di Massimo Acciai
19 Novembre 2003
Nel linguaggio pubblicitario "Portfolio" indica una raccolta di testi e immagini destinati alla promozione di un nuovo prodotto o di una linea di prodotti; in senso più generale indica un inserto illustrato di un quotidiano o di un periodico su un particolare argomento, oppure un album dove sono raccolte fotografie per corredare il curriculum di un attore o di una fotomodella. In senso ancora più ampio "Portfolio" indica una raccolta di dati e documenti su uno stesso argomento, insomma un dossier. Nel contesto della riforma della scuola promossa dalla ministra dell’Istruzione Letizia Brichetto Moratti, “Portfolio” rientra in quest'ultima definizione: si tratta in parole povere di un dossier sull'alunno, redatto fino dalla scuola primaria, che vorrebbe rivoluzionare l'insegnamento.
Vediamo dunque di capire cos’è in concreto questo Portfolio di cui tanto si parla.
Per far luce su questa parola di origine anglosassone ricalcata sull’italiano “portafoglio” (ma l’etimologia non tragga in inganno, il significato è lontano), dobbiamo partire dalla legge 53 del 2003 e dalle Indicazioni nazionali per i Piani di Studio Personalizzati nella Scuola Primaria, il cui testo spiega, a proposito del “portfolio delle competenze individuali” che si tratta di “ una collezione strutturata, selezionata e commentata/valutata di materiali particolarmente paradigmatici prodotti dallo studente, che consentono di conoscere l'ampiezza e la profondità delle sue competenze e, allo stesso tempo, della maggiore o minore pertinenza degli interventi didattici adottati". Certo una definizione da addetti ai lavori, non comprensibile per tutti. In termini più semplici, si tratta di una raccolta ordinata di documenti di varia natura: materiali realizzati dagli alunni, come disegni, temi, prove scolastiche significative, persino materiale multimediale (soprattutto negli Stati Uniti dove la tecnologia è più diffusa e il Portfolio è una realtà ormai consolidata); documenti prodotti dai docenti, quindi schede di valutazione personali riguardanti le varie materie, annotazioni sull’atteggiamento tenuto in classe, le motivazioni, i punti deboli dello studente; la famiglia, infine, contribuisce con commenti sul lavoro che lo studente svolge a casa.
Ma chi seleziona tutto questo materiale? Chi lo aggiorna? A questo punto entra in gioco una nuova figura, prevista dalla legge 53: il Tutor. Si tratta di un insegnante che fa da ponte tra studenti, insegnanti e famiglie: svolge in pratica un ruolo di coordinatore ed è lui che compila il Portfolio. La sua presenza è particolarmente rilevante nella scuola elementare, dove è attivo durante l’80% delle ore complessive di presenza degli alunni. E’ lui che tiene aggiornato il Portfolio, in collaborazione con gli altri docenti che selezionano una parte degli elaborati raccolti.
La scelta degli insegnanti servirà all’alunno a farsi un’idea di come proceda il suo lavoro, ma sarà la scelta dell'alunno stesso ad avere più importanza. Questa scelta fornirà, infatti, agli insegnanti l’immagine di come l'alunno vede il proprio lavoro e giudica quindi i risultati raggiunti nel corso dell’anno scolastico. Il Portfolio, almeno nelle intenzioni, permetterebbe ai ragazzi di instaurare un dialogo stimolante con gli altri soggetti coinvolti nel suo percorso formativo – gli insegnanti e i genitori – e di diventare protagonisti della propria formazione.
Lo scopo del Portfolio è dunque permettere una valutazione più “autentica” e trasparente dell’alunno, in modo che egli stesso venga ad assumere un ruolo centrale, attivo. Sta qui il carattere rivoluzionario del progetto: la valutazione è gestita anche dallo studente e non unicamente dall’insegnante, come avviene invece nella valutazione tradizionale e in più coinvolgendo la famiglia che sarà così chiamata a partecipare alla vita scolastica.
Da non dimenticare poi che il Portfolio rappresenta anche uno strumento di autovalutazione per l'insegnante: esiste infatti un portfolio dell’insegnante, da lui stesso compilato.
di Massimo Acciai, redazione webzine [m.acciai@indire.it]
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