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SISTEMI EDUCATIVI EUROPEI

Strategie europee per l'apprendimento permanente

Una ricostruzione delle principali tappe

di Giovanna Spagnuolo
21 Settembre 2006

Dia IndireLa disamina dei passaggi più significativi in Euoropa per lo sviluppo del lifelong learning (apprendimento permanente) dimostra l’evoluzione strategica, maturata in sede comunitaria, sugli obiettivi e la modernizzazione dei sistemi di istruzione e di formazione in Europa, dove l’attenzione alle persone è ritenuto un asset indispensabile della propria strategia.

Il Vertice di Lisbona del marzo 2000 fissa l’obiettivo strategico di far divenire l’Europa nel 2010 l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale e individua nell’apprendimento permanente un elemento centrale di tale strategia ai fini della competitività, dell’occupabilità, dell’inclusione sociale, della cittadinanza attiva e dello sviluppo personale.

A sostegno di tali propositi, l’Unione Europea prevede nel Fondo Sociale Europeo, nell’ambito del Quadro Comunitario di Sostegno 2000-2006, la creazione di un Asse di intervento con una Misura dedicata finalizzata alla promozione della formazione permanente e lancia il Documento di lavoro Memorandum sull’istruzione e la formazione permanente per avviare un confronto a livello europeo su sei messaggi chiave riguardanti una serie di aspetti inerenti il sistema di lifelong learning: dai maggiori investimenti in risorse umane, all’orientamento, all’accesso paritario e geografico alla formazione da parte dell’utenza, anche attraverso infrastrutture basate sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, che facilitino l’apprendimento a distanza e online.
A tale ultimo riguardo nello stesso anno l’Unione Europea, consapevole delle potenzialità offerte dalle ICT, promuove nella Comunicazione del maggio 2000 E-learning. Pensare all’educazione di domani il Programma E-Europe per il periodo 2001-2004, orientato a diffondere la cultura digitale in particolare nelle scuole, coinvolgendo gli insegnanti e gli allievi.

Nel Memorandum sull’istruzione e la formazione permanente si definiscono anche le tre categorie dei modi di apprendere: formale, non formale ed informale .
Sull’apprendimento formale da sempre si sono modellati i sistemi di istruzione e di formazione ed il modo stesso di intendere l’apprendimento.
Nell’apprendimento non formale, come in quello formale, la trasmissione di saperi ed abilità è intenzionale, ma il processo di trasmissione dei saperi avviene all’esterno dei sistemi formalmente riconosciuti di istruzione e formazione.
L’apprendimento informale è un cantiere inesauribile di saperi dove assume maggiore rilievo l’acquisizione contestualizzata di abilità da parte del soggetto attraverso l’esperienza ed il sistema di relazioni sociali che l’individuo va strutturandosi rispetto alle finalità conoscitive perseguite. Inoltre esso è comprensibile nel concetto di lifestyle, ossia in una particolare condizione per cui si creano situazioni che favoriscono la predisposizione a voler apprendere. Il più delle volte: andare a teatro, al cinema, leggere libri, partecipare ad incontri politici; in una parola a svolgere attività culturali che, elevando il livello di conoscenze personali, promuovono l’emancipazione sociale e la sistematica ricerca del miglioramento continuo per sé e per gli altri.

Nel febbraio 2001, in base ad una proposta della Commissione, il Consiglio adotta la Relazione Gli obiettivi futuri e concreti dei sistemi di istruzione e formazione presentata al Consiglio di Stoccolma nel marzo 2001.
Nella Relazione si definiscono tre obiettivi strategici per i sistemi di istruzione e formazione:

  • aumentare la qualità e l’efficacia dei sistemi di istruzione e di formazione nell’Unione Europea;
  • facilitare l’accesso di tutti ai sistemi di istruzione e di formazione;
  • aprire al mondo esterno i sistemi di istruzione e formazione.

Successivamente la Comunicazione dell’Unione Europea Realizzare uno spazio europeo dell’apprendimento del novembre 2001, a conclusione del processo di consultazione realizzato in tutti i Paesi membri sul Memorandum sull’istruzione e la formazione permanente, rende più completa la definizione di apprendimento permanente. "Qualsiasi attività, avviata in qualsiasi momento della vita, volta a migliorare le conoscenze, le capacità e le competenze in una prospettiva personale, civica, sociale e/o occupazionale" stabilendo gli assi portanti per l’implementazione a livello europeo dell’istruzione e della formazione permanente: il lavoro in partenariato, la creazione di una cultura dell’apprendimento, la qualità come aspirazione all’eccellenza, la conoscenza della domanda, la definizione delle risorse adeguate a facilitare l’accesso alla formazione.

