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FORMAZIONE

La visione tecnologica del progetto iTec

Osservare dall'interno un'innovazione didattica. Shell e widget le due scelte al servizio del progetto

di Giovanni Nulli
27 Febbraio 2013

Il progetto iTec (Innovative Technologies for an Engaging Classroom) prevede l’introduzione di nuovi scenari in classe supportati dall’utilizzo della tecnologia. Nonostante il nome suggerisca in modo diretto un approccio tecnocentrico, la realtà del progetto è ben diversa in quanto la tecnologia è completamente a servizio della metodologia didattica e degli scenari che i docenti partecipanti sperimentano.

La sperimentazione prevede un approccio narrativo: le classi partecipanti devono personalizzare uno scenario (dato dal gruppo di progetto europeo) costruendo una propria learning story, composta da step strutturati (le singole activities, anche queste date dal gruppo di progetto europeo) che non possono essere modificate nella struttura e nelle richieste, ma soltanto nel contenuto disciplinare che deve essere una parte del curricolo. Pertanto i docenti devono costruire una loro sceneggiatura che prevede la ricostruzione, con le activities previste dal progetto, di una parte del programma che dovranno svolgere durante l’anno. In tutto questo la tecnologia è una componente fondamentale ma sempre di supporto all’attività. È la vera spina dorsale del processo, che però ha nella metodologia il suo cervello. In questo modo è possibile ripensare il rapporto casa – scuola grazie alla Rete: per gli alunni utilizzando la tecnologia per raccontare e commentare quanto fanno a casa, per il docente svolgendo una parte del lavoro dall’abitazione.

Per prima cosa il docente deve scrivere la propria learning story, dove descrive (oggettivando), passo dopo passo, cosa farà, cosa faranno i ragazzi, quale argomento verrà trattato, quali tecnologie utilizzerà, quali strumenti utilizzeranno i ragazzi. La sceneggiatura che realizza individua, quindi, ruoli, strumenti e tempi di azione. Il docente, nella messa in pratica della sceneggiatura ne verificherà la fattibilità e sarà comunque libero di fare modifiche in itinere per rispondere ad esigenze che non aveva previsto nella fase di scrittura della storia. Le consegne del progetto prevedono che ci sia una tecnologia Shell (conchiglia) che racchiuda altre tecnologie, e vada a costituire l’ambiente virtuale o la console della learning story. L’altra componente delle iTec Technologies è il widget. Per widget si intende l’applicazione, il contenuto multimediale singolo, utile allo svolgimento della specifica learning story. Questa struttura prescinde dalle tecnologie specifiche ed è una parte che il docente deve progettare contemporaneamente alla parte metodologica, perché ne è il necessario supporto.

Qual è la funzione della Shell? Tecnologicamente parlando la shell ha una funzione contenitore per altri strumenti, gli widget. In base a come il docente progetta la shell questa può avere diverse funzioni pedagogiche. Se si sceglie un shell locale, da usare solo in classe, può essere un file di raccolta, la sua funzione didatticamente può essere quella di tener conto di molti strumenti diversi per il lavoro in classe del docente; in questo caso l’insegnante mira ad arricchire con contenuti selezionati ad hoc le singole activities e quindi l’esposizione. Se si sceglie una shell online, come ad esempio un blog, è possibile seguire gli studenti anche online, magari chiedendo loro di “postare” regolarmente da casa, ed in questo caso la shell diventa una sorta di ambiente virtuale di supporto alla classe.

Qual è la funzione del widget? Questo singolo oggetto può servire per una specifica activity o per tutta la learning story, può servire al docente, o agli studenti. Posso inserire in qualità di widget un contenuto multimediale o interattivo del docente, oppure un’applicazione che consenta ai ragazzi di condividere i loro contenuti, o ancora i blog dei ragazzi per creare una blogosfera della classe. Il docente prepara la shell per la sua learning story, valutando quale tecnologia utilizzare, e quale funzione dare alla shell medesima, prendendo in considerazione la sua accessibilità online oppure soltanto in classe. Una volta scelta la tecnologia, di pari passo con la scrittura della learning story, seleziona i widget per le diverse activities. La Shell viene scelta dal docente tenendo conto anche di alcuni suggerimenti forniti dal progetto. La stessa cosa avviene per gli widget: il progetto ha sviluppato un widget store (ovviamente gratuito) dove è possibile scaricare le applicazioni che si ritengono utili, ma anche caricare quelle che si vogliono condividere.

Considerando lo scenario del terzo ciclo, l’obiettivo era quello di produrre un prototipo di un artefatto, destinato a un preciso target di utenza. Tale produzione doveva integrarsi nell’ambito della didattica curricolare ordinaria. Per arrivare alla definizione del prototipo la classe, dividendosi in gruppi, doveva: - Partire da una bozza proposta dal docente; - osservare e valutare altri esempi; - registrare delle riflessioni (per gruppo) e rispettiva pubblicazione online per permettere al docente di seguire l’andamento del lavoro; - costruire il primo prototipo; - condurre un workshop per discutere il prototipo con gli utenti finali; - ricostruire il prototipo tenendo conto delle osservazioni degli utenti durante il workshop. scegliere shell e widget

