di Indire
14 Marzo 2006
La presentazione e l’inaugurazione della Mostra didattica nazionale
“[…] Certo, in una Mostra scolastica qualcosa sfugge che alla scuola è essenziale: l'insegnamento in atto, l'opera e la parola vive del maestro, che, in un certo senso, son tutto. Ma non sono poca cosa il materiale di cui vive la scuola, quel che essa produce, i documenti della sua attività e della sua organizzazione odierne e quelli della sua storia del passato. […]”.
da “I Diritti della Scuola”, n. 14, 25 Gennaio 1925
Firenze, 5 Marzo 1925
“L’avvenimento di oggi, l’inaugurazione cioè della Mostra, ha assunto particolare importanza […] Una immensa folla è accorsa fin dal mattino nel piazzale del Parterre […] e nella folla le rappresentanze numerosissime degli insegnanti di ogni grado – era un po’ la festa delle scuole! – e le autorità civili e militari della regione toscana.[…]
Il discorso dell’on. Calò
[…] La Mostra odierna è la prima grande rassegna, autonoma e completa, o quasi, della nostra vita e della nostra attività scolastica dalla costituzione del Regno. […] Abbiamo voluto offrire […] una visione d’insieme: mostrare accanto alla scuola degli elementi, alla scuola del popolo, quella che attinge alle fonti del pensiero antico e della scienza moderna […] accanto alla scuola prevalentemente di sapere e di cultura quella del lavoro […] accanto alla scuola di Stato, o, comunque pubblica di reggimenti e mezzi, quella privata […] accanto alla scuola dei normali e dei sani, quella - oggi resa obbligatoria da un provvidenziale decreto – dei fratelli cui natura o sventura negò l’integrità dei poteri sensoriali o turbò lo sviluppo delle funzioni psichiche […] accanto alla scuola che educa nella spontanea e benefica collaborazione del mezzo famigliare e sociale, la scuola che rieduca e redime […].
Parecchie cose la Mostra attesterà […] Attesterà che la scuola loro vive e cammina, tesaurizzando, o secondo i casi, subendo riforme e innovazioni,con resistenze che è prova di sana, se pur non perfetta, costituzione; vive e cammina non da oggi e non da ieri, soprattutto per lo spirito di sacrificio e la virtù di adattamento della grande maggioranza degli insegnanti italiani […].
Il discorso del ministro Fedele
[…] Io mi auguro che a questa grande rassegna della vita scolastica del nostro Paese convengano nel maggior numero possibile gli insegnanti […] Vi è qui forse quanto basta per creare qualche cosa di stabile ed organico, un Museo scolastico nazionale, accanto al quale potrebbero di tanto in tanto prepararsi manifestazioni simili alla presente Mostra didattica, relative alla didattica e ai progressi della scuola […].”
da "I Diritti della Scuola”, numero 20, 15 Marzo 1925
La Mostra didattica nazionale di Firenze
“La mostra fu inaugurata giovedì 5. Intervennero il Duca di Genova per il Re, il ministro della P.I., i sottosegretari di Stato alle Colonie e all’Economia nazionale [...] molti altri deputati e senatori, i rappresentanti dei principali comuni esponenti, gran parte degli espositori, insegnanti d’ogni grado, ecc. […] Il Presidente della Mostra, on. Calò, ha pure inviato una circolare, ai RR. provveditori agli studi, invitandoli a organizzare comitive di insegnanti e, ove sia possibile, di scolaresche e a attenersi alle norme di cui sopra.”
da “I Diritti della Scuola”, numero19, 8 Marzo 1925
“[…] Qui vedrete, o maestri d'Italia, che quando non foste vilipesi per una vostra presunta ignoranza, appariste miracolosamente foggiati da una improvvisa virtù creatrice; qui vedrete la vostra scuola, quello che voi faceste col sacrificio del vostro sangue versato su per l'erta non del tutto percorsa del vostro calvario; vedrete i pregi della vostra opera, che non sono graziosi regali di dotti o tarde e goffe imitazioni di saputi stranieri ma virtù creatrice della vostra semplice, schietta, operosa anima latina; e ne scorgerete i difetti, che non sono quelli della vostra anima, ma del vostro sapere, cioè di ciò che vi hanno insegnato o che hanno consentito che vi fosse insegnato, quelli che non hanno mai conosciuto il vostro lavoro.[…].”
