.  

Nel 2019 nel nostro paese il 13,5% dei residenti tra i 18-24 anni ha lasciato la scuola con la sola licenza media. Una quota che è tra le più alte in Europa, superata solo da Spagna, Malta, Romania e Bulgaria.  La situazione dell’Italia rimane estremamente critica per l’intreccio di tre elementi che insieme creano una crisi strutturale: alti tassi di abbandono combinati con molte ripetizioni, un alto numero di giovani con bassi livelli di conoscenze che sono fondamentali per lo sviluppo sociale e personale e per esercitare cittadinanza, forte presenza di povertà infantile. Anche in Italia – come in altri paesi europei – si evidenzia la natura strutturale dell’insuccesso scolastico, che interessa ancora principalmente i figli di famiglie con bassi livelli di educazione e reddito e che vivono in situazione di esclusione.  Nel caso dell’Emilia Romagna i tassi di abbandono scolastico nell’anno 2019 si attestano all’ 11,3% e risultano così molto vicini alla media europea, ma la “qualità” della dispersione nel contesto emiliano-romagnolo evidenzia le stesse caratteristiche nazionali sopra citate, ovvero il fatto che sono soprattutto certe popolazioni studentesche – caratterizzate cioè da condizioni socio economiche difficili o dall’esperienza migratoria – quelle più colpite dal fenomeno.

Il problema della dispersione scolastica e formativa include tuttavia dimensioni e fattori anche di natura pedagogica – l’innovazione della didattica, il lavoro educativo sulla motivazione e l’empowerment degli studenti, la dimensione collettiva e laboratoriale degli apprendimenti, approcci innovativi ai processi di orientamento scolastico, l’incremento della partecipazione degli studenti e delle famiglie alla vita dell’istituzione scolastica, la costruzione di community based education sul territorio, la valutazione partecipata e formativa, l’interculturalità e la transculturalità come sfondi integratori dell’azione educativa e formativa, etc. –  sui quali la ricerca scientifica a diversi livelli (analisi, prevenzione e intervento) ha maturato ampia conoscenza.

È in questo contesto che si colloca il Progetto SAS – Servizi di Aggancio Scolastico: nato in Belgio nel 2011 e conosciuto dagli operatori del territorio grazie agli scambi favoriti dal Progetto europeo ATOMS, è un esempio virtuoso di buona pratica educativa nell’affrontare la complessa problematica del contrasto alla dispersione scolastica e formativa attraverso la promozione del benessere degli studenti. L’esperienza è stata progressivamente introdotta e adeguata alle realtà del territorio metropolitano bolognese attraverso un processo partecipato e interistituzionale che ha coinvolto il Comune di Bologna, la Città Metropolitana di Bologna, i Distretti Socio Sanitari, l’Ufficio Scolastico Regionale dell’Emilia Romagna, il Dipartimento di Scienze dell’Educazione (Università di Bologna), l’associazione Gio.net, il sistema dell’IFP (rappresentato dai Centri di Formazione Professionale Ciofs Fp ER e Cefal ER) e il Terzo Settore.

L’esperienza dei SAS si avvia a Bologna nel 2017 grazie a una stretta integrazione con le azioni e i protocolli già esistenti sul territorio con le scuole, gli allievi, le famiglie e i Servizi Educativi Scolastici Territoriali dei Quartieri, proponendosi di offrire opportunità relazionali, orientative, ri-orientative e formative a studenti a forte rischio o già in dispersione scolastica, al fine di riattivare in loro la motivazione alla formazione, all’apprendimento e la “riconciliazione” con il mondo scolastico.

In questi anni l’offerta di percorsi interdisciplinari è sempre stata condivisa con la scuola, onde fornire integrazione con i percorsi curricolari dello studente, attraverso la realizzazione di attività laboratoriali/culturali/professionalizzanti per incentivare il protagonismo degli adolescenti e innovare metodologicamente gli apprendimenti.

Il SAS non si configura pertanto come un percorso alternativo a quello scolastico, ma articola le sue azioni offrendo alla scuola, all’allievo e alla famiglia esperienze integrabili al piano didattico dello studente, attraverso la stesura di un patto formativo individualizzato, grazie al quale gli allievi possono sperimentare, in tempi e spazi calendarizzati, una gamma diversificata di attività (individuali e/o di piccolo gruppo) finalizzate a una maggiore consapevolezza di sé, delle proprie attitudini e potenzialità, a un rinforzo delle competenze trasversali e dell’autostima, indispensabili per sostenere e accompagnare con successo l’allievo alla percezione di poter “stare bene” a scuola. Il Servizio SAS, monitorato e valutato in ogni suo aspetto pedagogico grazie anche al coinvolgimento del Dipartimento di Scienze dell’Educazione (Università di Bologna), è stato oggetto di un percorso di modellizzazione nel 2020,  consentendo a tutti gli attori coinvolti una riflessione  teorica molto stimolante per l’individuazione e l’applicazione di alcuni concetti quali per esempio “l’azione” e il “sistema”. 

Il termine “azione” fa riferimento alla volontà di creare per i ragazzi occasioni di esperienza didattica ed educativa spendibili nei diversi contesti educativi scolastici e territoriali. Il nome “SAS – Servizi di Aggancio Scolastico” vuole sottolineare l’approccio proattivo del servizio, che si propone di “agganciare” gli studenti piuttosto che porre rimedio alla “dispersione” scolastica degli stessi. Con il termine “aggancio” si allude alla volontà di tenere connessi i ragazzi ad un percorso educativo e formativo, il tentativo di mettere in pratica il “contrasto” alla dispersione, non limitandosi a subire il fenomeno, ma avviando un’azione educativa di rimotivazione da effettuarsi fuori dalla scuola ma all’interno di un servizio strettamente connesso con il sistema scolastico. 

 

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