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Chi ha molto giocato da piccolo e ne ha scoperto il valore, non può che amare il gioco e cercare di farlo gustare anche agli altri.
È il caso di Mario Lodi, un maestro fra i più importanti che abbiamo avuto in Italia nel secondo dopoguerra. I suoi resoconti della vita che si svolgeva nelle classi elementari in cui insegnava sono racconti interessanti e appassionanti. Come quelli che si leggono in «C’è speranza se questo accade a Vho» (1951-1962), ne «Il paese sbagliato» (1964-1969) o in «Insieme» (1972-1973). Sono testimonianze di un certo modo di intendere il gioco e di comprenderne l’importanza per il vivere quotidiano dei bambini (e non solo per loro).
C’è uno scritto di Lodi che ci dice molto sulle sue idee riguardo al gioco. Si tratta di un volumetto uscito nel 2014, lo stesso anno della sua morte. Il titolo è «Come giocavo», e in esso Mario Lodi racconta i giochi della propria infanzia vissuta in un ambiente semplice, paesano, comunitario. Scoprendo come Lodi giocava, si intuisce perché abbia cercato di inserire nella sua pedagogia scolastica quelle modalità ludiche che aveva assorbito fino da piccolo.
Aveva capito che il senso profondo del giocare non si identifica con le regole di uno o di un altro gioco, ma che giocare in un certo modo può diventare una modalità di essere e di vivere. Per questo diceva che i bambini devono giocare anche a scuola, rendendosi ben conto che farli giocare con questa prospettiva fosse “un compito difficile”. Il pensiero di Lodi sul gioco si è evoluto negli anni, segno di una sua ricerca continua verso una modalità forte di intendere il gioco e il giocare.
Di tutto questo si parlerà giovedì 20 ottobre dalle 17 alle 19 in occasione del webinar dal titolo “Mario Lodi e il gioco nella scuola dell’infanzia”.
Maurizia Butturini, esperta per la scuola dell’infanzia, dialogherà con Gianfranco Staccioli, scrittore, formatore, esperto di temi relativi all’educazione, al gioco, alla creatività.
Si scoprirà un Mario Lodi “Maestro Ludico”, che spiega come il gioco non debba corrispondere a una competizione sfrenata. Sono infatti necessari giochi capaci di “superare la competizione”.
Dopo aver riconosciuto le valenze pedagogiche dei giochi della tradizione infantile, Lodi sposta la propria attenzione non solo sulle diverse tipologie dei giochi dei bambini, ma recupera una modalità di gioco che risale alle sue esperienze infantili. Il volumetto «Come giocavo» ci racconta non solo i giochi che Lodi faceva quando era piccolo, ma soprattutto ci mostra che i giochi nascono, vivono, si sviluppano, si arricchiscono a partire da un contesto. Senza un contesto stimolante e accogliente il gioco rimane una pratica zoppa, da tempo libero.
Quello del 20 ottobre fa parte di una serie di incontri che, iniziati nel giugno 2021, continueranno per tutto il 2022 – anno del centenario della nascita di Lodi – per approfondire la figura di uno dei protagonisti del rinnovamento pedagogico della scuola italiana, scrittore di molte storie per ragazzi e formatore di generazioni di insegnanti.
Partecipa al webinar (20/10 – ore 17) >>