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Università di Cagliari
La terza edizione del Convegno internazionale della rivista “Scuola Democratica”, in programma dal 3 al 6 giugno all’Università degli Studi di Cagliari, è dedicata ai bisogni e alle prospettive dell’educazione e della giustizia sociale.
L’incontro è promosso da Scuola Democratica. Learning for democracy, con la collaborazione di CIRD – Centro Interuniversitario per la Ricerca Didattica, Fondazione di Sardegna e Il Mulino Publishing House.
Nel vasto programma del convegno, il 5 giugno INDIRE promuove il simposio La pluralità dei Divari. Territori, Competenze, Tecnologie, Generi, Ecologie che, basandosi su una visione di scuola come sistema in cui si intrecciano e si integrano numerosi elementi contestuali, costruisce una narrazione sull’intero e complesso mondo dei “divari”.
Parlare di divari oggi richiede un pensiero in grado di padroneggiare il processo di attribuzione di nuove categorie di significato che, per intercettare o ripensare i futuri possibili, necessita di uno sguardo plurale non solo dal punto di vista disciplinare, con un’attenzione ai lavori che promuovono un’ibridazione costruttiva dei vari settori di ricerca, ma anche metodologico ed ecologico-relazionale.
Il simposio INDIRE si configura dunque come un’agorà all’interno della quale conoscere, condividere, confrontarsi, discutere e promuovere le forme che i divari assumono nella ricerca educativa sull’istruzione. Uno spazio in grado di affrontare la crisi attraverso la pedagogia della cooperazione e della solidarietà di cui parla anche l’UNESCO (2021) e accogliere quei lavori capaci di ampliare gli orizzonti, evidenziando un confronto nazionale e internazionale, e fornendo prospettive scientifiche con valore applicativo per la comunità scolastica.
Durante il simposio si offrirà un approfondimento su:
Divari territoriali
L’ultimo rapporto Unesco “Reimagining our Futures Together. A new social contract for education” (2021) invita a realizzare un nuovo contratto sociale per l’educazione. Quale nuovo ruolo della scuola è possibile ipotizzare con attenzione ai territori in cui sono evidenti fenomeni di dispersione scolastica, disoccupazione, esclusione sociale e povertà educativa? INDIRE promuove una visione di educazione come bene comune, dove la scuola e il territorio prossimo ad essa diventano luoghi da abitare attivamente, che grazie a un approccio orientato alla promozione delle “capabilities”, possono educare e formare individui che, nel rispetto delle proprie attitudini e capacità, siano in grado di contribuire all’innovazione sociale ed economica.
Divari tecnologici
Prendendo spunto dal Rapporto UNESCO “ed-tech-tragedy”, occorre aiutare le scuole ad affrontare le sfide della trasformazione educativa tramite il digitale. Le tecnologie generative hanno consentito di identificare negli anni modelli e pratiche per l’arricchimento, l’apertura e l’estensione dell’aula, esperienze di didattica condivisa e sperimentazioni legate ad aree a bassa densità digitale. La scuola di fronte ai divari può avvalersi di soluzioni volte a aumentare l’alfabetizzazione e la consapevolezza della tecnologia come “dispositivo” che, attraversando gli interventi di literacy, numeracy, data e digital literacy e citizenship, aiuta a creare una sinergia tra gli ambiti umanistico e tecnologico.
Divari di competenze
A fronte dei risultati INVALSI e OCSE PISA, si assiste a un potenziamento degli interventi volti a migliorare le competenze chiave degli allievi e delle allieve, con particolare riferimento alle competenze di base per assicurare lo sviluppo di una solida formazione iniziale e per esercitare la piena cittadinanza da parte di ciascun individuo. Accanto alle competenze di base, la readness degli studenti le digital skill sono alla base della trasformazione dei sistemi educativi. Avvalersi di standard e modelli formativi e didattici utilizzabili in contesti e territori diversi porta a ripensare, ai fini dell’inclusione sociale dei giovani e degli adulti, una nuova mappa per l’orientamento.
Divari di genere
La scuola, come dettato dalla Convenzione di Istanbul, ha un ruolo fondamentale nella diffusione della cultura della parità, utile a contrastare gli stereotipi che condizionano le scelte formative andando a incidere sul successo scolastico e volta a prevenire la violenza di genere. L’educare al genere si connette in maniera inscindibile al concetto di cittadinanza attiva e di educazione affettiva e relazionale. È necessaria una riflessione su come Educare al genere richieda ai docenti molta creatività e capacità di scomporre un immaginario apparentemente neutrale per poterlo ricostruire giorno dopo giorno nella pratica didattica. Si tratta di un’azione di sistema che necessita del lavoro contemporaneo e sinergico di tutta la comunità educante, in relazione con la famiglia e il territorio, e che permette oggi di restituire indicatori di buone pratiche in un’ottica di educazione al genere e al rispetto.
Divari ecologici
Le iniziative e gli interventi di formazione e informazione rivolti agli studenti e ai docenti per affrontare le crisi ambientali e il cambiamento climatico vengono spesso ricompresi nel più grande tema di “Giustizia Climatica” e sono certamente assi fondamentali dello “Sviluppo Sostenibile”. È necessaria una riflessione condivisa per comprendere e favorire l’integrazione nei curricoli delle competenze definite nel GreenComp e condividere ricerche, idee ed esperienze che implementano approcci educativi innovativi “whole school” e che valorizzino un pensiero sistemico capace di favorire la realizzazione della giusta transizione ecologica che ci siamo impegnati a perseguire come membri dell’Assemblea della Nazioni Unite.
Le relatrici INDIRE sono Annalisa Buffardi, Stefania Chipa, Isabel de Maurissens, Alessia Rosa, Patrizia Lotti, Jessica Niewint e Valentina Pedani.
Modera l’incontro Giuseppina Rita Jose Mangione (INDIRE); in qualità di discussant parteciperà Anna Maria Ajello (Sapienza – Università di Roma).
Programma completo del convegno >>