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17 Ottobre 2024

Coniugare istruzione e educazione per una scuola di tutti: i Laboratori del Sapere all’Istituto degli Innocenti

di Alessandra Anichini, Serena Goracci

Il 7 ottobre scorso è stata una bellissima occasione per parlare di scuola, di ogni ordine e grado, dall’infanzia alla secondaria di secondo grado, toccando temi chiave come quelli di un curricolo significativo, della motivazione, dell’educazione alla democrazia.

Il Salone Puccetti, della prestigiosa sede dell’Istituto degli Innocenti di Firenze, ha accolto un centinaio di docenti e dirigenti provenienti da tutta Italia, che si sono incontrati, finalmente in presenza, dopo quattro anni di attività a distanza. Di questo cospicuo gruppo facevano parte veterani dei Laboratori del sapere (LS), che hanno seguito il progetto fino dal suo nascere, ma c’erano anche professionisti che per la prima volta si sono accostati con curiosità a questo approccio che Avanguardie Educative sostiene e studia dal 2020.  Si è respirato un clima buono, un clima di impegno per una scuola che si pone il costante obiettivo di formare le nuove generazioni, fornendo loro i saperi necessari per affrontare il ruolo di cittadini attivi e consapevoli.

I Laboratori del Sapere, idea della Gallery di Avanguardie Educative è uno di quei progetti che per INDIRE si pone trasversalmente a diverse linee di ricerca, incrociando l’interesse per il curricolo disciplinare in prima battuta (delle STEM come di discipline umanistiche), come anche lo studio di modelli di ricerca-azione che vedano docenti, ricercatori, esperti collaborare in un processo di riflessione sulla pratica che rappresenta oggi una delle strategie formative più efficaci.

Il tributo di questo progetto va al suo ideatore, Carlo Fiorentini, che da circa 20 anni porta avanti con la Regione Toscana i Laboratori del Sapere Scientifico (LSS). L’approccio, sperimentato e documentato lungamente nelle Scienze, è stato applicato a discipline come l’Italiano, la Matematica, la Geografia, alla ricerca di un modello di didattica che tenesse conto di alcuni parametri imprescindibili dell’agire docente.

Dopo i saluti della Regione Toscana, nella persona di Sara Mele (responsabile del settore Educazione e istruzione), che da anni sostiene la rete LSS nelle scuole toscane e della dott.ssa Donatella Ciuffolini dell’USR Toscana, che ha ribadito l’importanza di una scuola che si impegni in percorsi formativi personalizzati e motivanti, capaci di costruire socialità e sviluppare pensiero, è stata la volta di Silvia Baldaccini (DS in quiescenza dell’IIS “Enriques-Agnoletti” di Sesto Fiorentino), in rappresentanza della rete toscana LSS, di cui ha ricordato brevemente la storia.

Gli interventi della mattina volevano offrire il quadro teorico che è alla base di tutto il lavoro di LS e la giornata si è aperta con l’intervento delle ricercatrici INDIRE Serena Goracci e Loredana Camizzi, le quali, ripercorrendo il cammino di una ricerca lunga quattro anni, hanno portato la suggestiva voce degli studenti, la loro percezione di attività che li coinvolgono all’interno di percorsi di apprendimento lunghi un intero anno scolastico. Le testimonianze raccolte durante le osservazioni in classe e i focus group condotti con le bambine e i bambini, le ragazze e i ragazzi hanno rivelato la consapevolezza di quanto avviene nelle loro classi, la comprensione profonda dei principi dell’approccio, che sono stati riletti attraverso le parole di piccoli e grandi studenti.

Carlo Fiorentini ha poi introdotto l’approccio LS rivelandone le profonde implicazioni culturali, con rimandi espliciti al pensiero di John Dewey e Lev Vygotskij; con la consueta chiarezza ha tracciato i confini di una scuola che attraverso la cultura si propone come palestra di democrazia. Maria Piscitelli ci ha portato nello specifico di un possibile curricolo di Italiano che, in verticale, attraversa gli ordini e i gradi di scuola, tenendo sempre strettamente connessi aspetti disciplinari e educazione, in un connubio virtuoso e auspicabile.