Nel marzo 2002Dia Indire il Consiglio europeo di Barcellona, confermando gli obiettivi di Lisbona, individua un ulteriore obiettivo strategico: fare dei sistemi di istruzione e formazione in Europa un riferimento per la qualità a livello mondiale nel 2010.
Per la realizzazione di tale obiettivo, si terrà conto della diversità dei contesti nazionali, usando il “metodo aperto di coordinamento”, mutuato dalle azioni di politica economica e basato sull’individuazione di parametri di riferimento condivisi e sullo scambio di esperienze tra Stati membri.

Nel giugno 2002 la Risoluzione del Consiglio dell’Unione Europea sull’apprendimento permanente, nel richiamare gli orientamenti assunti dal 1996 al 2002 in sede comunitaria, individua l’apprendimento permanente come un obiettivo orizzontale della strategia europea per l’occupazione, tracciando le priorità di azione: favorire l’accesso ad opportunità di apprendimento per tutti, l’opportunità di acquisire competenze di base in cultura tecnologica e lingue straniere, competenze sociali e imprenditorialità; garantire la formazione e l’aggiornamento dei docenti; valorizzare e riconoscere l’apprendimento non formale ed informale.

L’apprendimento permanente mira a dotare i cittadini europei di saperi e competenze indispensabili alla loro vita professionale, ma sostiene anche lo sviluppo personale per una vita sociale migliore. Il ruolo riconosciuto all’apprendimento permanente è di ampio respiro: risponde alle sfide rappresentate dalla globalizzazione dei mercati e dalla società della conoscenza, ma anche all’inclusione sociale, nel prevenire la discriminazione promuovendo la tolleranza nel rispetto delle diversità linguistiche e multiculturali.

Gli obiettivi di Lisbona hanno avuto un’accelerazione verso la loro realizzazione quando, nella Decisione del Consiglio del 5 maggio 2003, i Ministeri dell’Istruzione dei Paesi membri si sono accordati su una serie di indicatori per l’analisi comparativa tra i sistemi di istruzione e di formazione al fine di traguardare al 2010 i seguenti obiettivi:

  • almeno l’85% della popolazione ventiduenne abbia completato la secondaria superiore;
  • i laureati in matematica, scienze e tecnologia si incrementino almeno del 15% e diminuiscano le disuguaglianze di genere;
  • il tasso medio di abbandono scolastico e formativo sia pari almeno al 10%;
  • diminuiscano rispetto al 2000 almeno del 20% i quindicenni con livelli bassi di capacità di lettura e di nozioni matematiche e scientifiche;
  • almeno il 12,5% della popolazione attiva (25-64 anni) partecipi alla formazione permanente.

In merito a quest’ultimo punto i dati Eurostat sulla partecipazione degli adulti 25-64enni nei diversi Paesi europei mostrano il ritardo nel nostro Paese: infatti la partecipazione si attesta sulla media del 6,2% di coinvolgimento degli adulti rispetto alla media europea del 10,8% nel 2005.

Nel novembre 2003, l’Unione europea assume la Comunicazione sulla valutazione dell’implementazione del Programma “Education & Training 2010” scaturito dagli “Obiettivi di Lisbona” che ha portato alla costituzione di gruppi di lavoro tematici al fine di sollecitare gli Stati membri a proseguire nello sviluppo di politiche per l’apprendimento permanente. I temi affrontati nei gruppi di lavoro riguardano: le competenze di base, l’insegnamento delle lingue, l’ICT in istruzione e in formazione, l’incremento della partecipazione in matematica e scienze, il miglior utilizzo delle risorse, la mobilità e la cooperazione europea, l’open learning, la cittadinanza attiva e l’inclusione, la formazione formatori, il sistema di crediti europeo per la formazione professionale, la validazione dell’apprendimento non formale.

