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E-LEARNING

Un'esperienza di "collaborative learning" in matematica

Contenuti innovativi + apprendimento collaborativo + ambienti on line = la formula ideale per l'apprendimento e l'insegnamento della matematica!

di Loredana Camizzi, Elena Mosa, Francesca Rossi
06 Febbraio 2007

Si è conclusa con il seminario di formazione del 10-12 Gennaio 2007 a Montecatini la fase pilota del progetto Apprendimenti di base – Matematica, che ha accolto i lavori e le interazioni dei docenti che si sono finora formati nel Piano M@t.abel e dei loro tutor.

Il piano M@t.abel nasce nella primavera del 2006 come una delle tre azioni intraprese da Indire sulle aree disciplinari di Linguistica, Matematica e Scienze, su iniziativa del Ministero della Pubblica Istruzione e in collaborazione con alcune Associazioni Nazionali degli Insegnanti: l’obiettivo comune alle tre iniziative è in prima istanza quello di modificare il comportamento professionale degli insegnanti, investendo su una nuova metodologia d’approccio all’insegnamento-apprendimento, e di conseguenza ovviare alle carenze rilevate dall'indagine internazionale OCSE- PISA, e da altri studi nazionali e non (INVALSI, IEA/TIMSS) nelle competenze linguistiche, matematiche e scientifiche degli studenti italiani.

In particolare l’azione per la matematica scaturisce dalla sinergia con le associazioni Unione Matematici  Italiani (UMI) e Società Italiana di Statistica (SIS), che hanno apportato al progetto l’esperienza di una lunga attività di ricerca e di formazione nell’ambito dell’innovazione della didattica della matematica e della statistica e un ricco bacino di risorse didattiche innovative sia dal punto di vista dei contenuti che della metodologia. Indire da parte sua, oltre alla consueta attenzione per l'utilizzo delle potenzialità del linguaggio multimediale nella didattica, ha proposto per M@t.abel l'attivazione di un particolare modello di formazione in e-learning fondato sull'apprendimento collaborativo, in cui un gruppo di utenti coeso per identità, pratica professionale e intenti ha potuto dare vita a una feconda comunità di pratiche orientata al compito.

Nel nome sono sintetizzate le due anime dell'iniziativa: la matematica (Mat per matematica, ma anche il riferimento ad Abel, noto matematico norvegese della fine dell'800), e l'@ per l'e-learning. Questa prima fase pilota del progetto conta circa cento insegnanti di matematica della scuola secondaria di I e II grado, selezionati su tutto il territorio nazionale in base a competenze matematiche, ad esperienze pregresse nell’applicazione delle TIC per l’insegnamento e a capacità relazionali per la conduzione di interazioni in ambienti on ed off line. I gruppi di lavoro, costituitisi secondo una logica di aggregazione regionale, dopo aver lavorato a distanza per circa quattro mesi, si sono infine incontrati durante il seminario di Montecatini per confrontarsi sull’esperienza condotta e per analizzarne insieme i punti di forza e di criticità in vista delle fasi successive.

La didattica della matematica proposta dagli esperti delle Associazioni Disciplinari e dal gruppo di autori che hanno realizzato i materiali, rispecchia le due funzioni fondamentali della disciplina, quella culturale, relativa alle conoscenze teoriche, storiche ed epistemologiche della disciplina, e quella strumentale,  indispensabile per una comprensione quantitativa della realtà: entrambe sono anche competenze complementari ed essenziali per una formazione equilibrata degli studenti. Tale impostazione è evidentemente in sintonia con l'approccio dell'indagine condotta sugli studenti di quindici anni dall'OCSE-OECD, che ha scelto di  sondare, anche e soprattutto per la matematica, quelle competenze che permettono la comprensione e la piena partecipazione alla vita sociale, come, per esempio, l'uso critico di conoscenze e abilità matematiche per la risoluzione di problemi tratti da contesti reali.

In questo senso non va dimenticato che l’educazione matematica è da vari anni all'attenzione della comunità internazionale perchè considerata fondamentale per la formazione culturale del cittadino, come testimonia la risoluzione approvata all’unanimità nel 1997, in cui la Conferenza generale dell’UNESCO riconosce “l’importanza centrale delle matematica e delle sue applicazioni nel mondo odierno nei riguardi della scienza, della tecnologia, delle comunicazioni, dell’economia e di numerosi altri campi...”, oltre che il valore strategico in quanto linguaggio universale ideale “per incoraggiare e realizzare la cooperazione internazionale”.

