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A Firenze il convegno sul ruolo della scuola per la parità di genere
INDIRE e Regione Toscana presentano i dati del progetto PARtime sulle scuole
Sono 893 in Toscana i docenti iscritti al progetto PARtime, un percorso formativo progettato da INDIRE e Regione Toscana, con la collaborazione dell’Ufficio Scolastico Regionale e di ANCI Toscana.
L’iniziativa affronta i temi legati all’educazione della parità di genere, con particolare riguardo alla didattica curricolare. Di questi, il 46% non aveva mai partecipato a nessuna iniziativa sulla promozione della parità nelle strutture scolastiche.
I dati principali sono stati presentati questa mattina nel corso del convegno Il ruolo della scuola nella promozione della parità Pratiche didattiche e riflessioni per un’azione di sistema, organizzato da INDIRE e Regione Toscana a Firenze, nel complesso di Sant’Apollonia.
Hanno preso parte all’iniziativa l’assessora all’Istruzione e alla Formazione della Regione Toscana, Alessandra Nardini, la Presidente di INDIRE, Cristina Grieco, e il gruppo di ricerca INDIRE che ha condotto le attività progettuali, composto da Maria Teresa Sagri, Daniela Bagattini, Beatrice Miotti, Valentina Pedani, Donatella Rangoni, David Grassi.
“Il progetto PARtime – dichiara Cristina Grieco, Presidente di INDIRE – nasce con l’obiettivo di promuovere la cultura del rispetto e della parità nei servizi educativi e nelle scuole toscane di ogni ordine e grado. Si tratta di una proposta di ricerca-azione, in cui l’intervento formativo è parte di una più ampia riflessione di ricerca sul ruolo della scuola rispetto a queste tematiche. In tal senso, INDIRE sta avviando in modo sempre più strutturato e organico progetti e iniziative che possano coinvolgere diversi soggetti istituzionali, enti e realtà del territorio, in un’ottica di rete e di sistema. Questa esperienza di successo condotta insieme alla Regione Toscana può rappresentare per l’Istituto un modello da trasferire anche in altri contesti regionali”.
Secondo il progetto, educare al rispetto e alla parità è la prima forma di prevenzione della violenza. Per questo, la scuola, fin dai primi anni di formazione degli studenti, viene considerata come uno tra gli attori principali nella decostruzione degli stereotipi e nella promozione dell’uguaglianza e della parità dei diritti.
I DATI
In Toscana sono stati coinvolti in totale i seguenti plessi scolastici: 306 della scuola dell’infanzia, 441 del primo ciclo e 146 del secondo ciclo.
La scuola che risulta con più docenti iscritti al progetto è l’IC Leonardo da Vinci di Castelfranco di Sotto (PI), con 54 docenti (equamente distribuiti tra infanzia, primaria e secondaria I grado). La seconda scuola è l’IC Gino Strada di Sesto Fiorentino (FI) con 48 docenti; la terza l’IC Monte Argentario – Giglio, con 29 iscritti.
Per quanto riguarda le azioni di genere svolte a scuola, il 43% dei docenti usa i libri di testo e le risorse didattiche mentre, sull’origine delle differenze di genere, per l’88% dei docenti rientra nell’educazione impartita in ambito familiare (genitori e parenti).
Sempre secondo lo studio INDIRE, per il 37% dei docenti tra gli stereotipi più frequenti a scuola, c’è la riproposizione di ruoli e aspettative in relazione a determinati contesti, come ad esempio le donne risultano legate ad impegni domestici, ruoli materni e spirito di sopportazione, anziché impegni lavorativi, ruoli paterni e spirito di leadership. Inoltre, per il 53% dei docenti, sono importanti le tematiche di genere nelle discipline e nel curricolo.
“La risposta alla chiamata per ParTime è stata straordinaria – ha detto l’assessora Nardini nel corso di suo intervento di saluto – Quasi 900 adesioni sono un risultato straordinario, il segno che in Toscana c’è una sensibilità diffusa e c’è la volontà di lavorare sui temi della cultura della parità di genere e del rispetto, del contrasto agli stereotipi. Ringrazio sinceramente per la preziosa collaborazione INDIRE e tutti i soggetti che hanno realizzato ParTime: Ufficio Scolastico Regionale, Anci, Upi. Ma anche docenti, dirigenti, personale scolastico, educatrici e educatori che stanno partecipando a questo progetto, che io credo sia anche un percorso di arricchimento personale oltre ad esserlo sicuramente a livello professionale. Abbiamo voluto offrire a chi lavora nei servizi educativi e nelle scuole scuole toscane, di ogni ordine e grado, uno strumento in più per promuovere la cultura della parità, per comprendere appieno quanto siano dannosi pregiudizi, stereotipi e retaggi culturali che ancora oggi persistono nella nostra società.
La parità è un diritto umano, la scuola deve essere per eccellenza luogo dell’uguaglianza dei diritti, luogo dove si educa al rispetto delle differenze. Pensiamo che questo sia l’unico modo per costruire una società più giusta, una società che non discrimina e che non accetta le diseguaglianze ma le combatte”.
“Se vogliamo promuovere una cultura di parità e rispetto, se vogliamo innescare quella rivoluzione culturale di cui abbiamo bisogno – ha proseguito Nardini – dobbiamo farlo a partire dalle giovani generazioni e dalla scuola, che insieme alla famiglia svolge un ruolo determinante nella formazione delle bambine e bambini, delle ragazze e dei ragazzi. Per questo ci siamo rivolti a tutte e tutti coloro che lavorano nelle scuole e nei servizi educativi, affinché siano loro le prime e i primi a promuovere questa cultura, a partire dalle più piccole e dai più piccoli. Vogliamo che la parità sia perseguita non solo con un progetto, ma sia un impegno trasversale ad ogni politica educativa, di istruzione e di formazione che mettiamo in campo”. “ParTime – ha concluso l’assessora – speriamo sia una buona pratica magari da esportare a livello nazionale. In Toscana si inserisce nel solco di una Regione che ha fatto dei diritti la sua cifra, un solco che stiamo provando a tracciare con ancora più nettezza. Penso alla scelta, in questa legislatura, di inserire nei nostri PEZ, i Progetti Educativi Zonali, l’obiettivo di promuovere pari opportunità e contrastare stereotipi di genere e al rifinanziamento della legge regionale 16/2009 sulla ‘Cittadinanza di Genere’ prevedendo come azione obbligatoria i progetti di sensibilizzazione nelle scuole”.