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Quando lo spazio insegna

Scuole Innovative

Vittra TelefonPlan

Stoccolma, Svezia

nuove architetture per la Scuola del nuovo millennio

Senza pareti senza classi

Il modello architettonico e didattico-organizzativo alla base di TelefonPlan

Stoccolma, Svezia

guarda la presentazione ↓

Senza pareti senza classi

Il modello architettonico e didattico-organizzativo alla base di TelefonPlan

Stoccolma, Svezia

Esterno edificio - VITTRA Telefonplan

Luogo
Stoccolma, Svezia
Anno di costruzione
2011
Architetto
Rosan Bosh
Edificio
Ex complesso industriale
             Ericcson
Mq realizzati
600 (da realizzare:
                     700)
Capienza
250 studenti
N°; docenti
8 (età media: 35)
N° studenti
150 (età da 6 a 11 anni)

L'edificio originale era la carpenteria della Ericcson dove si producevano i telefoni. Per motivi di vincoli architettonici l'esterno è stato solo rimodernato ma la struttura originale non è stata modificata..
La scuola Telephonplan appartiene al Consorzio Vittra. Il consorzio privato possiede 35 scuole in Svezia e altre in Norvegia, Danimarca ed Estonia. L'edificio è stato completato nell'estate del 2011 ed è stato aperto agli studenti nell'agosto 2011.
La scuola può accogliere fino a 250 studenti, ma al momento ve ne sono 150 in quanto per lo start-up del progetto si è preferito partire con numeri piccoli.
L'età degli studenti va dai 6 agli 11 anni anche se la scuola dovrebbe servire il segmento scolastico che va dai 6 ai 16 conformemente al piano di scolarizzazione svedese. Gradualmente verranno accolti altri studenti.
In previsione di questo, il consorzio ha messo un'opzione per l'acquisto dell'edificio vicino in modo da ampliare i locali scolastici e garantire gli spazi necessari alla didattica per una fascia di età così ampia.

Il contesto



La scuola si colloca in un’area industriale riqualificata come
"polo creativo". L'area era di proprietà della Ericcson.

La compagnia telefonica ha poi lasciato il sito che è stato trasformato.



Nell'area oltre a ristoranti, palestre e appartamenti sono stati inseriti le sedi dell'Accademia delle Belle Arti", la "Design Hall" e alcune gallerie.

Accanto ai nuovi edifici esistono strutture che appartenevano al complesso industriale. Una di queste è la sede della scuola Vittra-Telephonplan.

La piantina

L’edificio ha una superficie di circa 600mq ed è strutturato su due livelli. La struttura della carpenteria Ericcson è stata conservata creando un grande open-space, rialzato rispetto al livello della strada, all'interno del quale si collocano gli spazi in cui gli insegnanti e gli studenti fanno lezione. Dal sopraelevamento dell'area "didattica" è creato uno spazio dove è stata ricavata la mensa e alcune stanze che vengono adibite a laboratori.

L’ingresso

Gli studenti arrivano a scuola e si tolgono le scarpe.


Lo spogliatoio

Gli studenti depositano le giacche, le scarpe e gli zaini negli armadietti.


Il laboratorio

Il laboratorio è uno dei cinque ambienti messi a disposizione. La riflessione fatta dalla scuola parte infatti dal presupposto che l’apprendimento avviene in modalità e momenti diversi. Certamente l’erogazione del contenuto da parte del docente è uno di questi, ma non può essere l’unico. Il laboratorio si propone quindi come un luogo polifunzionale dove recuperare la dimensione manipolativo-esperenziale.


L’area di ritrovo informale

Le aree di ritrovo informale costituiscono un altro dei momenti chiave dell’apprendimento. Possono essere paragonate alla macchinetta del caffé negli uffici degli adulti, sono ugualmente importanti nelle dinamiche con i più piccoli.