da “I Diritti della Scuola”, n. 21, 22 Marzo 1925
Lo Statuto del Museo Didattico Nazionale (Ente Morale R. D. 12 Ottobre 1929 - VIII, n. 1948)
“E’ istituito in Firenze, annesso alla R. Università, un Museo Didattico Nazionale
Scopi del Museo sono:
1. Formare una raccolta di materiale didattico, italiano e straniero, illustrativo dei mezzi più acconci chela tecnica moderna offra ai vari insegnamenti [...]. 2. Raccogliere prodotti dell’attività scolastica dei fanciulli, e, in genere documenti della vita della scuola italiana [...]. 3. Costituire una biblioteca pedagogica sufficientemente ricca […].”
da ”Vita scolastica. Bollettino del Museo Didattico Nazionale”
Museo Nazionale della scuola
“[…] Il R. decreto 26 agosto 1937, n.1570, muta la denominazione Museo didattico nazionale in quella di : Museo Nazionale della scuola e ne formula il nuovo statuto in sostituzione all’antico. […] Il Museo Nazionale della scuola […] ha lo scopo di costituire, ai fini di studio e per cooperare allo sviluppo della coscienza pedagogica nazionale, la documentazione dell’opera della Scuola italiana dei mezzi e dei metodi con i quali tale opera si è compiuta e si compie,nonché di raccogliere tutto il materiale utile per la storia dell’educazione e delle istituzioni scolastiche in Italia. […].”
da “I Diritti della scuola”, numero 9, 5 dicembre 1937
“[…] Il Museo, istituito e diretto dall’illustre prof. Giovanni Calò, della R. Università fiorentina, in base al suo nuovo statuto […] mira a essere non soltanto una mostra storica della vita scolastica italiana, ma anche un centro sperimentale delle istituzioni educative […]. Al Museo verrà data, dal Municipio di Firenze, una sede più conveniente nel Palazzo Gerini. […]”.
da “I Diritti della scuola”, numero 19, 27 febbraio 1938
Centro didattico nazionale
“[…]L’E ccellenza Bottai si interessò dei lavori eseguiti nella nuova sede di Palazzo Gerini, e diede disposizione per l’inaugurazione del Centro, stabilita per il 28 ottobre prossimo […]”.
Il discorso del ministro Bottai
“[…] E’ la Dichiarazione, questa, che consacra un principio inoppugnabile, secondo cui non può esserci rinnovamento alcuno dalla Scuola, senza formazione degli insegnanti. […] Quando davvero si perviene al convincimento che un metodo è frutto d’arte, che coglie i momenti felici dell’intuizione, e di scienza, che coglie i momenti felici della pratica, allora la didattica è veramente tecnica. […] E’ diffusa, diciamolo senza giravolte la tendenza a sottovalutare i problemi della didattica. […] E’ con gioia, quindi, che io oggi vedo questo vecchio palazzo Gerini trasformato in Centro didattico nazionale, traendo la sua nuova, più ampia vita da quei documenti, ora ordinati al piano inferiore, che costituirono il Museo didattico, di ricchezza insospettata […]. Ho voluto che il Centro si costituisse come autentico laboratorio della Scuola. Per un convegno sul lavoro, ad esempio, i Centro deve essere attrezzato a trasformarsi in un documentario dell’attività manuale della Scuola. Per un corso d’insegnamento nella scuola materna, s’attrezzerà in modo da offrire ai convenuti la raccolta più razionale di quanto s’è conquistato in questo campo. […] Oltre a dirigere il lavoro degli altri, il Centro deve iniziare un suo proprio lavoro. […] .”
da “I Diritti della scuola”, numero 28, 20 settembre 1941 e numero 4, 10 novembre 1941
Centro Didattico Nazionale di Studi e Documentazione
“[…] Domenica 26 Febbraio il Ministro Gonella inaugurò a Firenze il Centro Didattico Nazionale...la sua rinascita sottintende oggi un diverso concetto della scuola e dell'educazione, concetto improntato al principio della libertà e da esso vivificato…amore per l'insegnamento e trasporto verso l'alunno debbono nell'insegnante fondersi ed integrarsi, in modo da rendere la sua azione una cosa viva, capace di penetrare la psicologia dei giovani e di agire su di essa in modo benefico e determinante…l'amore per la scuola e la vasta dottrina degli uomini chiamata a formare la Consulta, ha conclusoli Ministro, servirà a formare del Centro Didattico Nazionale un mezzo efficientissimo per lo sviluppo della scuola italiana […].”
da “I Diritti della Scuola”, n.11, 15 marzo 1950
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