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PROGETTI DI COLLABORAZIONE

Tirocinio con eTwinning

L'esperienza di alcuni tirocinanti dell’Università di Palermo coinvolti in progetti eTwinning

di Loredana Messineo
02 Dicembre 2014

Scenario Iniziale

La formazione dei docenti di scuola primaria ha subito nell’ultimo decennio innumerevoli cambiamenti probabilmente alla ricerca di una maggiore corrispondenza tra competenze professionali, acquisite in un corso di studi che fino a 20 anni fa era troppo breve, e competenze professionali richieste da una società in continua evoluzione.
Dalla sua istituzione nel 1996 alla sua evoluzione a Laurea Magistrale a ciclo unico, il Corso di studi in Scienze della formazione Primaria ha cercato di rispondere ai bisogni educativi dei futuri docenti attraverso un’attenta lettura dei bisogni educativi dei bambini che presto o tardi avrebbero incontrato nelle aule scolastiche.
Chi sono i bambini di oggi? Che ambiente di apprendimento deve oggi saper costruire un docente? Cosa significa realmente “fare scuola?”

E’ proprio nell’ ampio tempo destinato al Tirocinio, ben 600 ore in quattro anni, e ai laboratori, tra cui due di Tecnologie per la didattica, che gli studenti iniziano ad entrare in una logica di scuola dove il sapere è costruito con i bambini e dai bambini stessi, una scuola dove il dialogo, il confronto e la rielaborazione diventano un must, una scuola dove non c’è più spazio per la trasmissività pena l’insuccesso formativo.

“Il tipo di sapere di cui hanno soprattutto bisogno i bambini è quello che li aiuterà ad acquisire altro sapere" [1]

Gli studenti universitari che hanno realizzato il loro Tirocinio nella scuola cui appartengo, il 3° Circolo Didattico di Bagheria, da sempre hanno respirato aria di Europa.
Hanno vissuto i momenti frenetici delle attività Comenius sviluppate negli anni, incontrato Assistenti di Lingua che hanno lavorato nella nostra scuola, hanno vissuto la quotidianità di eTwinning nelle classi dove hanno svolto il Tirocinio Diretto osservando come questi progetti si leghino in maniera del tutto naturale nel curricolo di classe. E’ in questa cornice che si innestano le attività della sperimentazione dell’inserimento di alcuni studenti universitari nei progetti didattici di collaborazione a distanza avviati con eTwinning.

Infatti quando l’Unità eTwinning mi propose di entrare nel “eTwinning Teachers Training Pilot” con un gruppo di studenti, pensai che inserire attività formative eTwinning nel loro percorso di formazione avrebbe sancito quello che in effetti già facevano a livello informale o almeno quello che creava in loro curiosità didattica e voglia di sperimentare.
Dopo un ampio confronto con la Professoressa Alessandra La Marca, Professore Ordinario di Didattica e Pedagogia Speciale presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università di Palermo, che ha accolto con grande entusiasmo l’idea di introdurre eTwinning nel percorso di Tirocinio, ho iniziato ad introdurre nel mondo eTwinning alcune studentesse a me affidate.

L’esperienza

La sperimentazione è stata avviata con quattro studentesse di terzo anno che sono state messe in contatto con due studentesse dell’Università di Derby per sviluppare insieme un progetto ispirato al Kit eTwinning “My school”.

In un primo momento le studentesse hanno esplorato la piattaforma eTwinning.net sotto la mia supervisione. Era infatti necessario che sapessero ben riconoscere tutte le potenzialità di eTwinning prima di poter proporre loro di iniziare a lavorare con studenti e docenti stranieri. Hanno quindi sintetizzato in una mappa quanto trovato e hanno discusso di quelle che secondo loro potevano essere le difficoltà o gli ostacoli nella realizzazione delle attività con le classi e con i colleghi universitari stranieri. Il pensare alle possibili difficoltà aiuta a restare con i piedi per terra e a costruire progetti fattibili e legati alla progettazione della classe, aiuta ad essere realistici e a pensare ad eTwinning come una delle possibili innovative strategie di insegnamento e a tenerlo dentro le attività di classe senza pensarlo come un lavoro aggiuntivo, un extra indipendente dalle attività scolastiche.