I lavori di gruppo

Il lavoro di gruppo gioca un ruolo chiave nella filosofia di Telefonpan. Le lezioni iniziano con una parte erogativa nel corso della quale i docenti spiegano i contenuti e danno le indicazioni per i lavori di gruppo che iniziano quasi subito. I ragazzi, molto responsabilmente e in maniera ordinata, si dividono in gruppi, raggiungono luoghi diversi della scuola a seconda del compito che devono svolgere e si riuniscono quando la docente dice loro di farlo. Non esiste la campanella, quindi ognuno di loro è tenuto a rispettare i tempi e le consegne. Se queste ultime non vengono completate devono essere portate a casa sotto forma di compiti.


La caverna

La caverna è un luogo personale e privato nell’ambito del quale ciascuno di noi trova le condizioni per riflettere o leggere in silenzio. Questo avviene nel più ampio rispetto degli stili cognitivi dei ragazzi: mentre alcuni sono infatti in grado di leggere nella confusione della metro, altri non vi riescono. La caverna nasce per dare una risposta a stili e bisogni diversi. è anche un luogo importante dove fare attività che richiedono il più totale silenzio come, ad esempio, finalizzare un montaggio audio.


La caverna /2

La caverna è anche un luogo privato e personale di un bambino diversamente abile che ha bisogno di un ambiente controllato e non dispersivo. Di nuovo, lo spazio incontra i bisogni dei singoli.


Il teatro

Il teatro è il luogo dove si mostrano i lavori dei gruppi (un blog/un video, una presentazione…), dove si vede un film, dove ci si esibisce in una rappresentazione teatrale.


5 ambienti

A volte è necessario riunirsi in gruppo, altre abbiamo bisogno di uno spazio personale e racchiuso per riflettere, o di luoghi dove poter lavorare con le mani, la voce ed il corpo, spazi dove ascoltiamo una persona che parla o dove mostriamo i risultati dei lavori di gruppo. I cinque ambienti della scuola Telefonplan rispondono a ciascuna di queste esigenze.

Interviste

Questa intervista chiarisce le basi della riflessione che ha condotto alle scelte messe in atto da Telefonplan, ovvero da dove origina la necessità di rivedere e riorganizzare gli spazi dell’apprendimento.



Ante Runnquist
Responsabile ricerca
Dipartimento Ricerca e Sviluppo consorzio Vittra

Jannie Jeppesen
Dirigente Scolastica

La giornata tipo in Telefonplan

alle 08.30
 assemblea
09.00-11.30
lezione nei gruppi misti
11.30-12.00
pranzo
12.30-15.00
lezione nei gruppi misti
15.00-18.00
attività pomeridianE
                   
ricreative/facoltative
 



 



Non esiste la campanella

La scuola è aperta dalle ore 7.00 alle ore 18.30. I ragazzi entrano a scuola tra le 7.00 e le 8.30 al massimo, ora di inizio dell’assemblea. Ciascuno studente è abbinato ad un “responsible teacher”, una specie di tutor, che lo segue durante tutto l’anno scolastico. L’assemblea si svolge proprio in presenza del tutor ed ha la durata di mezz’ora. In questo arco di tempo il tutor prende le presenze, le registra in una piattaforma alla quale le famiglie hanno accesso e dove vengono registrati anche i voti. Oltre a prendere le presenze il tutor fa condividere ai ragazzi quello che hanno fatto il giorno precedente e li invita a ragionare su come pensano che sarà organizzata la giornata presente, dopodichè li smista dai rispettivi docenti. Dalle 9.00 alle ore 15.00 (con mezz’ora di intervallo ed un’ora di pausa pranzo) gli studenti lavorano con docenti diversi in base ad un’aggregazione per competenze. Non esiste quindi il concetto di 1A/1B ecc. ma di gruppi eterogenei che ruotano nel tempo in base ai progetti disciplinari o pluridisciplinari. Ciascun gruppo può essere composto di ragazzi di 9-10-11 anni e, in alcuni casi, anche da bambini più piccoli. I lavori durano in media due mesi dopo i quali gli studenti vengono riassemblati secondo nuove modalità. All’inizio dell’anno scolastico la scuola dedica due intere settimane alla profilatura degli studenti per mapparne conoscenze, competenze, abilità, attitudini e potenzialità. Questa fase è fondamentale perché su di essa si basano i lavori dei gruppi di tutto l’anno.
Nel corso del pomeriggio si svolgono le attività ricreative che sono facoltative. Solo per queste attività la famiglia è tenuta a corrispondere alla scuola una cifra di circa 100 euro al mese, mentre le ore obbligatorie di scuola non gravano di costi aggiuntivi sulle famiglie. Ai bambini viene consegnato un portatile in comodato d’uso.