Il piano M@t.abel introduce gli insegnanti a tali problematiche didattico-disciplinari dell’insegnamento-apprendimento della matematica attraverso una selezione di alcuni esempi concreti e particolarmente significativi di attività proposte nell'ambiente on line e da svolgere in classe, riconducibili ai quattro nuclei fondamentali della disciplina, presenti nei curricoli di molti paesi del mondo, nonché nelle prove OCSE-PISA, anche se con terminologia diversa: Numeri, Geometria, Relazioni e funzioni, Dati e previsioni. In tutte le attività i contenuti disciplinari sono proposti all’interno di situazioni e contesti problematici che vengono utilizzati come sorgenti di stimolo per gli allievi, e in modo tale da far attivare quelle competenze (Pensare e ragionare, Argomentare, Comunicare, Modellizzare, Porre e risolvere problemi, Rappresentare...) che permettono agli alunni di individuare tra le conoscenze possedute quelle opportune per affrontare una certa situazione problematica e di saperle utilizzarle in forma mirata alla soluzione del problema proposto. Il focus si sposta quindi dalla semplice erogazione di un concetto alla condivisione di metodologie e strumenti necessari per operare una trasferibilità diretta nel vissuto quotidiano.

Indire ha messo in campo la propria esperienza nell’ambito della ricerca educativa contribuendo a potenziare tali strategie di problem solving con l'inserimento in ciascuna attività di animazioni multimediali e video che rappresentano e simulano situazioni reali, accostando agli esercizi classici da assegnare in presenza agli alunni altri esercizi interattivi che sfruttano il linguaggio e il canale del gioco, e con l’impiego di software di geometria dinamica che permettono la manipolazione delle figure geometriche. L'operazione ha, infatti, tra le priorità, anche l'obiettivo di promuovere presso gli insegnanti la conoscenza delle potenzialità del linguaggio multimediale applicato alla didattica della loro disciplina e di introdurli all’uso dei software didattici per l’insegnamento della matematica. La dimensione dell’imparare facendo (learning by doing) è alla base del modello di apprendimento sposato da Indire ed è in linea con quanto affermato da Antinucci nel bel saggio “La Scuola si è rotta”: «L’apprendimento percettivo-motorio avviene in un continuo scambio di input e output con l’esterno». Secondo Antinucci la modalità percettivo-motoria è più isomorfa rispetto al nostro stile cognitivo, troppo spesso costretto da rigide gabbie concettuali che impoveriscono le situazioni e i contesti di apprendimento: «Ne volete un esempio immediato? Quanti di noi che scrivono con un computer hanno imparato Word (…) leggendo e studiando il manuale, e cioè in modo simbolico-ricostruttivo? E quanti, invece, lo hanno fatto in maniera percettivo-motoria, e cioè agendo direttamente sui comandi, osservando quello che succedeva, modificando di conseguenza le azioni successive, ecc., insomma, provando e riprovando?».

Indire ha, inoltre, inaugurato, grazie al progetto Apprendimenti di Base, la sperimentazione di un nuovo modello di formazione in e-learning più direttamente ispirato alla filosofia del costruttivismo sociale e basato su strategie di apprendimento collaborativo, grazie alle quali l'aspetto empirico e l'approccio fattivo, obiettivi  strategici di questo progetto, sono potenziati al massimo. Il modello proposto evolve e pone al centro del processo e dell'ambiente non il singolo individuo, bensì un  gruppo, una piccola comunità di docenti che sperimenta gli stimoli e le risorse fornite, attraverso un processo in cui sia le esperienze che le riflessioni sono continuamente discusse e condivise. Questo scenario è maggiormente praticabile quando, come nel caso di Mat@bel, i docenti coinvolti insegnano la stessa disciplina, perchè condividono gli stessi obiettivi e sono portati già in partenza ad identificarsi come una precisa comunità.