Mentre le studentesse realizzavano lo studio della piattaforma io ero in contatto con la collega inglese per pianificare i tempi e le modalità di lavoro. Questa è stata la parte più complicata perché i tempi di realizzazione del tirocinio nelle diverse Università non coincidono tra loro. Gli studenti dell’Università di Palermo iniziano il loro Tirocinio diretto e indiretto contemporaneamente già ad ottobre e dopo momenti propedeutici con il docente coordinatore si recano nelle classi ad osservare le dinamiche di gruppo e le modalità di gestione di una classe (primo e secondo anno di tirocinio) o a realizzare attività progettate con il docente accogliente (terzo e quarto anno di tirocinio). Gli studenti inglesi invece entrano nelle classi mediamente nel mese di Febbraio. Perciò per la realizzazione del progetto “My school” abbiamo dovuto attendere fino al secondo semestre.
I contatti tra le studentesse coinvolte e le studentesse inglesi associate sono stati mediati da noi supervisori e questa è una delle cose su cui bisognerà riflettere nel prosieguo della sperimentazione. Un contatto diretto fra gli studenti potrebbe essere proficuo soprattutto per quanto riguarda la conoscenza dei vari sistemi di formazione, un confronto fra le modalità di realizzazione del Tirocinio e l’organizzazione Universitaria. Questo darebbe loro anche una visione più ampia di come la formazione dei futuri docenti sia intesa a livello Europeo.
Il prodotto realizzato con i bambini è stato molto interessante: un semplice ebook che ha permesso agli alunni di usare immagini, audio e testo per descrivere la propria scuola. Gli scambi sono stati di tipo asincrono più che altro basati sul caricamento dei materiali nel TwinSpace, la classe virtuale dedicata al progetto, e sulla visione in classe di quanto realizzato dai bambini stranieri. Non è stato possibile, come era auspicabile, un incontro diretto fra i bambini online più che altro per la differenza delle regole sulla privacy di cui è necessario tenere conto e discutere anticipatamente con i partner quando si prepara un progetto.
In linea di massima l’esperienza è stata positiva perché ha dato modo alle studentesse di prendere dimestichezza con il TwinSpace di eTwinning e di comprendere come coniugare la progettazione eTwinning con la progettazione curricolare.

Gli sviluppi futuri

Forti dell’esperienza dello scorso anno, analizzando punti forti e punti deboli, la partecipazione al Pilot del nuovo anno 2014/15 potrà sicuramente avere un taglio diverso.

Si è discusso molto durante il meeting di Manchester su cosa sia più conveniente fare, se un progetto tra tutor con gli studenti associati in seguito o progetti fondati dai soli studenti. I primi contatti e scambi intercorsi con l’Università islandese (University of Iceland, School of Education, Department of Teacher education) e quella spagnola (University of Rey Juan Carlos, Madrid) ci indirizzano verso la prima ipotesi, ossia docenti tutor coordinatori, docenti tutor accoglienti nelle scuole ospitanti e studenti che lavorano insieme ad un unico semplice progetto eTwinning.

In questa esperienza di formazione iniziale, penso sia necessario attuare la teoria dell’apprendistato cognitivo accompagnato da un’intensa attività di riflessione e di concettualizzazione di quanto si impara. Lasciare subito soli gli studenti davanti ad un’esperienza così complessa che richiede competenze organizzative, didattiche, relazionali e linguistiche potrebbe essere controproducente.

Modelling - In un primo momento lo studente guarda il tutor in azione, si appropria delle modalità e del linguaggio specifico che sottende allo sviluppo di un progetto eTwinning

Coaching - Quindi lo studente inizia la sua azione sotto la guida esperta del tutor che supervisiona la sua attività formativa

Scaffolding - A questo punto il tutor fornisce spunti di riflessione e prepara situazioni (contatti e scambi) favorevoli all’apprendimento che permettano allo studente di entrare pienamente nella logica operativa di eTwinning fornisce continui feedback e supporta l’apprendimento per scoperta.