La Strategia Europea per l’Occupazione (SEO) in parallelo riconosce l’importanza dei sistemi di istruzione e di formazione permanente ai fini dell’occupabilità e di una maggiore produttività in una moderna economia e traccia gli obiettivi a medio e lungo periodo: portare al 2010 al 70% il livello medio di occupazione della popolazione europea. A tal fine occorre incrementare l’occupazione delle donne e dei lavoratori anziani.
Diviene infatti importante prevenire l’obsolescenza di skill e quindi potenziare iniziative di formazione per lavoratori anziani o a bassa qualificazione. Ancora: realizzare un maggiore coinvolgimento delle donneDia Indire in particolare se reinserite nel mercato del lavoro e, quindi, l’eliminazione dei divari di genere in materia di retribuzione e disoccupazione.

L’aumento dell’occupazione, legato anche ad un livello adeguato di istruzione e di qualificazione, comporterà un incoraggiamento ai giovani a rimanere più a lungo nel sistema di istruzione e formazione e per gli adulti a modificare il modo in cui essi apprendono e acquisiscono le qualifiche, utilizzando non esclusivamente i percorsi formali, ma i contesti di lavoro e della vita sociale.
Nel luglio 2003 il Consiglio europeo nella Decisione relativa a Orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell’occupazione richiama i tre obiettivi delle politiche per l’occupazione: piena occupazione, qualità e produttività sul posto di lavoro, coesione e integrazione sociale.
Evidenzia come fondamentale per lo sviluppo del capitale umano mettere in atto strategie coerenti ed esaustive di apprendimento lungo tutto il corso della vita e in sinergia con le politiche dell’occupazione. Rinvia in proposito alle finalità e alle componenti del sistema di lifelong learning presenti nella Comunicazione della Commissione Realizzare uno spazio europeo dell’apprendimento permanente.
Inoltre nel considerare la rilevanza, nel contesto delle politiche occupazionali, dei parametri medi di rendimento individuati per i sistemi di istruzione e formazione, si sofferma sull’aumento pro capite degli investimenti nelle risorse umane in tutto il settore dell’apprendimento. Tale finanziamento richiede un riorientamento delle finanze pubbliche verso l’istruzione e la formazione e forme agevolate o incentivi alle parti sociali per la formazione.

Il percorso delineato dal 2000 al 2003 sulle principali tappe di lavoro e di indirizzo perseguite nelle sedi istituzionali dell’Unione Europea sui temi dell’istruzione e della formazione mostra lo sforzo congiunto di condividere un set di principi comuni europei.
Ciò si realizza principalmente sia sul versante culturale, con la definizione condivisa di apprendimento permanente, l'armonizzazione di diversi background storico-sociali dei sistemi e delle competenze istituzionali, sia sul versante della qualità, con definizione di indicatori per il benchmarking quanti-qualitativo, la ricognizione degli ambiti non formale ed informale per il riconoscimento dei crediti formativi conseguiti ai fini della certificazione delle competenze.

Più recentemente la Commissione Europea (marzo 2004) nella Comunicazione La nuova generazione dei Programmi di istruzione e formazione comunitari dopo il 2006 ha proposto un programma integrato per il lifelong learning, incorporando l’insieme dei progetti già esistenti promossi per supportare specifiche attività nel campo dell’istruzione e della formazione nel contesto della strategia dell’apprendimento permanente: tra questi il Programma Socrate e Leonardo da Vinci, il Programma E-learning, l’iniziativa Europass e il Programma Erasmus, quest’ultimo a partire dal 2009.
L’intento è di creare una maggiore sinergia fra i diversi campi di azione dei sistemi di istruzione e formazione sostenendo ulteriori sviluppi nel lifelong learning e di offrire modalità più coerenti ed efficienti di allocazione delle risorse finanziarie. In prospettiva si mira ad una razionalizzazione delle forme di finanziamento in virtù dell’allargamento dell’Unione ad altri Paesi e di una maggiore identità economico-sociale dell’Europa verso un mondo globale e multiculturale.

