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Norme tecniche: Linee guida edilizia scolastica 2013

«La classe è obsoleta». Con queste parole l’architetto Prakash già nel 2011 evoca la necessità di un ripensamento dello spazio didattico, additando come un’eredità della rivoluzione industriale la classe organizzata in file di banchi allineati in uno spazio ristretto. In Italia i primi segnali di un cambiamento nel processo di riflessione sulla funzione degli spazi scolastici è stato avviato con una ricerca di tipo osservativo condotta da «Indire» nel 2012. La ricerca ha poi supportato l’attività di progettazione delle «Nuove linee guida per l’edilizia scolastica» pubblicate dal MIUR nel 2013. E nell’attesa delle specifiche tecniche, diverse scuole si sono comunque cimentate nell’avviare percorsi di riflessione sul rapporto tra spazio e apprendimento e hanno cominciato ad esplorare nuove modalità di uso dello spazio nonostante i limiti strutturali dovuti all’impossibilità di cambiare in maniera incisiva gli spazi della scuola. Nelle Linee Guida sono descritti cinque spazi paradigmatici identificati come modelli significativi di ambienti di apprendimento, basati su una logica di tipo «prestazionale» che li rende versatili rispetto agli obiettivi di apprendimento purché si utilizzino arredi mobili, confortevoli, in grado di supportare attività didattiche differenziate, spesso accompagnate dall’utilizzo di tecnologie digitali in rete. Spazio Agorà, Spazio Classe, Spazio Laboratoriale,Spazio Individuale e Spazio Informale, descritti nelle «Linee guida dell’edilizia», costituiscono dei micro ambienti e rappresentano l’alternativa al modello concettuale tradizionale. L’obiettivo è quello di avviare un processo di cambiamento ad un livello intermedio prima di arrivare a costruire scuole senza classi o con spazi così poco connotati da renderli modificabili a semplice richiesta degli utenti, studenti e docenti.
(fonte: Cannella, G. Lo spazio informale: dalle Linee guida per l’edilizia scolastica alla realizzazione pratica. In «Turris Babel», 97, Fondazione Architettura Alto Adige, Bolzano.)


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Le Linee Guida rinnovano i criteri per la progettazione dello spazio e delle dotazioni per la scuola del nuovo millennio. Per questo motivo si discostano dallo stile prescrittivo delle precedenti, risalenti al 1975. La nuova logica, infatti, è di tipo “prestazionale”, e rende i criteri di progettazione più agevolmente adattabili alle esigenze didattiche e organizzative di una scuola in continuo mutamento. Vengono dunque riconfigurate la architetture interne, proponendo una concezione dello spazio differente da un modello di organizzazione della didattica rimasto ancorato alla centralità della lezione frontale. Le nuove Linee Guida propongono invece spazi modulari, facilmente configurabili e in grado di rispondere a contesti educativi sempre diversi, ambienti plastici e flessibili, funzionali ai sistemi di insegnamento e apprendimento più avanzati. Se infatti cambiano le metodologie della didattica, superando l’impostazione frontale, anche la realizzazione degli edifici scolastici dovrà rispondere a parametri e criteri architettonici e dell’organizzazione dello spazio del tutto nuovi.