Consideriamo ora un esempio concreto: un docente ha scelto di realizzare una video guida interattiva del suo paese e ne propone una bozza alla classe. La realizzazione del prototipo si inserisce nel curricolo di storia e storia dell’arte, in quanto la realizzazione di tale guida presuppone la conoscenza storico - artistica della zona, relativa al periodo in programma. Gli utenti scelti per tale guida, cioè coloro che usufruiranno del servizio, saranno gli studenti di una classe vicina, quindi medesimo ordine di scuola, che decideranno se la guida sarà utile per studiare storia e storia dell'arte nel proprio contesto. Il docente ha scelto di usare come shell GoogleSites, perché nello sviluppo della learning story ha previsto che i ragazzi lavorino da casa e quindi che la classe abbia bisogno di un supporto online. Inoltre è possibile utilizzare il GoogleSites come repository dei materiali visti in classe o comunque di eventuali altri file che il docente vuole mettere a disposizione dei ragazzi o che i ragazzi vogliono condividere. In questo modo questo sito sarà il punto di riferimento della classe per lo svolgimento della learning story, ma anche lo spazio attraverso cui il docente condivide strumenti, suggerimenti e può supervisionare il lavoro.

Come prima pagina il docente ha inserito il design brief che ha preparato utilizzando Presentation di GoogleDrive, che è un applicazione cloud di Google equivalente a Powerpoint. Dopo aver discusso in classe la presentazione (con il supporto di un proiettore o di una lim), il docente la aggancia nella prima pagina della shell: Poiché la learning story ha uno sviluppo temporale predefinito dal docente, viene condiviso un calendario attraverso cui tutti i ragazzi sono informati delle scadenze. Il calendario può ovviamente essere modificato. Il docente prevede che il lavoro sia svolto in gruppi, e per creare i gruppi è possibile utilizzare un applicativo online che l’università di Aalto ha creato, ovvero Team Up. Questo servizio è una delle iTec tecnologies, costruite per il progetto. In breve: consente di creare gruppi di studenti in relazione a ciò che votano come argomento di lavoro, e consente di effettuare registrazioni audio di un minuto per gruppo. Questo servizio prevede ovviamente due tipologie di accessi, uno per il docente ed uno per gli studenti. Il docente nella shell, crea quindi due pagine per team up. Una personale che lascerà privata, così che i ragazzi non possano accedervi. L’altra per i ragazzi, così che possano accedere a questo servizio attraverso la shell prevista. La creazione dei gruppi avviene in classe con il supporto di Teamup. Una volta creati i gruppi, questi potranno accedere attraverso questa pagina, per effettuare le registrazioni e aggiornare il docente sull’evoluzione del processo. Dalla sua pagina il docente potrà accedere alle registrazioni così da poter seguire gli sviluppi del lavoro ed eventualmente dare suggerimenti. Se i suggerimenti sono utili a tutta la classe possono essere fatti direttamente in classe, altrimenti il docente può intervenire online.

L’altro strumento che ogni gruppo utilizza per tracciare l’evoluzione del processo è un blog, nel quale il docente (ma anche gli appartenenti agli altri gruppi) possono lasciare un commento. Per avere sempre la situazione aggiornata il docente ha creato una pagina che visualizza tutti i feedRss dei blog dei suoi studenti. Questa pagina è pubblica, quindi non soltanto il docente può verificare i progressi dei gruppi, ma anche gli studenti che partecipano ai gruppi stessi. A supporto dello sviluppo della prototipo il docente condivide dei file e dei siti, permettendo ai ragazzi di fare altrettanto. Crea quindi una shell dedicata alle risorse online. Tecnicamente, chiunque può scaricare le risorse, mentre per condividere all’interno della pagina è necessario che si abbia un account gmail abilitato dal docente. Egli crea inoltre un’altra pagina per permettere ai ragazzi di condividere le foto dei sopralluoghi fatti per selezionare i posti da inserire nella guida interattiva.

La pagina è realizzata agganciando degli album di Picasa. Tali album possono essere condivisi, così che chiunque abbia accesso possa inserire direttamente le foto. In questo modo i ragazzi che hanno uno smart phone possono scattare e condividere direttamente, facendo così in modo che la shell raccolga in automatico i loro contributi fotografici. Una volta creati i gruppi e raccolte le informazioni, la tecnologia scelta per effettuare il prototipo di mappa interattiva è Google Maps: è possibile infatti creare delle mappe personalizzate riportando i punti caldi nella mappa, personalizzando le informazioni, ed inserendo foto o link relativi ai luoghi considerati importanti. La mappa, inoltre, può essere consultata anche su dispositivi portatili e risulta quindi adatta ad un’uscita didattica. Il docente crea una pagina nella shell inserendo una mappa personalizzata come esempio per far vedere agli studenti che tipo di prototipo potranno realizzare. Questa pagina ospiterà il prototipo finale degli studenti. A conclusione dell’esempio, il docente si è costruito uno strumento di classe sempre aggiornato e funzionale.

shell e widget tra docente e studente

Come ultimo step iTec suggerisce al docente di progettare uno strumentario tecnologico strutturato (shell + widget), in funzione di una organizzazione dell’attività didattica estremamente puntuale, e di sfruttare le potenzialità organizzative e comunicative delle TIC per andare verso una metodologia sempre più centrata sullo studente.

 

Editing a cura di Francesco Vettori, redazione Indire.

 
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