Fading - Infine il tutor lascia autonomia di azione allo studente che può realizzare con la classe parte delle attività di progetto e soprattutto di documentazione dei prodotti e dei processi attivati.

Per il momento tra le azioni in programma già avviate dall’Università di Palermo per l’anno accademico in corso c’è l’introduzione di eTwinning nelle attività del laboratorio di Tecnologie didattiche II e la formazione dei docenti coordinatori e accoglienti.
Da ottobre a Novembre 2014 abbiamo già attuato la prima fase e le 48 ore di laboratorio di “Tecnologie per la didattica” sono state realizzate tenendo come filo conduttore eTwinning e l’idea di sviluppare un progetto a distanza con l’ausilio delle tecnologie.

I ragazzi hanno esplorato il sito eTwinning nella parte pubblica, hanno realizzato mappe e poster multimediali su eTwinning e su argomenti ad esso correlati.
Qui un semplice esempio e poi hanno esplorato alcuni software con l’intento di usarli per condividere a distanza informazioni con i partner e collaborare con loro nella realizzazione di progetti condivisi.
Ecco un esempio divertente di come gli studenti hanno risposto alla domanda “e se dovessi insegnare ai partner stranieri il significato della gestualità comunicativa tipicamente italiana come lo faresti?”
Ecco la risposta simpatica: prima parte e seconda parte.

In quest’anno accademico 2014/15 mi sono stati affidati inoltre due studenti Erasmus provenienti dalla Spagna che hanno scelto di frequentare parte del loro ultimo anno di Scienze della Formazione Primaria a Palermo.
Ho proposto loro di realizzare il Progetto di quarto anno con eTwinning e sono sembrati entusiasti. Poiché in Spagna gli studenti nell’ultimo anno di corso devono scegliere uno degli ambiti di specializzazione tra Musica, Lingua Inglese e Motoria, i due studenti hanno pensato di realizzare un progetto che potesse anche rientrare nel campo delle loro possibili specializzazioni. In questo momento quindi, sono in piena fase di studio per la preparazione di un progetto che, tenendo conto delle competenze di base che gli alunni devono raggiungere in musica e lingua straniera, si snodi attraverso un percorso divertente di body percussion and languages da realizzare con alunni italiani di quinta e con alunni di scuole straniere. E come in tutte le mie attività di formazione eTwinning, non potrò fare a meno di raccomandare loro di tenere mente la regola KISS: Keep It Simple and Short.

Vedremo i risultati!


Loredana Messineo insegna nella scuola primaria da 25 anni.
Dal 2006 è entrata a far parte della Community di eTwinning assumendo nel 2007 il ruolo di referente pedagogico per la Regione Sicilia. Ha al suo attivo diversi progetti eTwinning realizzati con successo e numerose attività di formazione portate avanti con il Team degli ambasciatori regionali.
Da tempo è impegnata nell’azione di formazione docenti nell’ambito delle tecnologie gestite da Indire, dal lontano Fortic alle più recenti formazioni Didatec.

E’ Tutor Coordinatore di Tirocinio presso la Facoltà di Scienze della Formazione Primaria di Palermo e la crescente curiosità che gli studenti hanno dimostrato nei confronti di quanto osservato in classe durante il Tirocinio diretto, l’ha portata a considerare la fattibilità della diffusione di eTwinning anche tra i futuri docenti

 


Bibliografia

D. Smeriglio, Il cervello connesso. Ipotesi di una didattica futura, Franco Angeli, Milano, 2012.

R. Gallelli, G. Annacontini, E. Brain, Sfide formative dei nativi digitali, Franco Angeli, Milano, 2011.

H. Jenkins, Culture partecipative e competenze digitali, Guerini Studio, Milano, 2010.

S.Papert, I bambini e il computer, Rizzoli, Milano 1994

D Buckingham, Media Education. Alfabetizzazione, apprendimento e cultura contemporanea, Erickson,2006

 

 

 

 

 

 



[1] S.Papert i bambini e il computer, Rizzoli, Milano 1994

 
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