Giuseppe Anichini ci ha condotto dentro una matematica “viva”, quella della probabilità, disciplina troppo spesso affrontata in maniera astratta fin dai gradi inferiori, mentre Matteo Puttilli ed Alessandra Franchi hanno parlato della Geografia, come una disciplina cerniera, ma non troppo, che rappresenta l’occasione per trattare tematiche emergenti, senza rinunciare allo specifico epistemologico che le compete.

Luisa Zecca, ordinario di Didattica e Pedagogia speciale presso Bicocca (UniMI), ha sottolineato l’importanza di una ricerca didattica in stretto dialogo con e dentro la scuola, che dia valore all’identità professionale degli insegnanti per il miglioramento complessivo del sistema di istruzione.

Il pomeriggio è stato dedicato alle pratiche di scuola, secondo un calendario di interventi che ha tentato di restituire i principali temi della ricerca, una sorta di filtro attraverso il quale si sono potuti leggere spezzoni di esperienza narrata e commentata dai docenti protagonisti.

Il primo gruppo, coordinato da Francesca De Santis, INDIRE, ha affrontato il primo parametro dell’approccio LS, il tema dell’osservazione e dell’esperienza come punto di partenza per ogni percorso. Gli interventi di questo gruppo sono stati volutamente affidati a docenti di scuola secondaria di secondo grado, l’ordine scolastico in cui un approccio induttivo guidato dall’esperienza diretta tende a essere generalmente meno valorizzato. Paola Falsini e Maria Rosaria Santo (IIS “Enriques-Agnoletti” di Sesto F.no) hanno portato la loro esperienza mostrando come la concettualizzazione possa essere promossa negli studenti, abbandonando un tipo di studio che delega alla spiegazione del docente o al libro di testo il compito di accrescere la conoscenza dei ragazzi. Daniela Romanelli (Liceo classico “Monti” di Cesena), assente per malattia, sarebbe stata testimone di una sperimentazione in cui un racconto, i Sette Messaggeri di Dino Buzzati, diventa oggetto di un’osservazione e di un’analisi sempre più profonda che porta gli studenti a cogliere i meccanismi profondi del testo. Francesca Sboarina (Liceo “Fermi” di Cecina) ha mostrato un percorso di Geografia, disciplina che, peraltro è solitamente molto trascurata nella scuola di secondo rado.

Il secondo gruppo, coordinato dal ricercatore INDIRE Ciro Minichini, ha svelato l’importanza del linguaggio nei processi di concettualizzazione. Un linguaggio che è sempre, prima di tutto, soggettivo, per poi divenire strumento di confronto e di elaborazione del pensiero tramite l’attraversamento delle fasi che il metodo propone. Cristina Ciappelli dell’Infanzia di Scarperia (FI) ci ha mostrato parte delle attività sperimentate con i suoi piccoli studenti in un percorso di Italiano, dove il linguaggio assume un valore significativo e contribuisce alla costruzione di una narrazione collettiva a partire da stimoli sonori e corporei. Elisa Galanti dell’IC di Barberino di Mugello ha parlato dell’importanza di una riflessione profonda sulla lingua anche nelle scienze dove, proprio a partendo dal linguaggio naturale è possibile sviluppare una lingua “scientifica” con definizioni dei concetti come risultato del processo di apprendimento. Monica Falleri della primaria di Lastra a Signa (FI) ha raccontato un percorso di scoperta delle regole della geometria a partire dal confronto di superfici di alcune figure piane, e Albertina Lano (IC Govone) ci ha presentato un lavoro sulle forze fatto con ragazzini della scuola secondaria di I grado.

