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STRATEGIE COMUNICATIVE

I Creative commons e la filosofia dei commoners

Un tentativo di coniugare diritti e libertà, creatività e sicurezza

di Silvia Panzavolta
09 Gennaio 2008

Se da una parte Internet ha cambiato il nostro modo di lavorare, comunicare e studiare, dall’altra ha reso più labili alcune protezioni e alcune garanzie di sicurezza, in particolare per quanto riguarda la protezione del diritto d’autore e il diritto dell’utente di conoscere i termini per l'utilizzo delle risorse online. 
Di questo aspetto si occupa un’organizzazione no-profit a livello internazionale chiamata Creative Commons, nata nel 2002 per iniziativa di alcune prestigiose personalità come Lawrence Lessig, professore di diritto all’Università di Stanford, e Hal Abelson, professore di informatica e ingegneria presso il Dipartimento di ingegneria Elettrica e informatica del MIT (Massachussets Insitute of Technology).
Dal 2003 in poi, l’iniziativa ha riscosso un tale successo che le licenze, inizialmente espresse in lingua inglese, vengono tradotte dall’inglese in molte altre lingue e adattate al sistema giuridico di molti paesi a livello mondiale. Attualmente, i paesi per i quali la licenza è stata adattata sono Argentina, Australia, Austria, Belgio, Brasile, Bulgaria, Canada, Cile, Croazia, Finlandia, Francia, Germania, Ungheria, Israele, Italia, Giappone, Sud Corea, Malesia, Messico, Olanda, Polonia, Slovenia, Sud Africa, Spagna, Svezia, Taiwan, Inghilterra, Galles e Scozia e in molti altri sta per essere introdotta.
Creative Commons offre un sistema flessibile di protezioni e libertà per autori, artisti e creativi. Superando la logica del diritto d'autore tradizionale ("tutti i diritti riservati"), il progetto ha messo a punto un diritto d'autore particolare, fondato sul principio "alcuni diritti riservati" (detto "copyleft" in opposizione, appunto, al copyright tradizionale). Esistono sei tipologie di licenze a protezione del diritto d’autore e dell’opera d’ingegno, declinate a seconda di come l’autore decide di condividere l’opera (es. scopo commerciale, distribuzione, sviluppo ecc.). Le licenze esprimono i diritti e i doveri di chi utilizza il materiale e sono una combinazione delle 4 principali clausole, riportate di seguito.

 

Attribuzione: devi riconoscere la paternità dell'opera all'autore originale;

 

Non commerciale: non puoi utilizzare quest'opera per scopi commerciali;

 

          Non opere derivate: non puoi alterare, trasformare o sviluppare quest'opera;

 

         Condividi allo stesso modo: se alteri, trasformi o sviluppi quest'opera puoi distribuire l'opera risultante solo per mezzo di una licenza identica a questa.

 

Le risorse a cui si possono applicare le licenze Creative Commons sono sia online sia offline e composte da qualsiasi tipologia di supporto (audio, video, testo, immagini, materiali educativi, interattivi ecc.). Alla conferenza annuale dei commoners (i sostenitori dell'iniziativa Creative Commons), a Dubrovnick (giugno 2007), come esempio di applicazione delle licenze CC ad opere dell'ingegno offline, è stato mostrato anche il progetto di uno spazio espositivo per una mostra d'arte che si terrà a Rio de Janeiro e che l'autore, un architetto, ha deciso di condividere, appunto, sotto licenze Creative Commons. Altri potranno, dunque, utilizzare tale progetto per allestire lo stesso spazio espositivo nella loro città, senza dover pagare un centesimo.

Ogni licenza è descritta secondo tre diversi codici:

1) il linguaggio giuridico, con particolare riferimento al sistema giuridico del paese in questione. Per l’Italia, l’ente che ha curato l’adattamento delle licenze è il l'Istituto di Elettronica e di Ingegneria dell'Informazione e delle Telecomunicazioni (IEIIT) del Consiglio Nazionale delle Ricerche;
2) il linguaggio parlato, in pratica una “traduzione” del linguaggio giuridico per coloro che non sono familiari con i termini legali. Le clausole sono anche segnalate attraverso una simbologia molto semplice e facile da ricordare;
3) il linguaggio macchina, per cui si può associare in modo automatico la licenza scelta al proprio lavoro e senza dover conoscere il linguaggio di programmazione. In pratica, Creative Commons mette a disposizione degli autori sistemi di marcatura delle risorse in modo tale che anche una persona non esperta sia in grado di inserire la licenza d’uso nel momento in cui crea la risorsa online. Un’apposita pagina del sito italiano di Creative Commons spiega come fare. In figura 1, lo script in RDF (Resource Description Framework) che può essere inserito dall’amministratore del sito in modo da visualizzare il logo Creative Commons associato alle proprie risorse ed essere quindi individuato dai motori di ricerca.

