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Ricerca per l'innovazione della scuola italiana

Leadership for Equity – L4E

Il progetto di ricerca Leadership for Equity – L4E nasce in seguito alla sospensione delle attività didattiche in presenza dovuta alla diffusione del nuovo coronavirus.

Con l’introduzione della didattica a distanza quale modalità ordinaria di insegnamento/apprendimento, sono emerse nuove criticità, ma anche nuove e straordinarie opportunità per ripensare il modo di fare e di ‘essere’ scuola.

L’emergenza sanitaria ha accresciuto le disuguaglianze sociali e ha portato alla luce le grandi differenze che esistono sia tra scuole, sia tra gli insegnanti all’interno delle scuole. Sul piano organizzativo, la pandemia è l’esempio di una situazione emergenziale di eccezionale gravità che ha richiesto una discontinuità strategica e l’esigenza di gestire il cambiamento su una scala collettiva.

Aspetti come le capacità di leadership didattica del dirigente scolastico, l’atteggiamento collaborativo degli insegnanti, la propensione all’adattamento, il senso di comunità, la presenza di una leadership distribuita hanno mostrato tutta la loro rilevanza nel determinare il tipo di risposta che le scuole sono state capaci di dare nell’emergenza.

In considerazione dello scenario descritto, il progetto di ricerca ha l’obiettivo di identificare e analizzare quali modelli organizzativi abbiano consentito una prontezza all’adattamento ai cambiamenti di contesto conseguenti al lockdown.

In particolare sono analizzate, con metodi prevalentemente qualitativi, le pratiche messe in campo per rispondere all’emergenza e per costruire una comunità professionale di apprendimento capace di garantire l’inclusione di tutti gli studenti e la partecipazione e il coinvolgimento delle famiglie durante il periodo di didattica a distanza.

Fortemente connesso all’attività di ricerca sui modelli di governance, questo progetto prende le mosse da una collaborazione con il gruppo di ricerca coordinato da Angelo Paletta, professore presso il Dipartimento di Scienze Aziendali dell’Università di Bologna.

La ricerca prevede il coinvolgimento di circa 25 istituti scolastici ed enti di formazione: 

IIS “Savoia Benincasa” (Ancona); Liceo “Attilio Bertolucci” (Parma); IC 3 di Modena; ITT “Artemisia Gentileschi” (Milano); IC di Lozzo Atestino (PD); I Circolo didattico S. Filippo (Città di Castello – PG); IC Civitella-Torricella (Civitella del Tronto – TE); IC “Daniele Spada” (Sovere – BG); Liceo “Antonio Vallone” (Galatina – LE); IPPSEOA “Bernardo Buontalenti” (Firenze); ISIS “Arturo Malignani” (Udine); IPPSEOA “Pietro Piazza” (Palermo); IIS “Leopoldo Pirelli” (Roma); IC Japigia1-Verga (Bari); Scuole “Alessandro Manzoni” (Bologna); Liceo “Antonio Pacinotti” (Cagliari); Istituto Omnicomprensivo “Angelo Musco” (Catania); IIS Verona-Trento (Messina); Liceo “Enrico Fermi” (Genova); ITT “Giordani-Striano” (Napoli); ITE “Piria-Ferraris” (Reggio Calabria); IIS “Enzo Ferrari” (Susa – TO); Liceo “Galileo Galilei” (Dolo – VE); ITT “Marco Polo” (Firenze); CPIA di Formia (LT); Associazione Formazione Professionale Patronato San Vincenzo (Bergamo).