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INIZIATIVE PER LA SCUOLA

PISA 2009: uno sguardo complessivo

Gli aspetti più significativi dell'indagine che confronta le competenze dei ragazzi quindicenni nei diversi Paesi

di Redazione
18 Gennaio 2011

Il 7 dicembre dello scorso anno, sono stati presentati i risultati del test PISA 2009, che ha interessato 67 stati e oltre 28 milioni di studenti di 15 anni. PISA è un’indagine comparativa internazionale che si svolge ogni tre anni. Il suo obiettivo principale è quello di valutare in che misura gli studenti che si approssimano alla fine dell’istruzione obbligatoria (i quindicenni) abbiano acquisito alcune competenze ritenute essenziali per una consapevole partecipazione nella società. Le competenze valutate sono riferite a tre ambiti di literacy: lettura, matematica e scienze. In ogni edizione uno di questi, a rotazione, costituisce l’ambito di rilevazione principale: ad esso si dedica una particolare attenzione ed è riservato uno spazio maggiore nei questionari cognitivi somministrati agli studenti. L’indagine 2009 ha posto particolare attenzione al primo dei tre ambiti, si è cioè fatto il focus in particolare sulle capacità di comprensione del testo scritto.

• PISA 2003: vedi l'articolo "Le difficoltà degli studenti italiani alle prove di matematica del PISA 2003" di Stefania Pozio pubblicato sul sito PQM
• PISA 2009: i risultati Italiani
• Link al video "Che cos'è PISA e che cosa ci racconta"

Al di là dei numeri,  è importante riflettere su quanto emerge dalle prove in termini di processo. Il rapporto di sintesi pubblicato dall’OCSE  mette in evidenza alcuni punti chiave che costituiscono le linee guida dell’indagine. Proviamo ad analizzarli

1. La reading literacy (comprensione del testo scritto)

Per quanto riguarda la comprensione del testo scritto, si valuta un ventaglio di situazioni in cui gli studenti sono invitati a leggere e comprendere testi in differenti formati: dai testi semplici che servono per trovare una indicazione pratica fino ai testi più complessi che implicano  strategie di lettura complesse per comprendere. Molti studi dimostrano che queste capacità di comprendere un testo scritto condizionano il benessere economico e sociale delle nazioni più di quanto non lo facciano il numero di anni di studio.
Su 5 livelli della scala di competenza, la maggior parte degli alunni a cui è stato somministrato il test si classifica al livello 2, che è la soglia minima a partire dalla quale gli allievi mostrano di possedere competenze che permettono loro di partecipare in maniera efficace e produttiva alla vita della società.
Gli allievi che non raggiungono il livello 2 faticano a localizzare e organizzare le informazioni,  a fare valutazioni critiche e formulare ipotesi,  a scoprire il senso di un passaggio quando le informazioni non appaiono immediatamente utili a stabilire legami tra il testo e le loro esperienze personali. La percentuale di adolescenti di 15 anni in questa situazione varia fortemente da paese a paese; essa non rappresenta più del 10% nei paesi che hanno raggiunto un buon punteggio globale, ma supera la barriera del 50% in  molti paesi. Questo problema resta dunque una delle maggiori sfide per molti paesi. All’altro estremo dello spettro di competenza, quello delle eccellenze, il 7,6% di allievi si classifica al livello 5 nei paesi dell’OCSE. Sono più del doppio a Singapore, in Nuova Zelanda e a Shanghai.

Le prove del ciclo PISA 2009 mostrano che lavorare per promuovere l'eccellenza e nello stesso tempo impegnarsi per migliorare i livelli di competenza degli studenti a basso rendimento non sono cose contraddittorie: i paesi che hanno ottenuto la media più elevata nelle prove PISA 2009 (Finlandia, Corea, Hong-Kong e Shanghai) sono anche i paesi dove la varianza  tra gli studenti è minima.

2. Differenze fra maschi e femmine

Un altro dato interessante riguarda la differenza di genere. In media, il 4,4% delle ragazze e il 3,8% dei ragazzi sono molto efficienti in tutte le tre aree di valutazione, e il 15,6% delle ragazze e il 17,0% dei ragazzi si trovano in almeno un'area di elevata performance.
 
Tuttavia, nella comprensione del testo scritto le ragazze superano i maschi in tutti i paesi partecipanti. Durante la maggior parte del XX secolo, sono state soprattutto le mediocri performance delle ragazze a preoccupare i responsabili dell’educazione e ad incitarli a  prestare attenzione al cambiamento di rendimenti dell'istruzione tra i sessi.  Adesso, al contrario, è la performance più bassa dei ragazzi nelle competenze in lettura a destare preoccupazione: le ragazze superano i ragazzi in tutti i paesi partecipanti di un punteggio equivalente a quasi un anno scolastico (39 punti). 
I ragazzi invece, superano le ragazze di 12 punti in matematica. Le differenze di genere sono più moderate nelle scienze: si contano praticamente altrettante ragazze che ragazzi tra le eccellenze (1% delle ragazze e 1,5% maschi).
 
