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Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell'Autonomia Scolastica

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Riforma @ Orientamento
di Costanza Braccesi
12 Dicembre 2006

  

Lo scorso 18 novembre a Napoli, presso Città della Scienza, si è svolto il seminario "Riforma @ Orientamento", dedicato al grande cambiamento che ha interessato l’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico della scuola secondaria superiore. Si è trattato di un appuntamento che ha rappresentato un momento virtuoso di collaborazione tra USR e ANSAS Campania.

Il seminario rivolto ai Dirigenti Scolastici, ai Referenti per la Qualità, ai Referenti per l’Orientamento, ai Referenti Delivery Unit e ai Componenti del CTS (Comitato Tecnico Scientifico), oltre a ribadire la centralità della scuola nel processo di orientamento e la dimensione formativa di quest’ultimo, ha inteso sottolineare la necessità di attivare sinergie e collaborazioni proficue tra i vari sistemi di educazione, formazione, occupazione e servizi per la piena realizzazione della Riforma (Regolamenti di riordino dei licei, degli istituti tecnici e degli istituti professionali emanati dal Presidente della Repubblica in data 15 marzo 2010).

Sostenere la progettazione dell’offerta formativa delle Istituzioni scolastiche, accompagnando le scuole al riordino del 2° ciclo, ha previsto apposite misure di supporto istituzionale con delle vere e proprie Unità di consegna (Delivery Unit), per coordinare la sperimentazione a livello territoriale, prima degli Istituti tecnici e degli Istituti professionali e, successivamente, anche dei Licei: questo il compito assunto dalla Direzione regionale, come ha precisato il Direttore Generale USR della Campania Diego Bouchè.

A supporto di queste attività, un ruolo importante è stato svolto anche dall'Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell’Autonomia Scolastica (ANSAS) per la raccolta e la diffusione dei modelli, delle esperienze e dei materiali prodotti.
È stato proprio il direttore dell’ANSAS Nucleo territoriale Campania, dott.ssa Patrizia Boretti,  a porgere un caloroso benvenuto alle scuole partecipanti e agli ospiti della giornata; tra questi l’Assessore all’Istruzione della Regione Campania dott.ssa Caterina Miraglia. Non è un caso che le norme prevedano che, contestualmente,  sia avviata la messa a regime del sistema di Istruzione e Formazione professionale di competenza delle Regioni, di cui al Capo III del D.lgs. 226/2005, sulla base dell’Accordo sottoscritto in Conferenza Stato Regioni e Province autonome nella seduta del 29 aprile 2010.

Occorre, dunque, da un lato promuovere nei ragazzi e nelle famiglie il valore del sapere tecnico-pratico quale risorsa per la Persona e per il sistema-Paese, prospettando percorsi di studio collegati al mondo del lavoro e dell’impresa che deve mostrarsi a sua volta pronta ad accogliere il mondo della scuola, come ha giustamente affermato il dott. Andrea Bachrach, Delegato all’Education dell’Unione degli Industriali di Napoli.

Nonostante l’attuale momento attuale di crisi, con scenari socio-economici destinati a mutare condizioni di accesso e occupabilità in maniera sempre più rapida, il panorama politico-istituzionale e tecnico-scientifico non cessa di cogliere nell’orientamento un ambito di investimenti, sfide e propositi e nella Istruzione tecnica e Istruzione professionale una grande leva per la crescita e lo sviluppo del Paese. Questo il punto di vista di chi da anni si occupa di scuola e cultura, l’On. Valentina Aprea, Presidente della Commissione Cultura alla Camera dei Deputati. Bisogna riscoprire il valore dell’Istruzione Tecnica per lo sviluppo del Paese: questo il concetto più volte ribadito nel suo intervento, di cui si è fatta portavoce la dott.ssa Patrizia Boretti, tenendo ben presente che i traguardi da raggiungere per rendere il sistema scolastico più efficiente sono molti e riguardano in particolare l’apprendimento per competenze personali, l’attenzione privilegiata al mondo del lavoro, alternando teoria e pratica, studio e lavoro, riflessione e azione.