Il Programma Integrato, che sarà implementato nel periodo 2007-2013, persegue i seguenti obiettivi:

  • rafforzare il contributo dell’apprendimento permanente ai fini dello sviluppo personale, della coesione sociale, della cittadinanza attiva, della pari opportunità;
  • contribuire allo sviluppo della qualità del lifelong learning e promuovere l’innovazione;
  • rendere accessibili e attraenti e di qualità le opportunità dell’apprendimento permanente tra gli Stati membri;
  • contribuire ad aumentare la partecipazione all’apprendimento permanente da parte delle persone di ogni età;
  • promuovere la creatività, la competitività, l’occupabilità e la crescita di uno spirito imprenditoriale;
  • promuovere l’apprendimento delle lingue e la diversità linguistica;
  • divulgare risultati, prodotti e processi innovativi e scambi di esperienze;
  • rafforzare il ruolo dell’apprendimento permanente nel creare un senso di cittadinanza europea ed incoraggiare la tolleranza e il rispetto per gli altri e per le altre culture;
  • promuovere la cooperazione nell’assicurare la qualità in tutti i settori dell’istruzione e della formazione in Europa.


Le direzioni intraprese nell’ambito del Programma riguardano i temi della qualità, della partecipazione sociale, delle risorse finanziarie e di nuove modalità formative ai fini dell’acquisizione dei saperi e delle competenze: sono un esempio in tal senso le iniziative intraprese sia a livello nazionale (sistema dei voucher e dei Fondi interprofessionali) ed europeo (la rete ELAP) per il co-finanziamento nella formazione, il riavvio di programmi dedicati all’implementazione dell’e-learning, l’ampio interesse per la certificazione e i crediti formativi ottenuti nei contesti di lavoro e della vita sociale.

Infatti uno degli snodi che si propone agli operatori del campo è il tema della certificazione dei titoli e delle competenze acquisite dai soggetti in apprendimento, non esclusivamente nell’ambito istituzionale-formale, ma anche negli ambiti non formale ed informale.

Per trasformare l’Unione Europea nella società della conoscenza più competitiva e dinamica del mondo è necessario agevolare la mobilità dei cittadini sul territorio europeo valorizzando e aggiornando le conoscenze e le competenze da essi possedute così da contribuire ad una maggiore integrazione professionale e culturale.
A conferma di tale orientamento l’Unione Europea ha dichiarato il 2006 l'Anno europeo per la mobilità professionale dei lavoratori.

Nell’ambito di tale prospettiva la Commissione Europea nel dicembre 2004 ha adottato una Decisione relativa all’istituzione di un “quadro unico” per la trasparenza delle qualifiche e delle competenze chiamato Europass.

Europass è un portafoglio di documenti pensato per facilitare la mobilità geografica e professionale dei cittadini europei attraverso la valorizzazione e la visibilità del patrimonio di conoscenze, competenze ed esperienze acquisite e ai percorsi professionali e formativi realizzati nel tempo.
Sul piano della strategia del lifelong learning Europass contribuisce a concretizzare il dialogo tra gli ambiti dell’apprendimento formale, non formale ed informale degli individui, senza soluzione di continuità tra i percorsi della vita sociale e di lavoro.

La politica europea sembra, quindi, evolversi da una strategia per avviare ed implementare il lifelong learning ad una strategia per consolidare ed integrare le esperienze educative e formative dispiegate in questi anni nell’Unione sull’apprendimento permanente. Per gli Stati membri significa continuare a perseguire l’obiettivo di divenire un riferimento per la qualità a livello mondiale e a realizzare il processo di modernizzazione dei sistemi di welfare e di istruzione e formazione.


Riferimenti bibliografici

Commissione Europea, 2005, European Report on quality indicators of lifelong learning, Bruxelles.

Galbraith M. W., 1995, Community-based organizations and the delivery of lifelong learning opportunities, National Institute of Postsecondary Education, Washington.

Morin E., 2000, Les sept savoirs nécessaires a l’education du futur, Seuil, Paris.

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Schuller T. e Field J., 2003, Social capital, human capital and the learning society, in “International journal of lifelong education”, 17/4.

Spagnuolo G., 2003, Social demand and lifelong learning, in Adult training. Supply, demand and policies, Unione Europea/Minist.del Lavoro e Politiche Sociali/ISFOL, I Parte, pp. 21-62, Roma.

Spagnuolo G., 2005, La condivisione dei linguaggi tra i sistemi per una formazione centrata sulla persona, in “Rassegna CNOS”, n. 3, settembre-dicembre 05, pp.94-99.

UNESCO, 2000, The Right to Education, Towards Education for all Throghout Life, World Education Report, Parigi.

Sitografia

www.europa.eu.int

www.istruzione.it:

www.welfare.gov.it/EuropaLavoro

www.indire.it/socrates/

www.isfol.it

 
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