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E-LEARNING

Il modello Puntoedu, una valutazione

Partecipare alla formazione online: le riflessioni di Pier Cesare Rivoltella

di Francesco Vettori
25 Gennaio 2006

Dall’ultima ricerca di valutazione, da Lei curata e in pubblicazione nella collana degli Annali dell'Istruzione, che riguarda la formazione degli insegnanti stabilita col Dlgs 59, possono trarsi molti spunti di riflessione, in particolare sembra che il modello di e-learning proposto e quello percepito dagli insegnanti non corrispondano appieno; vuole delinearci lo scenario che si presenta?

In effetti assistiamo a uno scarto tra modello offerto e percepito: le cause di questa separazione vanno cercate nella proposta di un modello socio-costruttivista da parte di Indire, cui però non corrisponde un uso coerente dalla parte degli insegnanti, dalla parte degli effettivi utenti. L’uso privilegiato, almeno per quanto emerge dalla ricerca, si potrebbe infatti definire di autoapprendimento facilitato dove, tra l’altro, il lavoro del tutor avviene più nello spazio della presenza che in quello dell’online. Quindi a fronte di un modello blended che dovrebbe avere il suo punto di forza nell’area di interazione online, facilitando il lavoro collaborativo e i processi di socializzazione che ne conseguono, si ha invece una serie degli usi reali di tipo autoistruttivo, come già ricordavo, piuttosto classici e spostati per di più sulla presenza.

A che cosa può attribuirsi questo stato di cose?

Le motivazioni, alla luce dell’ultima ricerca che abbiamo condotto quest’anno, sono diverse, ma sicuramente una delle prime cause può sintetizzarsi nella scarsa alfabetizzazione informatica, unita ad una mancanza di cultura di rete piuttosto evidente, cui si associa da parte degli insegnanti un altrettanto chiaro problema di tempo.

I risultati della ricerca sottolineano infatti l’importanza di esplicitare all’inizio l’impianto del corso che viene proposto, i suoi obiettivi e anche i requisiti richiesti per potervi partecipare con soddisfazione...

Assolutamente sì, il peso delle competenze informatiche non possedute si fa sicuramente sentire.

Per ovviare a queste mancanze, secondo Lei, un sistema di formazione permanente può aiutare ad acquisire competenze di base e facilitare quella socializzazione in rete che rappresenta una delle principali innovazioni didattiche di Puntoedu?
Stiamo pensando per esempio all’apertura di forum permanenti, che dovrebbero spingere a forme di comunicazione e di socializzazione libere, così da far acquisire più che una competenza informatica, una disposizione alla comprensione e uso dei nuovi media e dei  loro linguaggi.

Sicuramente un sistema di formazione permanente aiuterebbe: tuttavia non va dimenticato l’altro grosso problema, quello dell’accreditamento delle attività per la carriera, visto che di  fatto i corsisti sono portati ad avere un rapporto semplicemente strumentale nei confronti della tecnologia, finalizzato all’ottenimento del risultato. Un tempo in overload, cioè sottostimato rispetto a quello realmente necessario perché l'insegnante compia  quel che gli è proposto per la sua formazione - ci vuole molto più tempo per svolgere le attività - per cui risparmierà là dove riesce, evidentemente nell’attività online.
Il forum risulta frequentato per appenderci sopra delle attività, al fine del riconoscimento di crediti, e poiché l’attività online comporterebbe un ulteriore aggravio di tempo per l’insegnante, egli farà online quel che riesce a fare e in poco tempo. 
In altri termini,  andrebbe ripensata tutta la strategia, per far sì che l’online venga percepito non come una appendice strumentale, ma come il fulcro del processo di apprendimento.

Come valuta allora il fatto che spesso lo spazio dei forum risulta troppo angusto, con delle limitazioni che inibiscono gli utenti, tanto che Indire ha dovuto aprire dei “café” permanenti con meno regole da rispettare e più comportamenti accettati.

C’è una chiarissima esigenza degli insegnanti per modi e spazi di comunicazione non formale: oltre il forum con moderazione rigida, obiettivi precisi e compiti stabiliti, che sicuramente è utile per la realizzazione di apprendimento, occorre soddisfare tutta una serie di bisogni di comunicazione, che vanno dalla protesta allo scherzo, come all’approfondimento su temi che interessano.
Emerge quindi un bisogno di socialità, che dobbiamo sapere interpretare: credo che la scelta dell’Istituto di aprire una community permanente colga in pieno uno dei bisogni della base.

Questi bisogni sono proprio quelli che più a fatica il modello di e-learning proposto riesce a soddisfare?

Così com’è non li soddisfa del tutto: gli ultimi dati, appena presentati, dicono che il 23% dei corsisti Puntoedu sfruttano significativamente l’attività collaborativa online, di cui i forum fanno appunto parte. Il  41% entra in un  forum solo per rispondere al messaggio di saluto e postare il lavoro fatto. 

Questo non è un problema soprattutto di strumentazione tecnologica?

Scarica la presentazione delle attività formative Puntoedu 2005-2006No, è un problema di percezione del modello; la rappresentazione del modello non è così chiara come si crede, e nel caso il lavoro dei Tutor, che dovrebbero trasformarsi in veri e propri e-Tutor, risulterebbe decisivo. E’ molto difficile gestire il tutto dal centro, chi può in pratica facilitare il cambiamento d’uso del modello e quindi la sua percezione, sono proprio i Tutor.
E qui si affaccia l’uleriore sfida dell’aggiornamento non degli insegnanti ma della formazione degli stessi di E-tutor. Queste figure importantissime di mediazione, che nel caso specifico, dovranno aiutare a registrare il modello e la sua percezione e uso da parte degli insegnanti.


Scarica la sintesi dei dati del monitoraggio sul Dlgs 59. 

 

 
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