Approfondimento

“Migliorare la Scuola”: intervista al ricercatore Indire, Francesco Vettori

La redazione di Memory Safe a margine del convegno “Migliorare la Scuola”, che si è svolto a Napoli il 14 e 15 maggio, ha intervistato il ricercatore Indire, Francesco Vettori, sul tema del miglioramento del sistema scolastico con un particolare riferimento alla cultura della salute e sicurezza.

Francesco Vettori si è occupato presso l’Università di Bologna di epistemologia, quindi con il Laboratorio di Strategie della  Comunicazione dell’Università di Firenze di linguaggi multimediali. Oggi si interessa dei rapporti fra tecnologie tradizionali, come il libro, e nuove, come le digitali.

1) Quanto una prospettiva gestionale per il miglioramento della qualità influenza l’approccio culturale all’interno della scuola?

“In passato il punto di vista prevalente e condiviso era quello di una riforma di tipo strutturale, però imposta dall’alto. Più recentemente si è mirato su singoli interventi che andassero a migliorare punti specifici. La stessa Elena Ugolini nel suo intervento ha sottolineato come oggi sia plausibile un cambiamento non tanto a livello amministrativo o legislativo, quanto per promuovere il coinvolgimento personale dei docenti. Il miglioramento infatti può realizzarsi anche a piccoli passi e in misura quotidiana dall’istituto, dal docente e dallo studente. In questo modo non si parla di scuola in termini generici ma contestualizzati, il che identifica il ruolo della scuola singola e permette un chiaro riconoscimento sociale di chi vi lavora. E’ però fuori discussione anche la necessità di una riforma complessiva, che tenga conto di tutto questo.”

2) Qual è il ruolo della cultura della sicurezza nella visione futura della scuola?

“Una delle funzioni della scuola sta nel dar risalto ad alcune necessità ineludibili come la sicurezza, cioè un comportamento quotidiano che realizza due cose fondamentali: non mettersi in situazioni di pericolo e perseguire, grazie a uno stile di vita sicuro e salutare, il proprio benessere. La scuola può veicolare, in modo permanente, un sapere fatto non di slogan proclamati all’occorrenza ma che si concretizza in comportamenti interiorizzati da tutti. Il fatto che ‘previeni se conosci’ è determinante: a scuola, e fuori, si impara non solo da quanto è detto esplicitamente ma soprattutto da ciò che è comunque osservato e vissuto.”

3) Gli esiti della valutazione possono riferirsi ad altri tipi di competenze non prettamente scolastiche?

“Anche a scuola si acquisisce un sapere non strettamente formale e disciplinare che ha bisogno di un approccio alternativo quando lo si voglia valutare. Mi riferisco per esempio alle cosiddette competenze di cittadinanza, sempre in trasformazione che, anche per questo, andrebbero coltivate e meglio intese.”

4) Luogo e spazio come possono contribuire a “migliorare la scuola”?

“Prima di tutto occorre distinguere bene fra i due concetti di luogo e spazio. Il sociologo tedesco Ferdinand Tonnies sostiene che la società tende alla standardizzazione, se si fonda su criteri di stringente razionalità, mentre una comunità nasce quando prevalgono la partecipazione spontanea e il sentimento di appartenenza. Al luogo corrisponde, in questi termini, la comunità e allo spazio la società. Mentre il secondo è omogeneo e riproducibile, il primo trova la sua ragion d’essere soprattutto nel fatto che una comunità, per usare i termini di sopra, gli riconosce delle caratteristiche che lo distinguono dal resto, inesistenti altrove. Bisogna quindi sottolineare per un verso quel che costituisce le sue specificità, si pensi alle eccellenze territoriali, e per l’altro sfruttare invece le possibilità della riproduzione e mi vengono in mente i mezzi d’informazione e comunicazione digitale, in grado di veicolare ovunque grandi quantità di dati.”

5) Qual è l’importanza di strutturare una rete tra gli istituti per la condivisione della conoscenza?

“Fare rete significa circolazione della conoscenza e scambio delle proprie esperienze. Dare voce anche a chi di solito non può raccontare le proprie storie è un modo per responsabilizzare gli individui. Istituti, docenti e studenti entrano sempre più in contatto per condividere idee, pratiche e strumenti, dentro e fuori la scuola, e ciò senza dubbio contribuisce a migliorarla. A questo punto, un passo certamente necessario sta nel dar significato anche con criteri inediti e quindi scegliere tra l’enorme massa di fonti, informazioni e materiali ogni giorno sempre più disponibili.”

Francesco Vettori