3. Influenza del livello di prosperità economica di uno stato

Un altro dato significativo consiste nel fatto che il rendimento della formazione può essere molto diverso tra due paesi con un medesimo livello di prosperità economica.
Il primo posto nella comprensione della lettura spetta tuttavia a Shanghai (Cina), che ha una economia in cui il PIL pro capite è ben al di sotto della media OCSE: ciò dimostra che un basso reddito nazionale non è incompatibile con un buoni risultati nell'istruzione. La Corea, che è il paese in vetta alle classifiche, mostra anch’essa un PIL pro capite inferiore alla media OCSE: la correlazione tra il PIL pro capite e le prestazioni del sistema di istruzione spiega solo il 6% delle differenze di punteggio medio tra i paesi. Il restante 94% dimostra che gli esiti della formazione  possono essere molto differenti in i paesi allo stesso livello di prosperità.
 
4. Pari opportunità ed equità nell’apprendimento

I sistemi educativi più performanti dispensano un insegnamento di qualità a tutti gli studenti. Giappone, Canada, Finlandia, Corea, Hong-Kong e Shanghai raggiungono punteggi ben al di sopra della media OCSE. In questi paesi gli studenti tendono ad essere eccellenti qualunque sia il contesto economico e sociale proprio o della scuola che frequentano.  Questi paesi si distinguono non solo per la percentuale di allievi al livello superiore della scala nella comprensione del testo scritto, ma anche per la percentuale poco significativa di studenti ai livelli inferiori di questa scala. Gli allievi svantaggiati hanno spesso insegnanti di supporto a loro disposizione.
I risultati dell’indagine PISA fanno tuttavia pensare che molti studenti sono doppiamente penalizzati: assommano al fatto di vivere in un contesto sfavorevole quello di frequentare una scuola  in cui il personale docente è di qualità nettamente inferiore. In molti paesi, infatti, vi è una forte correlazione tra l’ambiente socio-economico di provenienza degli studenti e i loro risultati scolastici. Anche l’ambiente famigliare influisce molto sulla riuscita scolastica, e la scuola sembra spesso rafforzare l’impatto negativo del contesto sociale anziché attenuarlo. Vivere in un ambiente socio-economico sfavorevole non comporta necessariamente cattivi risultati scolastici, ma il profilo socio-economico degli studenti e delle scuole ha con tutta evidenza un impatto importante sulla performance. In media, nella comprensione del testo scritto uno studente proveniente da un contesto socio-economico privilegiato supera uno studente di un contesto socio-economico medio di 38 punti, l’equivalente di un anno di studi.
 
Nonostante ciò, i risultati PISA dimostrano che certi paesi sono riusciti ad attenuare l’ impatto negativo di un contesto socio-economico sfavorevole sui risultati dell’apprendimento.
I risultati di un certo numero di studenti di condizioni modeste che confinano con l’eccellenza, dimostrano che è possibile superare gli ostacoli socio-economici nell’apprendimento. 
 
Un altro dato interessante risiede nella assoluta mancanza di correlazione positiva tra le performance di studenti provenienti da famiglie immigrate e quella degli studenti “indigeni”;  la tesi secondo cui alti tassi di immigrazione si traducono inevitabilmente in un calo nelle prestazioni dei sistemi di istruzione viene smentita dall’indagine.
Parallelamente, gli studenti che frequentano la scuola in un contesto urbano mostrano di superare gli studenti che vivono in contesti non urbani di quasi 45 punti, l’equivalente di più di un anno di scuola.  
 
Infine, il 17% degli studenti vive in una famiglia monoparentale; lo scarto tra questi  studenti e quelli che vivono in una diversa struttura famigliare è molto significativo: in media gli studenti che vivono in una famiglia monoparentale mostrano punteggi inferiori a quelli dei loro coetanei che vivono in una struttura famigliare allargata.
 