L'assemblea

L’incontro con il tutor.


La lezione

La docente spiega la lezione e dopo circa mezz’ora divide i ragazzi in gruppi di lavoro.


I lavori di gruppo

I ragazzi così divisi, lavorano ai compiti che ha dato la docente (ad es. la ricerca di immagini/testi/video per la stesura di una ricerca multimediale).


I lavori di gruppo /2


La ricreazione

I ragazzi hanno mezz’ora di pausa che trascorrono all’esterno se il tempo lo permette o nella palestra.

Di nuovo al lavoro

Finita la ricreazione si torna al lavoro in uno dei tanti ambienti adibiti a questo fine.


Di nuovo al lavoro /2


Di nuovo al lavoro /3


Il laboratorio

Alcuni momenti prevedono anche attività di natura laboratoriale.


Il supporto della docente

Quando gli studenti lavorano in gruppo la docente interviene se interpellata per risolvere e discutere con loro dei problemi incontrati.


Le attività pomeridiane e ricreative

Le attività pomeridiane prevedono lezioni di musica, arte, disegno, sport ecc.


La palestra/discoteca

La palestra ospita le attività di educazione motoria ma può essere anche funzionale per giochi, balli o karaoke.


La palestra/discoteca /2


Interviste

Questa intervista racconta la scuola da tre diverse prospettive: quella del genitore che decide di iscrivere i propri figli, quella della docente che vi lavora e quelle degli studenti.



Genitore
Membro del consiglio dei docenti

Frida Monsén
Docente di Svedese

La torre di Babele

È un progetto svolto in collaborazione con l’Accademia delle Belle Arti, collocata nella stessa area in cui è situata la scuola.


La rivisitazione del concetto di libro

I ragazzi hanno reinterpretato in modo personale il concetto di libro.


La libreria espansa

La libreria è uno dei servizi che, per legge, deve essere presente nelle scuole svedesi. Telefonplan ha rivisitato l’idea di un luogo chiuso e circoscritto in favore di uno spazio “espanso” che si situa in diverse zone della scuola. Poiché la conoscenza è ovunque, non ha senso chiuderla in una stanza governata da orari e ambienti ristretti.


L’aula “tradizionale”

Telefonplan non rinuncia all’aula chiusa. Ne ha due ai lati opposti della struttura. Queste stanze che sembrano tradizionali in realtà hanno davvero poco di convenzionale. In primo luogo perché i banchini non sono disposti in file ma gli studenti si siedono attorno a tavoli rettangolari o isole che facilitano processi di discussione/interazione. In secondo luogo perché, come è stato detto, i ragazzi sono aggregati per competenze e non per età.


L’aula “tradizionale” /2

L’aula “tradizionale” è adatta ai più piccoli, i bambini di 6-7 anni che hanno ancora bisogno di uno spazio rassicurante e non dispersivo, di punti di riferimento che presto si abitueranno ad abbandonare in favore di aree più aperte e flessibili.


Gli spazi disegnati dai bambini

L’albero e lo “scarabocchio” sono frutto dei disegni dei bambini che hanno preso parte alla progettazione degli ambienti che abitano.


Gli spazi disegnati dai bambini /2


Gli ambienti reinterpretati dai bambini

I ragazzi fanno proprio lo spazio e ne forniscono delle rivisitazioni/appropriazioni personali e sempre rispettose degli ambienti. Nessun atto vandalico ma ordine e pulizia.


Interviste

Quest’ultima intervista offre consigli da parte del responsabile della ricerca del consorzio per chi vuole affrontare questo processo di ripensamento dello spazio didattico.

Ante Runnquist
Responsabile ricerca
Dipartimento Ricerca e Sviluppo consorzio Vittra

Jannie Jeppesen
Dirigente Scolastica

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