In ambienti di questo tipo, inoltre, cambia necessariamente e acquista un valore diverso, ancora più strategico, il profilo del tutor, che non può più agire solo da facilitatore del percorso formativo e occuparsi di problemi di tipo tecnico o di gestione del gruppo, ma dovrà essere esperto dei contenuti del corso, in modo da poter organizzare il lavoro della comunità da lui coordinata secondo una vero e proprio programma di studio e di lavoro. Nel caso di M@t.abel i tutor erano gli stessi autori dei percorsi didattici proposti ai docenti in formazione, scelta che si è rivelata vincente ai fini del buon esito della formazione. Questo tipo di interazione e collaborazione presuppone un'infrastruttura tecnologica, quale quella presente in questo ambiente, che permetta agli insegnanti di confrontare le loro esperienze concrete e di produrre collaborativamente documenti attraverso strumenti sincroni (lavagna virtuale condivisa, chat testuale e vocale) e asincroni (forum, database di documenti), e di gestione dei processi (calendario, sistema di avvisi), e quindi di validare la potenzialità formativa delle attività didattiche proposte.

Grazie a questo mix di ingredienti ben dosati l'esperienza della prima fase di M@t.abel ha avuto un ottimo esito: la classe virtuale si è rivelata «un esempio di tirocinio in cui l’insegnante confronta la realizzazione della sperimentazione in classe con quella dei colleghi e riflette insieme con loro sulle problematiche emerse e sui risultati conseguiti: sperimentazione e riflessione teorica si intrecciano tra loro promuovendo una formazione in servizio in cui teoria e pratica sono un tutt’uno» (frase tratta dalla brochure del progetto). 
Anche i docenti coinvolti si sono dichiarati soddisfatti sia sotto il profilo professionale che sotto quello umano, sentendosi così arricchiti dall'esperienza formativa vissuta, come testimoniano alcuni messaggi inseriti nel forum della community dell'ambiente alla fine del corso:

«Il nostro gruppo [...] ha potuto condividere le opinioni e intervenire per chiedere chiarimenti o fare osservazioni su quanto un componente proponeva; [...] si è avuta una discussione tra pari con la supervisione/guida del tutor: tale modalità ha permesso a ciascuno di integrare il proprio punto di vista con quello degli altri, permettendo un livello di analisi più approfondito delle varie proposte didattiche. Appare come una modalità di lavoro in grado di creare "punti di vista nuovi" in chi partecipa.» A.S.
«Abbiamo iniziato con tanti timori soprattutto riguardanti la gestione della piattaforma on line, ma alla fine siamo soddisfatti dell’esperienza realizzata e riteniamo che la modalità di lavoro offerta [...] aprirà nuovi orizzonti nella formazione. Oltre al valore scientifico del progetto, la comunicazione nel piccolo gruppo ha creato un clima di amicizia che, dal punto di vista umano, ha costituito un arricchimento per ognuno di noi.» D.F.
«Negli anni del mio lavoro di docente ho incontrato molti progetti per l’aggiornamento nell’insegnamento della matematica. Il M@t.abel mi sembra però uno dei migliori per il rinnovamento della didattica di questa disciplina. Questo perché credo che il progetto abbia in sé forti contenuti pedagogici in quanto fornisce materiali e tracce per fare matematica attraverso una metodologia “costruttivista” che vede l’alunno stesso come primo protagonista dell’apprendimento. [...] Il M@t.abel si propone, in una diffusione a cascata su scala nazionale, come un modello che può portare veramente aria nuova nella didattica della matematica e soprattutto risulta un prodotto sperimentabile e applicabile, in modo anche semplice, nel lavoro quotidiano di un insegnante.» E.Z. 
«Anch'io sottolineo gli aspetti positivi della nostra esperienza, in particolare la possibilità di creare anche a distanza un clima sereno e collaborativo nel gruppo (con l'auspicio che questa collaborazione continui nel tempo) per discutere del nostro lavoro in classe, e l'opportunità di conoscere realtà scolastiche diverse da quella in cui quotidianamente si opera.» P.N.

Questi interventi mettono in rilievo l’efficacia e l’apprezzamento dell’esperienza svolta in PuntoEdu Apprendimenti di Base - M@t.abel e dimostrano che i docenti avvertono la necessità di proseguire a “frequentare” l’ambiente on line anche a formazione conclusa. Questo fa di loro un gruppo di lavoro che apre i propri interessi e obiettivi e diventa una vera e propria “comunità di pratica”, basata sulla spontaneità e sulla motivazione a condividere un percorso, a uscire da quell’isolamento che da troppo tempo affligge la professionalità del docente italiano.

 
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