Formazione per mediatori culturali
Progetto – Modello Formativo per Mediatori Culturali
CUP – B55B18000500001
PON “Inclusione” – CCI n.2014IT05SFOP001
Asse 4 – “Capacità amministrativa”
Priorità di intervento 11.ii – “Rafforzamento delle capacità di tutti i soggetti interessati che operano nei settore dell’istruzione della formazione permanente, della formazione e delle politiche sociali e del lavoro, anche mediate patti settoriali e territoriali di mobilitazione per una riforma a livello nazionale, regionale e locale”
OS 11.3 – “Miglioramento delle prestazioni della pubblica amministrazione”
Azione 11.3.3 – “Azioni di qualificazione ed empowerment”
Referente del progetto e della Linea di Ricerca – Dott. Fausto Benedetti
Nell’ambito della programmazione comunitaria 2014-2020, il PON Inclusione, cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo, propone misure e servizi innovativi contro la povertà e la marginalità sociale.
L’Autorità di Gestione del PON Inclusione è la Direzione Generale per la lotta alla povertà e la programmazione sociale del Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali.
Il PON Inclusione intende:
- sostenere la definizione di modelli di intervento comuni in materia di contrasto alla povertà;
- promuovere, attraverso azioni di sistema e progetti pilota, modelli innovativi di intervento sociale e di integrazione delle comunità e delle persone a rischio di emarginazione.
L’UNAR – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali è stato individuato quale Beneficiario del PON Inclusione per attuare gli interventi previsti nell’Asse 3 “Sistemi e modelli d’intervento sociale” e nell’Asse 4 “Capacità amministrativa” sulla base della Convenzione (18/04/2016) sottoscritta con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Direzione Generale per l’Inclusione e le Politiche Sociali.
In tale contesto si inserisce l’accordo di collaborazione in essere tra UNAR e INDIRE del 15/06/2018 che è diretto alla realizzazione del progetto “Modello formativo per mediatori culturali” a valere sul PON Inclusione FSE 2014/2020 – Asse 4 “Capacità amministrativa” – Priorità di intervento 11.ii “Rafforzamento delle capacità di tutti i soggetti interessati che operano nei settore dell’istruzione della formazione permanente, della formazione e delle politiche sociali e del lavoro, anche mediate patti settoriali e territoriali di mobilitazione per una riforma a livello nazionale, regionale e locale” – OS 11.3 “Miglioramento delle prestazioni della pubblica amministrazione” – Azione 11.3.3 “Azioni di qualificazione ed empowerment delle istituzioni, degli operatori e degli stakeholder”.
Tale accordo prevede una specifica attività rivolta ai mediatori culturali e diretta a qualificare il loro intervento di mediazione con il fine di rimuovere gli ostacoli ed i potenziali conflitti che potrebbero generarsi tra coloro che, vittime di discriminazione, usufruiscono dei pubblici servizi e coloro che, per finalità istituzionali, erogano servizi alla collettività. In particolare, l’attività sarà realizzata mediante:
- L’elaborazione e sperimentazione di un modello formativo rivolto ai mediatori culturali, in grado di generare le competenze necessarie ad un approccio che riguardi i processi di inclusione e la gestione dei conflitti sociali;
- La diffusione e pubblicizzazione dell’iniziativa attraverso i convenzionali canali di comunicazione e tramite contatti diretti con le Istituzioni ove i mediatori culturali principalmente operano.
Dall’analisi di contesto condotta dall’Indire emerge infatti che nella maggior parte dei processi di accoglienza è diventata protagonista l’azione della mediazione culturale. Le relative figure sono ormai presenti in ogni struttura dove avviene uno scambio fra PA e cittadino straniero: sistemi di accoglienza di migranti e stranieri, Questure, Prefetture, Centri per l’impiego ed Enti Locali che offrono servizi alla persona, ecc.
Il Mediatore Interculturale risulta quindi un professionista che svolge soprattutto:
- attività di interpretariato linguistico, traduzione e orientamento culturale;
- una funzione di “ponte” tra i bisogni dei migranti o dei cittadini stranieri e le risposte offerte da enti pubblici e strutture private italiane.
Risulta di conseguenza fondamentale e necessario approntare strumenti per la loro costante qualificazione professionale.
Il progetto prevede infatti la sperimentazione di un Corso di alta formazione per Mediatori culturali rivolto soprattutto, ma non solo, ai mediatori che già esercitano tale professione e finalizzato a:
- garantire competenze in ambito giuridico, sociale, linguistico, culturale;
- fornire ai Mediatori interculturali una formazione concreta ed effettiva dei principi di non discriminazione e parità di trattamento che orientano la cultura giuridica europea.
Il modello formativo innovativo adottato si avvarrà dell’ambiente elearning realizzato dall’Indire in collaborazione con l’Università Telematica degli Studi IUL che risulterà:
- improntato sull’esigenza di creare le capacità e le abilità professionali dei mediatori culturali;
- finalizzato a rimuovere gli ostacoli ed i potenziali conflitti tra coloro che usufruisco e coloro che erogano servizio pubblici.
Tale modello è caratterizzato da una metodologia che pone lo studente al centro del percorso formativo, dalla possibilità di accesso ai materiali didattici (video lezioni, podcast, materiali di studio, forum tematici, ecc.) in ogni momento e da qualsiasi luogo, da un’attenta assistenza da parte dei docenti e dei tutor altamente qualificati ed infine dall’acquisizione di conoscenze immediatamente sperimentabili e spendibili in ambito professionale.
Quadro normativo di riferimento
Tale progetto verterà su:
- Direttiva 2000/43/CE del 29 giugno 2000: attua il principio della parità di trattamento fra le persone, indipendentemente dalla razza e dall’origine etnica;
- Direttiva 2000/78/CE del 27 novembre 2000: stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro.
In attuazione di queste Direttive, l’Italia ha predisposto:
- D.Lgs n. 215/2003 e D.Lgs n. 216/2003 per la promozione del principio di parità di trattamento delle persone, indipendentemente dalla razza e dall’origine etnica, età, religione, disabilità, orientamento sessuale, convinzioni personali.
Il progetto tiene conto anche della normativa nazionale e regionale sulla formazione professionale del mediatore culturale che si concentra su tre principi fondamentali che sono alla base anche del percorso formativo:
- pari opportunità di tutti i cittadini nell’accesso ai servizi dello Stato e nel rispetto dei diritti e doveri di ciascuno;
- partecipazione attiva alla vita sociale, alle attività lavorative ed educative;
- formazione per la conoscenza e la valorizzazione delle differenze, al fine di contrastare atti ed atteggiamenti discriminatori.
La normativa di riferimento che disciplina la professione del mediatore culturale si basa su:
- D.Lgs n. 276/2003;
- Testo unico in materia di Immigrazione, proprio del D.Lgs n. 286/1998 e relativo regolamento di attuazione (art. 45 D.P.R. n. 394/1999).
In relazione alle pari opportunità e all’integrazione sociale, il ruolo del mediatore è infine ribadito da:
- Piano per l’Integrazione nella Sicurezza, con particolare riferimento al lavoro e ai servizi di base.