5. Imparare ad imparare: le pratiche, le strategie e l’impegno degli studenti

I risultati dell’indagine Pisa dimostrano che la padronanza di strategie d’apprendimento, ad esempio dei metodi che permettono di comprendere o riassumere testi e letture varie, sono essenziali perché gli studenti diventino lettori competenti. Il fatto di leggere per il piacere di leggere è particolarmente fruttuoso se si accomuna alla capacità di pensiero critico e di lettura strategica. In particolare, gli studenti che mostrano di prediligere tipologie di lettura differenziate hanno particolare successo. Inoltre, gli studenti che si dedicano a molte attività di lettura on-line, come la lettura di e-mail, chat e news online, o che utilizzano un dizionario o una enciclopedia online, partecipano a discussioni e forum e fanno ricerca di informazioni online sono generalmente più efficaci nella comprensione del testo scritto rispetto agli studenti che non sono impegnati in queste cose. 
 
In quasi tutti i paesi, gli studenti che applicano strategie adeguate a comprendere e ricordare quello che leggono, ad esempio evidenziando i passaggi importanti del testo, o parlano di ciò che hanno letto con altre persone, hanno ottenuto nelle prove PISA punteggi superiori ai 73 punti,  l'equivalente di un livello di competenza di quasi due anni di studio, rispetto agli studenti che fanno il minimo uso di queste strategie. 
 
In tutti i paesi, non solo i ragazzi leggono meno rispetto alle ragazze, ma quando leggono per piacere, la loro abitudini di lettura sono diverse. Le ragazze sono probabilmente più portate rispetto ai ragazzi a leggere libri di narrativa e riviste. Al contrario, più del 65% dei ragazzi legge regolarmente i giornali, contro solo il 59% delle ragazze. Gli studenti che durante il processo di apprendimento consolidano quello che imparano, e quindi controllano e capiscono quello che leggono, individuando i concetti che non capiscono, cercando di conservare i punti più importanti di un testo e cercando informazioni supplementari per chiarire ciò che non capiscono, tendono ad avere punteggi più alti sulla lettura di PISA rispetto a coloro che non svolgono tali azioni.
I risultati di PISA dimostrano che i ragazzi raggiungerebbero le ragazze nella lettura se fossero più motivati a leggere e utilizzassero strategie efficaci di apprendimento. In Finlandia, ad esempio, i ragazzi avrebbero ottenuto punteggi PISA superiori di 23 punti se sapessero adottare, come le ragazze, strategie efficaci per riassumere le informazioni. Analogamente, nella maggior parte dei paesi che hanno partecipato a PISA 2009, gli studenti provenienti da condizioni socio-economiche svantaggiate avrebbero ottenuto punteggi più alti se avessero padroneggiato maggiormente tali strategie rispetto agli studenti provenienti da contesti socio-economici privilegiati. Lo scarso rendimento in lettura dei ragazzi provenienti da contesti socio-economici svantaggiati è fonte di preoccupazione: se essi non sono in grado leggere abbastanza bene da poter partecipare pienamente alla società, loro  stessi e le loro famiglie avranno meno possibilità di sfuggire alla povertà e alle privazioni. 
 
6. La chiave del successo della scuola: risorse, politiche e pratiche

Le scuole sono il teatro principale dell’apprendimento
: esse lo influenzano direttamente, così come le risorse, le politiche e le pratiche introdotte dal sistema di istruzione influenzano l’andamento delle scuole. I sistemi educativi migliori, cioè quelli i cui risultati sono superiori e le ineguaglianze socio-economiche inferiori alla media, assicurano l’uguaglianza delle opportunità a tutti gli allievi, quale che sia la loro provenienza socio-economica.
I sistemi educativi che mettono in relazione una performance elevata e una ripartizione equa dei risultati educativi tendono ad integrare, e impongono agli insegnanti e alle scuole di includere tutti gli allievi qualunque sia la loro diversità, grazie a percorsi educativi personalizzati. I sistemi educativi che invece partono dal principio che gli allievi devono essere orientati in maniera diversa, e che nutrono delle attese differenti al loro riguardo, differenziandoli all’interno della scuola, delle classi e degli anni di studio, raggiungono generalmente risultati meno equi senza alcun vantaggio nelle performance  globali.
L’indagine PISA si interessa inoltre alla responsabilizzazione delle scuole sia in termini di informazioni sui risultati, sia sull’uso che ne viene fatto.
I risultati che si leggono in questo senso nell’indagine PISA 2009 sono i seguenti:
 
