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5 Ottobre 2022

Stipendi degli insegnanti in Europa, da Eurydice il focus comparativo

Il consueto rapporto annuale della rete Eurydice aggiorna i dati su stipendi, indennità, prospettive di carriera e potere d’acquisto di insegnanti e capi di istituto e fa il punto su questo aspetto fondamentale dello sviluppo professionale

di Simona Baggiani

L’aggiornamento annuale del rapporto di Eurydice sugli stipendi e le indennità degli insegnanti e dei capi di istituto in Europa è stato pubblicato oggi, come di consueto, in occasione della Giornata mondiale degli insegnanti.

Quest’anno, per la prima volta, Eurydice ha pubblicato in precedenza, e come open data a sé stanti, anche le schede con i dati per Paese, raccolti congiuntamente dalle reti Eurydice e OCSE/NESLI.

La retribuzione e le prospettive di carriera degli insegnanti sono parte integrante delle politiche volte ad attrarre i candidati migliori e a garantire la loro permanenza nella professione. Il rapporto di Eurydice mostra, in chiave comparativa, la composizione e le differenze di retribuzione degli insegnanti e dei capi di istituto delle scuole pubbliche prescolari, primarie e secondarie generali in 39 sistemi educativi europei, prendendo come anno di riferimento l’anno scolastico 2020/2021.

Se andiamo ad analizzare un po’ più da vicino i principali risultati del rapporto, emergono, innanzitutto, significative differenze tra i Paesi europei negli stipendi di base degli insegnanti all’inizio della loro carriera. Questi possono infatti variare, a seconda del Paese, da circa 4mila euro a 92mila euro all’anno.

In 11 Paesi europei analizzati, tutti gli insegnanti neoassunti hanno lo stesso stipendio di base, indipendentemente dal livello di istruzione in cui insegnano. Nella maggior parte dei Paesi, le differenze di stipendio tra i vari livelli di istruzione sono legate alle differenze nei requisiti minimi di qualifica richiesti per diventare insegnante. L’Italia, da questo punto di vista, risulta una delle poche eccezioni, poiché gli stipendi iniziali di base degli insegnanti del livello secondario sono più alti rispetto a quelli del primario, pur dovendo possedere tutti gli insegnanti una laurea magistrale come titolo di accesso alla professione.

Anche il potenziale di aumento degli stipendi di base nel corso della carriera varia notevolmente. A seconda del Paese, infatti, gli stipendi iniziali possono aumentare, nel corso della carriera di un insegnante, dal 16% (in Danimarca e Serbia) al 143% (a Cipro). Anche in altri Paesi l’aumento percentuale totale è elevato, ma è tuttavia necessaria una lunga anzianità di servizio per raggiungere il massimo della scala retributiva. In Italia, ad esempio, gli stipendi iniziali degli insegnanti possono aumentare di poco meno del 50% solo dopo 35 anni di servizio.

Lo stipendio medio effettivo degli insegnanti è fortemente correlato al prodotto interno lordo (PIL) pro capite di un Paese (ossia più alto è il PIL pro capite, più alto è lo stipendio medio annuo). In due terzi circa dei sistemi educativi analizzati nel rapporto, lo stipendio è superiore al PIL pro capite. È inferiore al PIL pro capite in sette Paesi (in Cechia, Estonia, Irlanda, Ungheria, Romania, Svezia e Norvegia), mentre in altri sette è inferiore in almeno un livello di istruzione: in Italia, ad esempio, nella scuola dell’infanzia e primaria.

Infine, per quanto concerne i capi di istituto, si registra in Europa che sono quasi sempre pagati su una scala retributiva diversa rispetto a quella degli insegnanti e i loro stipendi spesso aumentano in base alle dimensioni della scuola. In Italia, lo stipendio minimo di base per i capi di istituto è il doppio dello stipendio di un insegnante con 15 anni di servizio.

 

Articolo di approfondimento sul sito Eurydice

Rapporto “Teachers’ and School Heads’ Salaries and Allowances in Europe, 2020/2021”

Schede nazionali in formato open data

 

 

Cos’è Eurydice

Eurydice è la rete europea che raccoglie, aggiorna, analizza e diffonde informazioni sulle politiche, la struttura e l’organizzazione dei sistemi educativi europei. Nata nel 1980 su iniziativa della Commissione europea, la rete è composta da un’Unità europea con sede a Bruxelles e da varie Unità nazionali. Dal 1985, l’Indire è sede dell’Unità nazionale italiana.

 

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