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È possibile promuovere una didattica attiva e laboratoriale per le discipline di base della scuola secondaria di secondo grado? E come la si può diffondere per far sì che diventi la pratica prevalente all’interno di un’istituzione scolastica?
Il volume “Didattica laboratoriale e discipline di base”, a cura delle ricercatrici INDIRE Loredana Camizzi e Serena Goracci, appena uscito per Carocci editore, presenta i risultati di una ricerca-azione partecipata svolta da INDIRE con l’IISS “Enriques Agnoletti” di Sesto Fiorentino (FI) e con la dirigente scolastica dell’Istituto Silvia Baldaccini.
Partendo dall’osservazione e dall’analisi di alcune pratiche didattiche in matematica, fisica, scienze e italiano, sono stati individuati alcuni fattori comuni che sembrano caratterizzare una specifica accezione di “laboratorialità” attinente tanto agli aspetti curricolari (ad esempio l’approccio induttivo e la selezione oculata dei contenuti) quanto a quelli di mediazione didattica (come l’uso frequente della discussione, del lavoro di gruppo o della verbalizzazione scritta degli studenti). Facendo leva su questi elementi trasversali, le pratiche laboratoriali sono state diffuse all’interno della scuola, trovando un buon riscontro e consolidamento.
I percorsi didattici realizzati nelle quattro discipline sono illustrati nel dettaglio nella seconda parte del volume e costituiscono un utile stimolo per tutti i docenti interessati.
La ricerca indica come l’innovazione delle pratiche didattiche debba coinvolgere parallelamente le due dimensioni (curricolare e metodologica), in un lavoro collegiale all’interno dei dipartimenti e dei consigli di classe.
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