• I sistemi educativi più performanti accordano una grande autonomia individuale alle scuole nell’elaborazione dei programmi e delle politiche di valutazione, senza tuttavia permettere necessariamente la concorrenza tra scuole dello stesso bacino;
• Incoraggiare le scuole a garantire che l’insieme dei loro allievi ottengano dei risultati elevati non posa unicamente sulle caratteristiche del personale: il modo in cui le scuole sono responsabilizzate in merito ai risultati e le forme di autonomia di cui beneficiano entrano allo stesso modo nell’equazione, e tutti questi fattori influenzano la performance.
• I  paesi in cui le scuole godono di ampia autonomia in ciò che riguarda il contenuto dell’insegnamento e la valutazione degli studenti, hanno la tendenza ad essere i più performanti
• I  paesi in cui le scuole sono responsabilizzate nella pubblicazione dei risultati e beneficiano di una maggiore autonomia nell’allocazione delle risorse, tendono ad essere più performanti
• Nei paesi dove questi meccanismi di responsabilizzazione non esistono, si verifica l’inverso.
• I paesi che creano un ambiente più competitivo, nel quale molte scuole sono in concorrenza su un medesimo bacino scolastico, non sono sistematicamente i più performanti
• Nei paesi che utilizzano esami esterni standardizzati, gli allievi hanno la tendenza ad essere più performanti, senza tuttavia che possa essere stabilita una correlazione netta tra la performance e il ricorso ad esami standardizzati o la pubblicazione dei risultati a livello di scuola
• I sistemi educativi più performanti tendono ad attribuire priorità al salario degli insegnanti rispetto alla riduzione del numero di alunni per classe e ciò corrobora le ricerche che sostengono che per aumentare la performance degli allievi, migliorare la qualità dell’insegnamento rappresenta una strategia più probante che non diminuire il numero di alunni per classe
• Sotto altri aspetti, l’assenza generale di correlazione tra le risorse e i risultati non significa che le risorse non siano importanti, ma che il loro livello non ha un impatto sistematico sul livello di performance globale. Se la maggioranza o la totalità delle scuole possiede le risorse minimali necessarie ad un insegnamento efficace, le risorse materiali supplementari non fanno che poca differenza in quanto ai risultati
• Le scuole che mostrano un clima di disciplina soddisfacente, comportamenti positivi degli insegnanti e relazioni positive tra gli allievi tendono ad essere più performanti nella comprensione della lettura
 
 
7. Tendenze dell’apprendimento: l’evoluzione della performance degli allievi tra il 2000 e il 2009

L’indagine PISA non permette unicamente di comparare il livello relativo dei paesi in merito ai risultati di apprendimento: offre anche a ciascun paese la possibilità di tracciare l’evoluzione di questi risultati nel tempo. Alcuni paesi hanno migliorato in maniera impressionante le loro performance nel corso degli ultimi 10 anni, superando persino l’equivalente di un anno scolastico. L’evoluzione della performance degli studenti nel corso del tempo prova che la performance di un paese nella comprensione della lettura è lontana dall’essere definitiva, e che in termini assoluti e relativi, i risultati di apprendimento possono progredire.
Avendo le due indagini PISA 2000 e 2009 come focus principale la comprensione della lingua scritta, è possibile seguire l’evoluzione della performance degli studenti in quest’area nel corso dell’intero periodo.
Tra i 26 paesi dell’OCSE che presentano dati comparabili tra le due indagini, il Cile, Israele, la Polonia, il Portogallo, la Corea, l’Ungheria e la Germania, e, tra i paesi partner, il Perù, l’Albania, l’Indonesia, la Lettonia, il Liechtenstein e il Brasile, hanno migliorato le loro performances in comprensione della lingua scritta tra il 2000 e il 2009, mentre l’Irlanda, la Svezia, la Repubblica Ceca e l’Australia hanno visto regredire i loro risultati. Sono numerosi i paesi dove il miglioramento dei risultati è dovuto principalmente ad un miglioramento della parte più bassa dello spettro della performance, evidenziando quindi una progressione verso una maggiore equità nei risultati dell’apprendimento. 
 
Venendo alla matematica, la performance complessiva rimane la stessa tra il 2003 e il 2009, così come le prestazioni in cultura  scientifica tra il 2006 e il 2009.  In alfabetizzazione matematica, gli studenti di Messico, Turchia, Grecia, Portogallo, Italia Germania, Brasile e Tunisia, hanno notevolmente migliorato le loro prestazioni, mentre invece nella Repubblica Ceca, in Irlanda, Svezia, Francia, Belgio, Paesi Bassi, Danimarca, Australia e Islanda, i risultati degli studenti sono regrediti.  
 
Per quanto riguarda invece l’alfabetizzazione scientifica, fra i 56 paesi che hanno partecipato sia al PISA 2006 che a quello del 2009, undici hanno visto migliorare le prestazioni dei loro studenti. La Turchia ha visto la sua percentuale di studenti sotto il livello 2 di competenza in alfabetizzazione scientifica diminuire di quasi 17 punti percentuali, dal 47% al 30%. Portogallo, Cile, Stati Uniti, Norvegia, Corea e Italia hanno visto una diminuzione percentuale di almeno 5 punti.

 
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