indireinforma
Il resoconto della partecipazione INDIRE al Forum internazionale UNESCO sui futuri dell’istruzione
Resoconto della partecipazione INDIRE al Forum internazionale UNESCO sui futuri dell'educazione
“Il nostro mondo affronta sconvolgimenti complessi, opportunità uniche e futuri incerti. In che modo l’istruzione può essere all’altezza delle sfide future, non solo per reagire, ma anche per contribuire a plasmare il futuro?”
Questa la domanda attorno alla quale si è sviluppato il confronto durante il Forum internazionale dell’UNESCO 2024 sul futuro dell’istruzione che si è tenuto a Suwon, in Corea del Sud, dal 2 al 4 dicembre scorsi.
L’evento ha riunito oltre 1.800 partecipanti, tra cui ministri dell’istruzione, rappresentanti di organizzazioni internazionali, esperti, educatori e giovani provenienti da tutto il mondo, per discutere la trasformazione dei sistemi educativi in risposta alle sfide globali contemporanee. L’evento ha rappresentato una rilevante opportunità per decisori politici e mondo dell’istruzione per condividere esperienze, pratiche e ricerche innovative volte a trasformare l’istruzione in linea con le raccomandazioni del rapporto della Commissione internazionale sul futuro dell’istruzione del 2021 Reimagining Our Futures Together: A new social contract for education.
Le ricercatrici INDIRE Giuseppina Rita Jose Mangione e Stefania Chipa, in rappresentanza di un gruppo di ricerca che da anni lavora sul contratto sociale per l’educazione, hanno presentato il percorso che l’Italia ha intrapreso con l’importante lavoro dell’Osservatorio Nazionale sui Patti Educativi, coordinato da INDIRE e LABSUS, che dal 2021 sostiene le scuole e i territori nel realizzare alleanze di prossimità nell’ottica della scuola come bene comune.
L’esperienza Italia si pone come un unicum a livello internazionale, traducendo in azioni concrete un’idea di cambiamento basata sulla pedagogia del contratto educativo.
“L’Italia è stata un precursore del contratto sociale per l’educazione e, negli anni, anche grazie a dispositivi normativi quali il Regolamento per l’amministrazione condivisa oggi adottato da moltissimi Comuni, ha mostrato come il Patto Educativo sia oggi lo strumento e la cornice operativa entro cui si realizzano le alleanze solidali per rispondere alle sfide educative dei territori in cui la scuola opera (Stefania Chipa)”.
I Patti Educativi di Comunità, introdotti con il Piano scuola 2002/21, sono una significativa specificità del nostro Paese e rappresentano un efficace strumento per promuovere collaborazioni fra scuola, istituzioni e attori locali, introdurre nelle scuole curricoli locali in grado di approfondire le peculiarità dei territori, favorire un apprendimento esperienziale attraverso approcci pedagogici interdisciplinari e valorizzare il capitale sociale dei territori, soprattutto nelle aree più fragili del Paese.
L’Osservatorio Nazionale sui Patti Educativi è nato con l’obiettivo di:
- raccogliere i Patti realizzati sul territorio nazionale;
- restituire una geografia, continuamente aggiornabile, di attori ed esperienze che si attivano sul territorio nazionale in supporto alla scuola;
- analizzare e individuare i tratti caratterizzanti che fanno del Patto uno strumento strategico e operativo, e al tempo stesso in grado di costruire una nuova ed inedita alleanza tra scuola e comunità locale;
- individuare elementi guida e fornire momenti di formazione e informazione che possano supportare le scuole e le comunità nella fase di co-progettazione e realizzazione di alleanze durature e sostenibili nel tempo.
Ad oggi, l’analisi dei 180 patti raccolti permette di fornire delle linee guida per la progettazione e individuare esperienze virtuose, raccogliendo alcuni dati di rilievo su come questo strumento possa essere di aiuto per innovare la scuola.
Le scuole in prevalenza (40,9%) utilizzano questo strumento per realizzare forme di “scuola inclusiva” in cui le diversità e i differenti stili di apprendimento vengono valorizzati in un ambiente equo e coeso che si prende cura di tutte le alunne e tutti gli alunni. In un’altra parte importante dei patti raccolti dall’Osservatorio (30,2%) si prevedono obiettivi e azioni per realizzare una “scuola come centro civico di comunità”, tesa a promuovere forme sempre diverse di apprendimento, impegno civico e innovazione sociale con attività anche durante l’orario extrascolastico, aperte anche alla comunità territoriale.
Le azioni concrete messe in atto dalle scuole attraverso i Patti sono volte, in particolare, a promuovere una maggiore attenzione al ruolo della comunità nei processi educativi (62,9%), attuare percorsi educativi per prevenire la dispersione scolastica e contrastare la povertà educativa (62,9%), sostenere l’educazione alla cittadinanza attiva e alla sostenibilità ambientale (61,6%).
INDIRE, grazie ai risultati dell’analisi dei patti raccolti dall’Osservatorio e alla ricerca sul campo, sta offrendo al mondo della scuola e a tutti i portatori di interesse strumenti di approfondimento, percorsi formativi e toolkit operativi per una sempre maggior diffusione ed efficacia dei Patti educativi di comunità.
Il forum UNESCO in Corea del Sud ha valorizzato in un contesto internazionale di grande risonanza il lavoro di ricerca sul contratto sociale per l’educazione svolto da INDIRE attraverso l’Osservatorio.
“L’esperienza nazionale dell’Osservatorio permetterà a INDIRE di collaborare con UNESCO alla costruzione di un Osservatorio Globale sul Contratto Sociale e sui Futuri dell’Educazione, uno spazio che rifletta la dimensione locale di ogni Paese e che poggia su attività costante di capacity building in grado di orientare lo sviluppo di politiche normative e di programmi dedicati (Giuseppina Rita Jose Mangione)”.
L’evento ha rappresentato un passo significativo verso la costruzione di un quadro cooperativo internazionale per la trasformazione educativa, con l’obiettivo di affrontare le sfide globali e promuovere un futuro più giusto, inclusivo e sostenibile.