 Figura 1 – Visualizzazione dello script in RDF da inserire nel codice HTML della risorsa

Le licenze italiane Creative Commons si articolano sulla base delle 4 clausole fondamentali, comprendendo anche delle combinazioni di esse. Quelle previste per il contesto italiano sono le seguenti:

• Attribuzione 2.5
• Attribuzione - Non opere derivate 2.5
• Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 2.5
• Attribuzione - Non commerciale 2.5
• Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 2.5
• Attribuzione - Condividi allo stesso modo 2.5

Come si vede, la clausola "Attribuzione", ossia il nome dell'autore, deve sempre essere associata alla risorsa creata in quanto, nella giurisprudenza italiana, la paternità dell'opera è un diritto inalienabile. In pratica, l'autore di un'opera conserverà sempre il suo ruolo di creatore dell'opera e in nessun modo potrà cederla. Rispetto, invece, alla copia, alla distribuzione e allo sviluppo dell'opera, l'autore può effettuare diverse scelte (tenere per sé i diritti, cederli ad un intermediario per scopi commerciali, cederli in parte, come nella logica CC).
Il sito Creative Commons mette a disposizione una comoda maschera di ricerca alla Google che esplora tutto il web alla ricerca di risorse associate a licenze CC. In figura 2, uno screen shot della funzionalità suddetta. Questo è possibile proprio perché le licenze CC sono “comprensibili” anche dalla macchina e quindi ricercabili separatamente dal resto delle risorse online non CC. Nell'esempio abbiamo cercato la parola "school" (evidenziato in arancione) in Flikr, utilizzando il metamotore CC.

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

Figura 2 – La maschera di ricerca predisposta dal sistema CC per trovare sul web tutte le risorse associate a licenze Creative Commons. Esempio di ricerca con la parola "school". 

Di seguito offriamo una panoramica di siti contenenti risorse di varia natura (file audio, video, testo, immagini ecc.), generalmente messe a disposizione da enti o soggetti pubblici.

RISORSE EDUCATIVE

home page del sito OER

  • OER (Open Educational Resources), è un ambiente di condivisione di risorse educative per la scuola (dalla primaria alla secondaria superiore) e per l’università. Ognuno può utilizzare e modificare le risorse offerte, nonché commentarle e descriverle secondo i propri parametri. Inoltre è fortemente incoraggiata la partecipazione attiva da parte di docenti e studenti, i quali sono invitati a pubblicare e condividere le proprie risorse educative;
  • Sito del MIT (Massachussets Insitute of Technology), famosa università americana, offre corsi, dispense ed altro materiale per studenti e ricercatori;
  • Learning Space, il portale curato dalla Open University, dedicato al libero scambio di materiale educativo;
  • PLOS, Public Library of Science, mette a disposizione materiale bibliografico full-text. È possibile accedere ad articoli scientifici tratti da varie riviste e scaricarli gratuitamente;
  • Sidebars, periodico elettronico dedicato al mondo della formazione online, curato dal BCIT, Centro canadese che si occupa di apprendimento e insegnamento e cerca di promuovere le pratiche innovative nei contesti di apprendimento distribuito, http://online.bcit.ca/sidebars/index.htm;
  • Reusable learning, sito con contributi editoriali sul tema della riusabilità delle risorse educative;
  • Teslogiciels, sito francese che mette a disposizione più di 500 software educativi liberamente scaricabili (sia per Windows sia per Linux)
  • Connexions, sito dell'Università di Huston in cui è possibile condivedere materiale ma anche modificarlo e crearlo grazie a particolari tool che vengono gratuitamente messi a disposizione dal progetto Connexions.

RISORSE MULTIMEDIALI

  • il sito di TV5, emittente televisiva internazionale, offre alcune delle sue numerose risorse sotto licenze CC. In particolare, la mediateca offre risorse utili all’insegnamento/apprendimento, quali suoni, immagini, video e piccole animazioni in Flash.