I giovani devono poter andare a “scuola di futuro”, ed essere guidati a : sapere, saper essere, saper fare, saper innovare”. Molte sono le speranze riposte nell’istituzione dei percorsi IFTS; essi rappresentano un’innovazione di sistema per la sperimentalità dell’offerta integrata fra più soggetti formativi e per la costruzione anche in Italia di una stabile istruzione terziaria, in grado di inserirsi nella European Higher Education Area, in termini comparabili, compatibili e coerenti al disegno europeo del processo di Bologna, e, con la piena attuazione di Italia 2020. Il progressivo allontanamento delle qualifiche e dei titoli dai trend economico-produttivi dei territori ha caratterizzato, infatti, negli ultimi decenni lo scollamento tra le competenze richieste dal mercato e quelle possedute al termine dei percorsi tecnici e professionalizzanti. La principale sfida rimane quella di evitare di reiterare offerte formative inutilizzabili ai fini occupazionali e di co-progettare con i partner sociali le fasi dell’intervento formativo.
Stimolante e coinvolgente anche il contributo del dott. Antonio Sofia, ANSAS ex Indire, responsabile del settore comunicazione, che ha parlato dell’importanza di scardinare rappresentazioni culturali e  stereotipi molto diffusi nell’immaginario collettivo sul profilo del “liceale”, studioso e diligente, e del “tecnico”, meno impegnato, ma con il “sapere tra le mani”,  che ancora oggi influenzano le scelte dei nostri allievi e delle loro famiglie.
Oggi più che mai è evidente che per diffondere una nuova cultura del lavoro, dell’innovazione e dell’apprendimento permanente occorre un sistema di governance e una revisione dell’organizzazione, dei contenuti e metodi di tutti i  sistemi coinvolti, in particolare della scuola, stimolata, sempre di più, a confrontarsi attivamente con l’Europa. Per questo occorre investire nella formazione dei docenti come ha sostenuto la dott.ssa Basilicata, anche a nome del direttore generale per il personale scolastico del MIUR, dott. Luciano Chiappetta, di dare il proprio contributo al dibattito in corso. Ma occorre anche rivedere il modo di progettare e valutare delle scuole,  come ha incisivamente ribadito la dott.ssa Angela Orabona (USR Campania), curatrice scientifica del Seminario insieme all’ANSAS Campania, pervenendo a modi di valutare e progettare che siano contestualizzati, autentici, che prevedano il diretto coinvolgimento dell’allievo; solo in questo modo tutti gli alunni saranno orientati a sviluppare competenze spendibili nella vita professionale e personale.
L’importanza di un supporto e accompagnamento attraverso la ricerca/azione/sperimentazione nelle scuole, finalizzata a favorire la diffusione di buone pratiche, ha ispirato il progetto Orientamento ANSAS Campania, coordinato dalla prof.ssa Giovanna Caporaso,  che ha visto il coinvolgimento di dodici scuole impegnate a sperimentare unità di apprendimento secondo i principi della didattica orientativa. Una didattica che si lega all'esperienza di vita concreta, che adotta modalità laboratoriali, che prevede il coinvolgimento attivo dello studente in compiti reali, tesi alla produzione di qualcosa, alla risoluzione di problemi, alla preparazione di una performance.
Il seminario, nella sua parte conclusiva, ha previsto anche il coinvolgimento diretto di alcune scuole dando la parola ai loro rappresentanti più direttamente impegnati; tra questi, il preside Giuseppe Tranchini dell’IP “I.D’Este” di Napoli, il dirigente scolastico Enrico Rocco- IPIA Sannino e la dirigente dell’ISIS Europa di Pomigliano d’Arco. Oltre a fare  un bilancio di un biennio di Riforma, i dirigenti delle scuole hanno sottolineato tutti i nodi critici relativi alle politiche locali e territoriali, in materia di istruzione e formazione..
Per realizzare quanto sopra, e contribuire alla diffusione di buone pratiche, occorre dunque, dare continuità alla riflessione collettiva sull’Orientamento, attraverso azioni di informazione, formazione e consulenza, ma anche lavorare sempre di più e più diffusamente, con l’intento di costruire ponti fra le azioni poste in essere dalla Riforma e l’Orientamento curato dalle scuole, perché quest’ ultimo può e deve essere considerato a tutti gli effetti  una cartina al tornasole per verificare l’effettivo funzionamento di alcune aree tematiche del riordino.

 

 
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