Il terzo gruppo coordinato dalla ricercatrice INDIRE Alessandra Anichini ha affrontato il tema del curricolo, in particolare concentrandosi su alcune specifiche sulle quali il gruppo di ricerca ha insistito negli anni. Cosa significa costruire un curricolo verticale tenendo conto della gradualità, della continuità, della necessaria discontinuità e della ricorsività? Anche in questo caso siamo partiti con un intervento in tandem di due docenti di Scienze della primaria di Scarperia: Anna Maria Dallai e Marta Ciappelli che, presentando due percorsi uno per la classe prima e uno per la classe quarta, ci hanno mostrato come l’attitudine a produrre definizioni avesse permesso agli studenti, negli anni, di accostarsi a questa attività secondo difficoltà crescenti, ma con la fiducia di possedere un metodo. I tre interventi successivi hanno potuto far riflettere su come la scoperta del sé e della propria interiorità possa essere al centro di percorsi di Italiano, nei vari ordini, con specifiche legate alle competenze e all’età degli studenti. Chiara Morozzi della primaria di Barberino ha raccontato un pezzo del suo percorso che dalla ricostruzione del proprio passato giunge fino alla descrizione della propria persona osservata in uno specchio, alla ricerca degli aggetti per definirsi. Una ricerca delle “parole per dirlo” che continua nella scuola secondaria di secondo grado (ce lo ha mostrato Romina Bertuzzi dell’IC Amaldi di Cadeo e Pontenure) e diviene più attenta agli aspetti del proprio carattere; fino ad arrivare ad un lavoro sullo specchio condotto in una secondaria di secondo grado, che ci è stato narrato da Angelo De Falco attraverso le parole dei ragazzi, impegnati in una ricerca che scava nella propria interiorità, con l’aiuto di testi letterari e anche filmici. (sec II grado- Pomigliano).

L’ultimo gruppo, in chiusura, ha affrontato il tema dei Processi motivazionali e della partecipazione di tutti, dell’inclusione, coordinato Rachele Borgi, INDIRE. Cristina Viti dell’infanzia di Empoli ci ha condotto tra gruppi di piccoli studenti intenti a far propri i percorsi di scoperta, osservazione e riflessione di scienze, che trasformano un albero in qualcosa di cui prendersi cura, in qualcosa che diviene attenzione più generale verso la realtà e il mondo. Letizia Carpini della primaria di Barberino ha parlato di motivazione mostrandoci come la ricerca delle regole di un gioco possa rappresentare un’occasione per lavorare sul testo regolativo, sì, ma anche per affrontare il tema più difficile della negoziazione e delle relazioni tra soggetti e gruppi. Infine, Pietro Levato della Secondaria di I grado di Castelfranco di Sotto ha presentato il percorso portato avanti in una prima media, a partire dall’osservazione di un quadro, la camera di Van Gogh, che è divenuta occasione per parlare di emozioni, per descrivere, per comprendere quanto le suggestioni di autori possano servire a capire meglio la realtà che ci circonda e quella interiore, costituendo una motivazione chiave alla scoperta e all’apprendimento.

Interventi fuori campo come quelli di Lorella Rotondi (IIS “Gobetti-Volta” di Bagno a Ripoli), della dirigente Angela Maria Anna D’Arienzo e della docente Roberta Foglio (Scuola dell’infanzia) dell’lC “Santa Chiara Pascoli-Altamura” di Foggia ci hanno permesso di affrontare il tema chiave della documentazione come strategia per la riflessività dei docenti, in contesti difficili, dove la relazione con le famiglie non è sempre facile. Gabriella Benzi ha sottolineato il valore del coinvolgimento dei dirigenti per preparare ai docenti il terreno necessario su cui operare verso una didattica veramente innovativa.

La registrazione degli interventi sarà presto resa disponibile.

Per ulteriori informazioni sul convegno o sulla partecipazione al progetto: 

Alessandra Anichini – a.anichini@indire.it

Serena Goracci – s.goracci@indire.it