Screen shot TV5

 

 

 

 


 

 

 

 

 

MUSICA

 Home di cc mixter

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  • Jamendo, sito di musica scaricabile in formato per lettore mp3 e IPod;
  • SoundTransit, sito di brani musicali scaricabili in vari formati;
  • CCmixter, sito che mette a disposizione brani musicali, strumentali e non, sotto lincenze, che è possibile scaricare sotto licenze CC.

Il progetto europeo MELT (Metadata Ecology for Learning and Training), cui INDIRE partecipa, ha l’obiettivo di creare un portale europeo per l’accesso gratuito alle risorse educative. Tutte le risorse del portale MELT saranno soggette a licenze Creative Commons incentivandone così il riuso, in quanto l’utente è informato rispetto a quali diritti d’uso possieda sulla risorsa (distribuzione, modifica, copia ecc.). INDIRE intende condividere sia Learning Object sia Asset, ossia risorse per la didattica destrutturate ed utili alla creazione di nuovi oggetti da parte del docente. Gli asset che verrano forniti da INDIRE sono circa 18.000, tra fotografie, immagini d’archivio e scansioni di materiale storico-archivistico presenti nella banca dati DIA. Per quanto riguarda i Learning Object, si procederà ad una selezione dei migliori oggetti creati per le piattaforme PuntoEdu, con particolare attenzione a quelli che meglio si adattano ad un contesto internazionale. Il portale MELT sarà disponibile per tutte le scuole europee entro giugno del 2008.

LE LICENZE CC NELLA SCUOLA

La scuola è un ambiente in cui molto materiale educativo viene prodotto. Docenti, esperti, ricercatori educativi sono spesso autori di materiali interessanti e ben fatti che potrebbero essere utili anche in altri contesti scolastici e culturali. Spesso tale materiale rimane congelato nei PC degli autori oppure, nella migliore delle ipotesi, pubblicato sul sito della scuola, senza peraltro specificare all'utente (altri docenti e scuole) quali usi ne possa fare. Nell'ottica di favorire un processo di condivisione, se si vuole di Knowledge Sharing, secondo la definizione espressa nella letterature sulla società della conoscenza, l'adozione delle licenze CC rappresenta un buon punto di partenza. Un'altra considerazione riguarda l'utilizzo sempre più diffuso di Learning Object, gli ormai celebri materiali educativi digitali il cui uso dovrebbe essere reiterato nel tempo, in contesti diversi e con la possibilità di adattare/sviluppare la versione iniziale a seconda dei bisogni educativi dei propri studenti. Ma come promuovere tale uso virtuoso senza prevedere un sistema di tutele e diritti che possa mettere il docente nelle condizioni di essere creativo e di sentirsi libero di usare, fare, disfare? I commoner sostengono, infatti, che in assenza di tale sistema, aperto ma giusto (fair, come si sforza di ripetere la Commissione Europea), la comunità educativa continuerà ad essere titubante ed impacciata rispetto all'uso/riuso di tali artefatti. In definitiva, quindi, le licenze creative commons possono essere viste come una sorta di sfondo integratore in grado di catalizzare processi di uso, riuso e creazione (magari anche collaborativa) di materiali educativi, specialmente digitali. La scuola, nella sua autonomia, potrebbe decidere, ad esempio, che tutto ciò che viene prodotto dal personale docente venga condiviso online con licenze CC.  

INDIRE AL SUMMIT ICOMMONS

 

Dal 14 al 17 giugno, Indire ha partecipato al summit di iCommons, tenutosi a Dubrovnick, cui partecipavano rappresentanti di tutto il mondo. ICommons è un movimento filosofico e sociopolitico che si batte per il libero accesso alla cultura per tutti. In particolare, Indire ha preso parte alla sessione dedicata all’educazione (iCiC, iCommons-iCurriculum), condividendo con gli altri partecipanti le proprie iniziative, sperimentazioni e spunti di ricerca. Tra gli sponsor della conferenza, Google, Nokia e IBM.

Il resoconto della partecipazione alla conferenza iCommons 2007 è disponibile in formato video.

Per commenti o domande si prega di rivolgersi all'autrice, all'indirizzo s.panzavolta@indire.it

 
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